L’ultimo Derby della Madonnina della stagione, valido per la 3° giornata di ritorno della Poule Scudetto, è terminato 1-4 per l’Inter, rompendo l’equilibrio che era stato protagonista delle sfide precedenti terminate 1-1, 1-1 e 3-3. Dopo il vantaggio iniziale interista firmato Marija Milinkovic e il pareggio dal dischetto di Chantè Dompig, il Biscione ha dilagato grazie alla marcatura di Elisa Polli e alla doppietta di Tessa Wullaert che ha congelato il risultato.
Analizzando la partita tramite i Match Analysis della Panini Digital vediamo come la sconfitta del Milan sia meritata, come sottolineato anche da Suzanne Bakker al termine dei 90 minuti: l’IVS (Indice di Valutazione Squadra) è infatti pari a 36 per le rossonere contro il 64 per le nerazzurre.
Osservando gli altri dati capiamo come il Diavolo abbia provato a condurre il gioco, senza però riuscire ad essere pericoloso costantemente, permettendo alle avversarie numerose e pericolose ripartenze che hanno spesso spaventato la retroguardia milanista. Se infatti il possesso palla e il pressing sono stati equilibrati (52% a 48% e 47,7 mt a 45,6 mt), le padrone di casa hanno avuto la supremazia territoriale (66% a 34%), un baricentro più alto (60 mt a 52,7 mt) e un numero di palle giocate in area avversaria maggiore (49 a 39) ma la statistica che ci permette di provare la velenosità del Biscione è quella delle occasioni: 4 a 12 per le nerazzurre.
Le ragazze di Bakker sono scese in campo con un 4-3-3 che si trasformava in una sorta di 3-4-3 o un 3-5-2 con il terzino destro, Emma Koivisto, che si comportava da “braccetto” di destra mentre il terzino sinistro, Valery Vigilucci, da esterno di sinistra. L’esterno dall’altra parte era molto più spesso l’ala destra, Monica Renzotti, che giocava molto larga per concedere ampiezza alla sua squadra: la sua è stata infatti una delle zone con più densità della prima frazione milanista. Le altre due sono state quelle dei due difensori centrali, Nadine Sorelli e Julie Piga, sempre fondamentale per la prima costruzione rossonera. Il numero 23 italiano classe 1998 è stata, infatti, la prima per passaggi riusciti (52) e per palle recuperate (21), la seconda per palle giocate (68) e la terza per giocate utili (11).
Nel secondo tempo il modulo di partenza è stato lo stesso ma con un bilanciamento molto più equilibrato e non offensivo come il primo. E’ da evidenziare la posizione di Evelyn Ijeh che si abbassava spesso a legare il gioco tra i reparti comportandosi quasi da “falso nueve” e lasciando alle due ali, Renzotti e Dompig, il compito di scappare in profondità alla ricerca di spazi, trasformando il modulo in una sorta di 4-3-1-2. Proprio la zona di Dompig è stata quella più densa considerato il fatto che l’ala sinistra olandese classe 2001 sia stata la giocatrice più attiva nel tentare di mettere in difficoltà la difesa interista.
La formazione di Gianpiero Piovani era invece schierata con un 3-5-2 di natura nettamente difensiva dato che i due “quinti”, Beatrice Merlo e Olivia Schough, mantenevano un baricentro nettamente più basso rispetto alle tre di centrocampo, in modo da contenere le sgasate delle frecce del Diavolo tramite raddoppi in aiuto dei “braccetti”. Le zone con maggiore densità sono state quelle del “braccetto” di sinistra, Ivana Andres, e del centrale, Milinkovic: la spagnola classe 1994 è stata la prima per passaggi riusciti (47), per palle giocate (59, come Wullaert) e per giocate utili (16, come la stessa Milinkovic) e la seconda per palle recuperate (15, come la stessa Milinkovic), mentre la bosniaca classe 2004 è stata la prima per giocate utili (16, proprio come Andres), la seconda per palle recuperate (15, proprio come Andres) e la terza per palle giocate (56) e per passaggi riusciti (35).
