Photo Credit: Fabrizio Brioschi

Nei giorni scorsi Annamaria Serturini si è concessa ai microfoni della testata di Gianluca Di Marzio. Questo un estratto delle parole della calciatrice giallorossa, fresca della vittoria del campionato con l’undici di mister Spugna.

“Il mio arrivo? Mi ricordo quel giorno come fosse oggi. Scendere quelle scale davanti a tutto quel pubblico. Avevo anche paura di cadere perché mi tremavano le gambe da quanto ero felice ed emozionata. Io scesi con Ante Coric e quando scese Elisa Bartoli con De Rossi fu un’emozione indescrivibile. Dentro di me pensavo: ‘Mamma mia, fino a ieri non avevo mai visto un giocatore dal vivo e oggi sono tutti qui con noi’. La Roma già da allora aveva fatto capire quanto eravamo uniche. Una famiglia, noi e la squadra maschile”.

 “La gara dell’Olimpico è stata una svolta non solo per la Roma ma per il calcio femminile in generale. Però ho sofferto molto di più Roma-Barcellona che Barcellona-Roma. I tre giorni prima della partita praticamente non ho dormito, mi svegliavo di notte, ero super agitata. E a me non capita mai. Anche con finali di Coppa Italia o Supercoppa, con il Mondiale. Quei giorni lì invece sono stati pieni di adrenalina e di tensione. Il giorno della partita ci siamo radunate insieme prima di andare allo stadio, io ero in stanza con Elisa ed eravamo piene di tensione, sentivamo il peso della partita. E’ stata la prima gara in cui non sono riuscita a gestire alcuni momenti e i primi 10/15 minuti mi sentivo come in una gabbia. Ma era bellissimo, pazzesco, indescrivibile”.

“E’ vero che secondo me in Italia siamo ancora molto indietro rispetto a tanti paesi del nord Europa dove il calcio femminile è molto più seguito. Ma penso anche che sono qui da 5 anni e in questo arco di tempo la Roma già dal primo giorno per me era professionismo. Ci ha dato strutture, servizi, uno staff preparato e si è sviluppato tutto in maniera enorme. Però spero che vedere all’Olimpico 40mila persone per una nostra partita diventi la normalità e non sia un’eccezione. La differenza tra noi e le altre squadre europee c’è e si è vista con il Wolfsburg quando abbiamo perso 4-2 in Germania e si è vista al Camp Nou. Ma penso che con lavoro dedizione possiamo arrivare a quel livello. Perché ce lo meritiamo”.