Ciao Melania come stai intanto? Come vedi le tue ragazze dopo il periodo un po’ buio della pandemia? Hanno ripreso con entusiasmo?
Non è stato un anno facile quello passato. Quello che è mancato, già dai primi giorni della ripresa della stagione l’hanno portato subito in squadra, l’entusiasmo, prepararsi a giocare una stagione in serenità e la voglia di mettere in campo quello che l’anno scorso purtroppo sì è fermato per gran parte solo negli allenamenti, deve essere uno stimolo in più. Le ragazze sono pronte in tutti gli aspetti per continuare il percorso iniziato e affrontare il campionato ad alti livelli“.

Nella società del Cittadella Women ti dividi tra due squadre: raccontaci come vedi le tue bambine e le tue ragazze.
Le mie bambine sono un bel mix tra qualità e carattere. La priorità per loro resta sempre quella di divertirsi e prepararle nella crescita personale, anche se per loro il risultato, come qualsiasi bambino/a della loro età, è la prima cosa che guardano. Ma l’obiettivo chiaramente resta quello di cercare di indirizzarle nel modo migliore a questo sport, non solo dal punto di vista tecnico e di campo, e vedere i loro miglioramenti e la loro crescita durante la stagione. Le ragazze invece, parlando dal punto di vista tecnico, credo fortemente che questa squadra abbia un livello davvero alto. E’ importante lavorare anche sotto l’aspetto mentale, dove chiaramente essendo giovani e con poca esperienza apprenderanno di partita in partita, ma cercare di mettere nella loro testa situazioni che serviranno nel loro percorso è fondamentale già da ora“.

Come ti sembra  il calcio giovanile femminile? È cambiato molto dai tuoi tempi anche se tu sei giovane vero?
Il calcio giovanile oggi ti da molte più opportunità rispetto “ai miei tempi”. Già dai primi calci abbiamo squadre femminili, società che credono nella crescita del movimento, allenatori qualificati, allenamenti e strutture adeguate, tutti punti importanti. Quando ho iniziato a giocare e avevo nove anni, tutto questo non c’era assolutamente, quindi il mio percorso è stato diverso. Non per questo sbagliato, ma siamo cresciute forse più sotto l’aspetto mentale, perché non “avevamo tutto”. Ora già da piccole le ragazzine hanno quello che giustamente la nostra realtà merita, perché è giusto dargli le condizioni adeguate da subito e come normale che sia tutto si evolve fortunatamente. Certo è che devono essere consapevoli che tutto questo, ha avuto un passato, e che il futuro, preso nella maniera giusta, sarà un gran futuro“.

Parliamo di te: parlaci del gol che ti ricordi con più gioia e dell’allenatore che ti ha fatto più crescere.
Di gol ce ne sono stati tanti, ora dire quello che mi ha dato più gioia è difficile, perché poi si vive il momento stesso, magari un gol ininfluente al risultato poteva darmi più gioia rispetto ad un gol partita, perché le sensazioni di quel preciso istante per diverse ragioni poteva darmi un qualcosa in più. Per quanto riguarda gli allenatori tutti ti danno e lasciano qualcosa, sta poi nel saper cogliere in maniera giusta e propositiva quello che ti trasmettono e farti un bel bagaglio che serve sempre. Io ricordo con molta importanza il mio primo allenatore a Bergamo, forse perché ero giovane e probabilmente ero nell età più “leggera” per capire determinate cose e lui penso mi abbia aperto una strada che mi ha permesso poi di avere tutto quello che è stata la mia vita calcistica“.

Con le tue ragazze prendi spunto dalle tue esperienze?
Assolutamente si: l’esperienza che ho alle spalle mi aiuta tantissimo e credo che a volte possa essere un qualcosa in più anche per le ragazze, spero (ride, ndr)”.

Photo Credit: Cittadella Women