Carolina Morace, allenatrice della Lazio Women è intervenuta ai microfoni della UEFA. Attualmente alle prese con la preparazione per il prossimo campionato, quello del ritorno in Serie A, Carolina Morace punta a stupire ancora. Di seguito intanto le sue parole.

Sulla crescita del calcio femminile
Penso che il calcio femminile possa crescere ancora molto, ma è una cosa che dipende da noi. Se condividiamo la nostra conoscenza possiamo far crescere insieme il sistema. Per esempio negli ultimi anni tra le novità c’è quella di giocare partendo da dietro. Oppure quello che hanno fatto gli Azzurri, come il Liverpool o il PSG e altre tra le migliori squadre d’Europa: pressare molto alto. Questi dettagli tecnici non li ho ancora visti nel calcio femminile, penso sarà il prossimo passo per offrire anche uno spettacolo migliore. 

Le squadre di calcio professionistico maschile possono essere fondamentali per la crescita del calcio femminile. I padri magari tifano un club e quindi portano le figlie a giocare in quelle società. Penso a Lazio, Roma, Juventus e Inter, per esempio. Il calcio femminile potrà avere più tifosi e maggiore visibilità grazie ai club importanti e ai loro tifosi. L’Europeo femminile del prossimo anno porterà il calcio femminile all’attenzione degli appassionati di calcio dell’intero continente. Le persone si appassioneranno alle rispettive nazionali femminili”.

Sulla metodologia
Non mi è mai capitato di vincere in un ambiente senza armonia. Questa si crea solo parlando con tutte le giocatrici e per questo tratto tutte allo stesso modo. È una cosa che mi viene naturale: sono tutte mie giocatrici, il mio compito è quello di aiutare a migliorare tutte. Una cosa fondamentale per me è avere tutto il gruppo che mi viene dietro. Non si vince solo con undici giocatrici ma con il supporto dell’intera squadra. È questo ciò che conta in uno sport di squadra. Sono un’appassionata del calcio e non guardo solo quello femminile ma tutto quanto. Seguo il calcio maschile, anch’esso in continua evoluzione. Ogni volta che noto qualcosa di nuovo prendo il telefono e chiamo altri allenatori o allenatrici. Cerco di capire come e perché l’hanno fatto, voglio imparare il più possibile”.

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