La notizia degli abusi subiti da giocatrici haitiane dal presidente del loro centro non è di molto tempo fa, ed ora arriva un caso davvero simile che fa ancora una volta uscire gli occhi dalle orbite: l’ex presidente della Federcalcio dell’Afganistan Keramuddin Karim è stato squalificato a vita per delle accuse di molestia a delle giocatrici della sua nazionale.

Bisogna fare un passo indietro: lo scoop era venuto al vaglio degli inquirenti nel 2018 quando, durante un ritiro della nazionale femminile afghana, alcune giocatrici hanno notato degli strani comportamenti da parte degli accompagnatori uomini, tra cui lo stesso presidente Keramuddin che, approfittando del suo ruolo e del suo potere, ha abusato delle ragazze ignare a ciò che andavano incontro. Tutto il fatto viene messo alla luce da Khalida Popal, all’epoca capitana della nazionale ed ora in esilio in Danimarca, che tramite una dichiarazione rilasciata a BBC Sport ha denunciato tutti i comportamenti avuti nei confronti delle sue compagne da parte del loro presidente. Dichiarazioni per le quali la giocatrice ha ricevuto molte minacce di morte ma che ha spinto molte sue colleghe a parlare e certificare tutto. Tramite questa intervista, le autorità vennero a conoscenza di un vero e proprio sistema di abusi, ricatti, molestie e stupri ai danni delle giocatrici della nazionale femminile.

Keramuddin, nonostante ebbe sempre smentito la veridicità di tutte quelle accuse, venne subito squalificato grazie alla sentenza emessa dal tribunale locale sollecitato dalla FIFA. Stessa organizzazione che ha bocciato il ricorso presentato all’ex presidente della Federcalcio afghana al TAS di Losanna. Ora finalmente la sentenza è defintiva: squalifica a vita e multa di un milione di franchi ai danni di Keramuddin Karim.