Cristiana Girelli, attaccante principe della Juventus Women, è stata protagonista di una bella chiacchierata in diretta Instagram con Il Sole 24 Ore.

211 GOL
«I numeri a volte sono freddi. Ma questa volta ho voluto ricordarlo perché fa parte di me e della mia carriera e di questi anni che mi hanno portato a questi risultati. Spero di aumentare questa cifra e di giocare ancora per molti anni».

MONDIALI
«Mi sono portata a casa tante cose belle, quelle brutte sono state poche e d’insegnamento. Quando ero lì non realizzavo neanche, ma mi sembra sia accaduto l’altro giorno. Ricordo l’entusiasmo, il sogno realizzato di giocare un Mondiale e segnare. E poi il calore e l’affetto dell’Italia, mi fermavano anche quando andavo a fare la spesa. Abbiamo mosso qualcosa nell’animo degli italiani. Il calcio unisce e si sa, ma non è scontato che il calcio femminile lo faccia. Abbiamo regalato emozioni pure in 20 giorni. È stato indimenticabile».

STRANIERE IN SERIE A
«Le straniere c’erano già prima. Probabilmente il nostro cammino in Francia ha stupito tanti addetti ai lavori e tante giocatrici stesse. Il punto di vista verso il calcio femminile in Italia è cambiato. Tante squadre della Serie A sono affiliate a club maschili è questo è fondamentale per la crescita del movimento. Questo invoglia anche le straniere a venire i Italia perché vedono una struttura dietro. Ma avere aperto gli occhi alle ragazze italiane è la vittoria più bella».

GOL PIU’ BELLO
«Quello di sabato è stato uno dei gol più belli della mia carriera».

JUVENTINA DA SEMPRE
«Sono sempre stata juventina. Poi possiamo dire che tra Brescia e Juve il cuore batte per la squadra della mia città. Ma sono nata con il poster di Del Piero in camera. Ho sempre sognato di vestire quella maglia. Così come quando vedevo Baggio con la 10 del Brescia ero entusiasta. Sono sempre stata della, tranne quando ci ho giocato contro».

CAROLINA MORACE
«Non l’ho mai vista giocate. Quando ho iniziato a giocare mi dicevano: “Magari un giorno diventerai come lei”. Quando ero piccolina era l’unico esempio che avevo».

PROFESSIONISMO
«Siamo veramente contente del passo che abbiamo fatto. Prima del Mondiale se ne parlava e basta. Siamo molto vicine al professionismo. Che non è una questione di guadagni, ma di diritti che devono esserci riconosciuti. È fondamentale e penso sia il momento. Nel 2022? Sì, è solo questione di tempo. Speriamo il prima possibile così riesco a godermelo per un po’ di anni».

STOP COVID
«Abbiamo dovuto chiedere giustamente perché c’erano diversità tra le stesse squadre della Serie A. Io sono fortunata perché gioco nella Juventus che può permettersi di fare tamponi ogni tre giorni, magari in altre squadre come poteva essere l’Orobica c’erano alte calciatrici che se si fossero isolate per due settimane avrebbero perso il lavoro. Il professionismo ci tutelerebbe».

ASSENZA TIFOSI
«È come andare al cinema e vedere un film muto. È strano, nello spogliatoio ci diamo spesso che mancano. Siamo andate a San Siro e ci siamo immaginato come sarebbe stato con loro. Non dico che sarebbe stato pieno però… Ma i tifosi mancano anche a Vinovo. Quando giochi offri uno spettacolo per chi ti viene a vedere. Ci auguriamo di vederli presto al campo e allo stadio, ci mancano moltissimo».

DIFFERENZE CALCIO FEMMINILE E MASCHILE
«A me spiace quando si parla ancora di differenze col calcio maschile. Il calcio è il calcio. Si gioca con due porte, lo stesso pallone, le stesse misure dei campi. Chi viene a vedere le nostre partite deve venire senza pregiudizi e fare paragoni. È chiaro che una donna fisicamente e strutturalmente è inferiore a un uomo, ma questo accade in tutti gli sport e i paragoni si danno sempre sul calcio. Rimpicciolire il pallone? A volte lo dicono anche delle porte. Ma cosa dite? È una follia. Quando leggo questi commenti non so cosa pensare».

OBIETTIVI
«Sono una sognatrice. Cerco di non perdere tempo che è prezioso. Ogni giorno di allenarmi per essere la versione migliore di me stessa. E voglio continuare ad essere felice giocando a calcio che è la mia vita. Spero di farlo per tanti anni e farlo sempre bene».

