Serena D’Amico, capitano e bandiera del Lecce Women, ha rilasciato un’intervista ai nostri microfoni parlando del suo intervento al ginocchio, delle mancanze durante la quarantena e del suo amore incondizionato per la maglia salentina.

Questo periodo di quarantena è stato uno strazio totale per tutti, ma per i calciofili si è rischiata una vera crisi d’astinenza. Come hai vissuto questo blocco?
“Non è stato un periodo facile. È mancato tutto: gli allenamenti, le partite della domenica, persino preparare il borsone! Ma soprattutto lo stare insieme e vivere lo spogliatoio. Fortunatamente ci ha dato una grossa mano la tecnologia, abbiamo organizzato delle chat di gruppo, ci siamo dovute accontentare.”

Quarantena resa ancora più difficile da questo terribile problema al ginocchio che ti ha portato all’operazione di qualche settimana fa. Come sta andando la riabilitazione?
“Sì, per me è stata veramente dura. A causa dell’emergenza sanitaria non potevamo fissare la data dell’intervento. Gli interventi chirurgici non urgenti erano sospesi per cui ho dovuto aspettare 3 mesi. Non è stato assolutamente facile. Ho subito l’intervento al legamento crociato anteriore circa due settimane fa e il percorso riabilitativo procede abbastanza bene, devo comunque avere molta pazienza perché la strada è ancora lunga.”

Una vita intera dedicata per la maglia giallorossa del Lecce con il traguardo dei 200 gol sempre più vicino. Da dove nasce il tuo amore per la squadra salentina?
“L’amore per il Lecce è innato, nelle mie vene scorre sangue giallorosso. Da salentina e leccese doc non mi ci vedo addosso una maglia diversa da quella del Lecce, è come se fosse cucita sulla mia pelle. Nel corso di questi 15 anni, ho avuto la possibilità di togliermi tante soddisfazioni e raggiungere importanti obiettivi sia di squadra che personali. Ora mi auguro di tornare in campo il più presto possibile e continuare a gonfiare la rete per la causa del Lecce e per raggiungere i 200 gol in giallorosso.”

Questa stagione è stata sfortunata per te, nonostante i 13 gol, e per tutta la squadra tra infortuni e problematiche varie. Quali sono le tue considerazioni su questo campionato? E quali sono gli obiettivi del Lecce Women per il prossimo?
“Purtroppo é stato un campionato anomalo falcidiato da una serie di infortuni, alcuni anche di grave entità, che sicuramente hanno compromesso tutto il nostro percorso non permettendoci così di giocarcela alla pari con le altre squadre. Sicuramente la prossima stagione sarà quella del riscatto. Abbiamo voglia di portare in alto i colori del Lecce e di raccogliere i risultati di quello che abbiamo costruito nel corso di questi anni. Il nostro è un gruppo di ragazze giovani, di talento e piene di entusiasmo. Per il Lecce sogniamo il salto di categoria. Lo merita questo gruppo, la società e tutto il territorio.”

Molte ragazze non hanno avuto la possibilità di realizzare il proprio sogno di diventare una calciatrice. Ti ha mai ostacolato qualcuno nella tua carriera?
“Inizialmente i miei genitori erano contrari, ma la passione per questo sport è stata più forte dei loro “no”. Quando, infatti, hanno capito che non potevano nulla, si sono arresi. Sono diventati i miei primi tifosi, mi seguono ovunque e mi incoraggiano a raggiungere i miei obiettivi. Per questo mi reputo una ragazza molto fortunata.”

Carriera che ha visto numerosi allenatori alla guida. Qual è stato quello che più ha influenzato il tuo modo di giocare?
“Non me ne vogliano gli altri, che sono tutti dei grandi professionisti, ma sicuramente la nostra MISTERA Vera Indino. Lei è una che non molla mai, una tosta, lo era in campo e ancor di più ora che è in panchina. Ha fatto la storia di questa squadra. Oltre agli aspetti tecnici e tattici ci trasmette proprio la passione per questo sport e l’amore per questa maglia. Elementi che secondo me, in una calciatrice, contribuiscono a farle fare la differenza.”

Lecce è da sempre una piazza calda che ha accolto voi ragazze con un calore esplosivo. Quant’è importante il sostegno dei tifosi?
“Lecce è una piazza caldissima, la sua gente vive di pane e calcio. Chi viene a giocare qui rimane estasiato dalla carica e dall’entusiasmo dei tifosi. Quest’anno siamo entrate a far parte della grande famiglia dell’US LECCE. A dir la verità inizialmente avevamo paura di essere “giudicate male”, ma gli applausi di tutto lo stadio durante il giro di campo  ci hanno fatto venire i brividi. Sogno un giorno di poter giocare al Via del Mare ed esultare sotto la curva nord.

Concludendo, sperando accada il più tardi possibile, come vorresti essere ricordata una volta appese le scarpette al chiodo?
“Non avevo mai pensato ad una cosa del genere. Vorrei che la mia storia fosse da esempio per chi si avvicina al calcio femminile. Questo è lo sport più bello del mondo, ma di sacrifici bisogna farne tanti per togliersi delle soddisfazioni. Ho dato tutto a questa maglia dal primo giorno in cui sono arrivata ad oggi. Tutto ciò l’ho fatto con passione, non rimpiango nulla e sono infinitamente grata al Patron Lino De Lorenzis che nel 2005 mi ha dato questa grande possibilità. Mi auguro di essere ricordata come quella bambina spensierata che giocava per strada con il suo pallone alla quale un giorno venne realizzato un sogno : giocare a calcio con la maglia del Lecce.”