Quando si parla di calciatrici-futuro del calcio femminile italiano si fanno tanti nomi da Marta Mascarello a Sofia Cantore e via dicendo. Ma alcune stelle del nostro calcio stanno crescendo nella terra dei sogni, gli Stati Uniti.

Da qualche anno la East Tennessee State University ospita ragazze da tutto il mondo che grazie alla borsa di studio possono volare negli States per studiare e per giocare a calcio. Tra queste ci sono anche le italiane. Cecilia Re ed Eleonora Goldoni sono due esempi, ma oggi, in collaborazione con il Quotidiano On Line,  si racconterà ai nostri microfoni Raffaella Giuliano, Terzino sinistro, classe 1998.

Raffaella come hai iniziato a giocare a calcio? Qual è stata la tua prima squadra? Ho iniziato a giocare grazie a mio fratello, giocavamo spesso insieme nel terrazzo di casa poi a 8 anni mi sono iscritta, sempre con lui, nella società vicina a casa mia, la Us Caianello, dove ho seguito tutta la trafila. Dopo 5 anni, mi sono trasferita nella società del Napoli femminile.

Hai un calciatore preferito o ti ispiri a qualche d’uno? Non ho un calciatore preferito, mi piacciono molto Kakà ed essendo tifosa napoletana Marek Hamšík, oltretutto indosso il suo numero. Mi piacciono per la loro personalità ed il loro atteggiamento sia dentro che fuori dal campo.

Che genere di avventura stai vivendo negli Stati Uniti? Cosa fai? È l’esperienza di una vita, la più bella e me la sto godendo a pieno dato che è organizzato tutto per il meglio. Le mie giornate sono divise tra allenamenti e lezioni, oltretutto lavoro in una palestra del campus. In questi anni ho creato dei grandi rapporti sia con le mie connazionali sia con le compagne di squadra, c’è un grande scambio culturale dato che ognuna di noi arriva da ogni parte del mondo.

Ci racconti il tuo primo impatto con allenamenti e cultura del paese? Il mio primo impatto per quanto riguarda gli allenamenti, ovviamente, ho trovato tutto diverso. Sono abituata ad allenarmi più sulla tattica mentre qui puntano molto sulla fisicità, diciamo che la tattica è toccata meno. Dal punto di vista culturale, all’inizio mi sembrava tutto strano, le abitudini, i modi di fare ecc. Poi con il tempo poi mi sono abituata a tutto ciò.

Il mister è di casa oppure no? Com’è il rapporto con lui? Per i primi due anni e mezzo ho avuto il mister che mi ha portata in America ed era gallese, mi trovavo benissimo con lui e gli devo molto per quello che ha fatto per me, poi a Dicembre scorso se ne andato è al suo posto è arrivato un mister Americano. Sto cercando comunque di impegnarmi per creare un bel rapporto anche con lui.

Come si svolge la vostra stagione? Contro chi giocate? Giochiamo in due semestri, uno chiamato Fall che si gioca da agosto a dicembre e l’altro si chiama Spring che va da gennaio a maggio.

Il calcio gioca da agosto a dicembre, giochiamo dalle due alle tre partite alla settimana e facciamo parte del campionato NCAA, siamo nella prima divisione della Southern Conference.

È diviso in fasi, la prima è la Pre-Season: Amichevoli per il Ranking dell’università; poi si passa al Campionato e in base alla classifica si accede alla fase di Tournament; chi vince si qualifica per la fase nazionale, dove si gioca un vero e proprio campionato nazionale. Noi purtroppo non siamo mai riuscite a qualificarci per la fase nazionale perché dopo una certa fase ti ritrovi a giocare contro università veramente forti.

Il tuo sogno nel cassetto? Il mio sogno nel cassetto è di tornare presto a giocare sperando che questa situazione passi presto, comunque voglio prendere un master e continuare a giocare, non mi precludo nessuna esperienza, mi piacerebbe soprattutto in giro per l’Europa.