Il Brescia Calcio Femminile ha centrato la salvezza Serie B con un turno d’anticipo, vincendo in casa del Pomigliano per 2-1. La rete che ha dato alla Leonessa la permanenza in cadetteria l’ha segnata su rigore Serena Magri, centrocampista classe 2001 e da anni una delle “veterane” della squadra biancoblù.
La nostra Redazione ha intervistato Serena, che ricordiamo è stata inserita nella nostra Top 11 della 25a giornata di campionato, grazie ai nostri microfoni.

Serena cos’è per te vestire la maglia del Brescia?
«Vestire la maglia del Brescia è un motivo d’orgoglio, ma comporta anche una grande responsabilità per lo stemma che portiamo sul petto».

Cosa ti ha portato a giocare nel ruolo di centrocampo?
«Mi piace stare a centrocampo perché riesco a vedere bene ogni parte del campo, e voglio dare il contributo dal punto di vista del gioco, mi piace impostarlo sia sul lungo che sul breve, e l’idea che il gioco della mia squadra passi dai miei piedi mi rende molto felice».

La stagione del Brescia è iniziata bene, poi qualcosa si è inceppato: cosa è successo?
«Noi abbiamo avuto la consapevolezza che potevamo salvarci, e così è stato. Ovviamente non possiamo essere al top della condizione, però ci meritavamo questo obiettivo, perché siamo stati all’altezza di ogni squadra, soprattutto con quelle che sono salite in Serie A. Questa salvezza rappresenta la nostra rivincita».

Il cambio di allenatore sembra aver ridato vigore alla squadra, soprattutto tu, visto che sei diventata decisiva.
«Il cambio di allenatore ci ha reso tristi, perché non ce l’aspettavamo, ma gli insegnamenti che ci ha dato Bragantini ce lo porteremo con noi, perché è stato una grande allenatore. Ma questa notizia ci ha reso più forti per centrare l’obiettivo. Per quanto riguarda il mio exploit non è stato solo merito della nuova coach Maria Macrì, con la collaborazione di Fabio Treccani, ma una casualità perché anche con Bragantini davo sempre il meglio».

Qual è stata, secondo te, la gara che vi ha fatto capire che potevate restare in Serie B?
«Le due gare, sia all’andata che al ritorno, con la Lazio: anche se abbiamo pareggiato in entrambe le partite ci ha fatto capire che squadra siamo, giocando al cospetto di una formazione che ora è in testa alla classifica. Lì abbiamo capito che potevamo restare in Serie B».

Nelle ultime settimane c’è stato anche l’avvicendamento presidenziale: Giuseppe Cesari ha dato addio al suo Brescia. Come hai reagito a quel momento?
«Sicuramente è stato un momento toccante per me, perché sono cresciuta personalmente con Cesari, non ho mai cambiato squadra, sin da piccola ho giocato con questo presidente. Se Cesari ha fatto questa cosa lo ha fatto per noi. La nuova Presidentessa mi ha fatto una buona impressione, e sono molto fiduciosa. Mi auguro che Cesari e tutti i suoi collaboratori non smettano mai di venirci a vedere e supportarci nei prossimi anni».

Parliamo della gara col Pomigliano: sotto di un gol non avete mollato, anzi, l’avete ribaltata e vinta.
«La partita col Pomigliano non è iniziata molto bene, visto che abbiamo subito il gol a metà del primo tempo, ma abbiamo trasformato la nostra tristezza in aggressività calcistica, e alla fine abbiamo prima pareggiato e poi vinto. Per noi è stata una rivincita, perché ci siamo presi ciò che ci spettava».

Descrivici passo dopo passo il momento del calcio di rigore che ha permesso il successo del Brescia sulle pomiglianesi.
«Quando ho visto Luana Merli a terra ho pensato che sarebbe stato rigore, e in quel momento non avrei pensato che avessi tirato io quel penalty. Nessuno ha preso la palla tranne capitan Brayda, quando l’ha portata al centro del campo ha visto nei miei occhi la fiducia nei miei confronti che non è mai mancata, quindi ho preso il pallone e ho pensato solo a fare gol. Quando ho visto la rete gonfiarsi è stata un’emozione unica, tanto che dopo l’esultanza in cui sono venute tutte le mie compagne addosso, sono tornata a centrocampo, mi sono guardata le braccia e ho avuto la pelle d’oca».

A chi dedichi questa salvezza?
«La salvezza la dedichiamo a Giampaolo Valnegri (il preparatore dei portieri scomparso martedì, ndr), perché anche negli ultimi momenti è stato lui a infonderci coraggio».

Domenica col Cittadella si chiude la vostra stagione: come l’affronterete?
«Sicuramente domenica giocheremo unicamente per Giampaolo, ma sarà fondamentale, perché scenderemo in campo per concludere la stagione con la vittoria».

Ti aspettavi di vedere la Serie B di quest’anno così competitiva?
«Per me è il primo anno in Serie B, però non mi aspettavo un campionato così competitivo, perché molte volte ogni domenica non sapevi cosa aspettarti».

Secondo te cosa manca per far diventare il calcio femminile italiano un grande movimento?
«Penso che al calcio femminile non manca nulla per essere al livello di quello maschile, se non avere qualche visibilità in più a avere fiducia in questo movimento».

Com’è la tua vita extracalcistica?
«Studio Economia all’Università di Torino. Faccio la babysitter con mia cugina che ha due anni che ha compiuto la settimana scorsa. Mi piace molto andare in bici, e stare coi miei amici e con le mie amiche».

Cosa riserva il tuo futuro?
«Spero di andare in Serie A con il Brescia, perché è la maglia che indosso sin da bambina. Sogno di andare anche in Nazionale».

La Redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia l’Acf Brescia Calcio Femminile e Serena Magri per la disponibilità.

Photo Credit: Brescia Calcio Femminile

Elia Soregaroli
Nato il 12 luglio del 1988 a Cremona, Elia ha sempre avuto una grande passione per il mondo del giornalismo, in particolar modo a quello sportivo. Ha tre esperienze lavorative in questo settore, IamCalcio, ManerbioWeek e BresciaOggi, un workshop con l'emittente televisiva Sportitalia, e uno stage curricolare con il Giornale di Brescia. Si avvicina al calcio femminile nel 2013 grazie ai risultati e al percorso del Brescia CF e da allora ha cominciato ad occuparsi anche del movimento in rosa.