Dopo l’intervallo il modulo di base era sempre il 3-5-2 ma, considerando anche lo sbandamento avversario, gli schemi sono saltati in fretta e la squadra si è praticamente spaccata in due: linea difensiva solita con il “quinto” di destra, Merlo, bloccata in difesa, Henrietta Csiszar l’unico faro di centrocampo e una linea offensiva a cinque formata da Schough, Haley Bugeja, Polli, Marie Detruyer e Wullaert.
Entrambe le compagini hanno costruito la maggior parte delle loro azioni manovrando dal basso con delle percentuali pari a 91,9% per il Diavolo e 94,2% per l’Inter. Da evidenziare è il fatto che entrambe le percentuali siano diminuite nel corso della seconda metà: da 94,6% a 89,1% per le padrone di casa e da 97,6% a 87,7% per le ospiti.
Le rossonere partivano da un giro palla basso dal terzino sinistro, Vigilucci, verso i due centrali, Piga e Sorelli; l’uscita a sinistra comportava poi spesso il passaggio lungolinea di Vigilucci verso l’ala sinistra, Dompig, che poi si metteva in proprio, come nell’azione che ha portato al momentaneo pareggio. L’asse Vigilucci – Dompig è stato infatti il più attivo nel Milan con 15 passaggi completati. A destra erano invece molto diffuse le triangolazioni tra il terzino destro, Koivisto, il regista, Marta Mascarello, e la mezzala destra, Silvia Rubio, che poi spesso scambiava con l’ala destra, Renzotti, per tentare di scardinare la difesa interista. Oltre ai dati di Piga sono da sottolineare anche quelli di Koivisto: prima per palle giocate (69) e seconda per passaggi riusciti (48), per giocate utili (12) e per palle recuperate (17). Da non dimenticare anche quelli di Mascarello che è stata la prima per passaggi ricevuti (51) e per giocate utili (13) e la terza per palle giocate (53) e per passaggi riusciti (47). La milanista più precisa è stata invece Erin Cesarini che ha concluso con l’89% di precisione passaggi con 16 passaggi completati nei 27 minuti più recupero a sua disposizione.
L’Inter invece partiva direttamente dal portiere, Cecilia Runarsdottir, che si appoggiava ad Andres o a Milinkovic (asse più attivo interista con 12 passaggi completati) per iniziare la costruzione. Il modo più ricercato dalla squadra di Piovani per offendere era la verticalizzazione diretta verso la punta, Wullaert, spesso servita direttamente da Andres, oppure dalla destra, dal “quinto”, Merlo. Sono infatti da evidenziare le statistiche della punta belga classe 1993: prima per passaggi ricevuti (45) e per palle giocate (59, come Andres), seconda per passaggi riusciti (36) e terza per giocate utili (14). La più precisa è stata Chiara Robustellini che ha terminato con l’88% di precisione ma con solo 7 passaggi completati negli 11 minuti più recupero a sua disposizione.
Per quanto riguarda le conclusioni tornano a ripresentarsi le problematiche di inizio stagione per il Milan dato che il totale dei tiri è 13, di cui solo 4 in porta ed 1 solo gol. Le padrone di casa riescono a costruirsi le occasioni per calciare sia da fuori area, 7 volte, che da dentro, 6 volte, ma è emblematico il fatto che l’unica marcatura sia arrivata dal dischetto. È stata proprio l’autrice del momentaneo 1-1, Dompig, a cercare più volta la gioia personale con 3 tentativi ed una rete.
Il Biscione riesce a tirare ben 16 volte, di cui ben 9 in porta con 4 reti. È da sottolineare la precisione delle ospiti che sono riuscite a calciare per ben 14 volte da dentro l’area di rigore costringendo anche il portiere, Noemi Fedele, ad intervenire 5 volte per evitare il tracollo rossonero. L’interista ad aver terminato con più conclusioni è stata Wullaert con 5 tiri e 2 gol, mentre Polli ha tirato 4 volte con una rete, è bastato, invece, un solo tentativo a Milinkovic per gioire.