COME LEWANDOWSKI
«Ultimamente ho cambiato il mio modo di giocare. Ora ho più caratteristiche da falso nueve e mi sento un po’ simile a Lewandowski o Dzeko. Ibra? Magari! Ma arrivare fino a 40 anni ed essere come lui ce ne vuole.  Mi piace molto questa posizione, mi piace anche fare assist».

CONSIGLIO ALLE RAGAZZE CHE GIOCANO A CALCIO
«Continuate divertendovi! È la passione che muove tutto. Sognate ad occhi aperti perché ora si può fare. Non pensate troppo e continuate a lavorare tanto. Le cose belle arrivano».

ITALIA-ISRAELE
«Sono uscite da poco le convocazioni. Sarà una partita fondamentale come lo sono state le ultime. Molti dicono che bisogna vincere 3-0, 6-0. Io dico che bisogna vincere innanzi tutto e cercare di farne il più possibile. Non dobbiamo avere ansia di fare tanti gol. Siamo carichissime, io non vedo l’ora di raggiungere le ragazze in ritiro. Giocheremo al Franchi che è uno stadio bellissimo, peccato sia vuoto. Contro il Portogallo i tifosi ci avevano dato una spinta. Speriamo di farli felici dalla tv».

ESSERE ALLA JUVE
«Ogni volta che entro a Vinovo mi sento fortunatissimo. Abbiamo tutto per giocare al meglio. Ci sentiamo professioniste perché non ci manca nulla. Ci alleniamo lì, mangiamo lì. È surreale: se me l’avverso detto dieci anni fa non ci avrei creduto. Invece è tutto vero ed è bellissimo. Puoi curare qualsiasi dettaglio».

CHAMPIONS
«Non siamo state fortunate con i sorteggi. L’anno scorso abbiamo preso il Barcellona e quest’anno il Lione, che sono state le due finalista della scorsa Champions. La dea bendata non ci ha aiutato. Ma rispetto all’anno scorso nelle due partite col Lione abbiamo dimostrato il percorso di crescita nostro e del calcio femminile italiano. È chiaro che avendo loro cominciato 10 anni prima diventa difficile. Ma anche vincere in Italia per 3/4 anni non è scontato. Il campionato è sempre più competitivo e ogni partita è difficile. Chi gioca contro di noi gioca contro la Juventus e dà qualcosa in più. Noi ci auguriamo di qualificarci in Champions e speriamo in un sorteggio migliore. Ma in Europa ogni partita è dispendiosa sia fisicamente sia mentalmente e regala grandi emozioni. Probabilmente il prossimo anno ci saranno i gironi e avremmo più partite da giocare. Bisogna accettare le sconfitte e cercare di trarre il miglior insegnamento possibile».

GAP COL NORD EUROPA
«Se è soprattuto a livello fisico? Probabilmente è vero. Il nostro campionato un dispendio fisico diverso perché magari dopo un tempo sei già 2-0. Quando giochi in Nazionale o la stessa Champions, trovi magari squadre meno attrezzate tecnicamente ma sempre molto fisiche. Ma siamo sulla strada giusta, ormai è così anche da noi e non solo negli scontri al vertice».

GOL IN CHAMPIONS CON LA JUVE
«Non ho mai segnato in Champions con la Juve ed è una cosa che mi manca. Mentre con la maglia del Brescia feci una tripletta al Birmingham nel 2012 quando avevo 22 anni. Perdemmo 2-0 all’andata e riuscimmo a ribaltarla ai supplementari. Tirai una punizione da 30 metri trovando il sette, è stato bellissimo. Una serata indimenticabile a Verona».

FINE CARRIERA
«Io senza calcio non so stare. Cerco sempre di essere al meglio. A fine carriera mi piacerebbe fare l’allenatrice. Penso di poter dare qualcosa, non so se sarò brava. Secondo me è più difficile fare l’allenatrice che la calciatrice. Le donne secondo me sono più complesse da allenare rispetto agli uomini».

ESTERO
«Ho avuto richieste dall’estero, però credo che ad oggi se vai all’estero ne deve veramente valere la pena. Io sto bene qui, la Juve è il sogno che ho coronato e spero di rimanerci a lungo. C’è un grande progetto e vorrei farne parte ancora per tanti anni, non mi vedo altrove onestamente»

CALCIO DI RIGORE
Molti pensano che quando calci un rigore sia già gol. In realtà quando vai sul dischetto tu hai tutto da perdere e il portiere ha tutto da vincere. Non è facile, specialmente quando li devi tirare sul finale, decisivi. Il pallone in quelle occasioni pesa un po’ di più».

Credit Photo: Andrea Amato