Sono a Firenze da tanti anni ormai. Ero qui da prima che nascesse la Fiorentina Femminile“. La vice capitana viola Greta Adami ha rilasciato una lunghissima intervista a Radio Toscana. “Non mi sento una leader, mi piace avere un bel rapporto con le compagne e consigliarne nel momento del bisogno, sia dentro che fuori dal campo“.

A proposito della sua carriera: “Quando avevo 8 anni già avevo provato tutti gli sport ma nessuno mi rendeva felice e mi faceva stare bene. Mi sono avvicinata con mia mamma a un campo da calcio e c’erano tutti i miei compagni di classe. Il primo giorno non volevo neanche entrare e mi convinse mia madre. Da quel momento, da quanto mi ero divertita, non ho più smesso e non sono più uscita da un campo di calcio: sia con acqua, vento, pioggia, neve. Sempre”.

Sull’approdo a Firenze: “Avevo fatto un anno a Pisa con l’allenatrice che poi avevo ritrovato anche a Viareggio. L’ambiente del femminile non è molto semplice e in quel momento c’erano tante difficoltà anche a livello economico. La squadra della Vigor Misericordia è durata tre anni, sono rimasta senza squadra e la mia allenatrice credeva molto in me. Mi videro a Firenze e tramite l’allenatrice e il presidente del Firenze di allora, ci siamo messi d’accordo. Avevo finito superiori, sono venuta qui anche a studiare”.

Obiettivi in maglia viola? “Gioie e dolori li ho vissuti tutti in questi anni ma penso a fare il meglio in quel che facciamo. Cercare di vincere il più possibile e, oltre al campo, far crescer sempre più questo movimento. Stiamo ottenendo obiettivi importanti e tramite il lavoro possiamo fare ancora di più”.

Su Sara Gama vicepresidente AIC: “è un passo davvero importante verso il professionismo e il fatto che sia una donna alla vicepresidenza, vuol dire che ci vengono riconosciuti sempre più diritti e anche doveri”.

Sulle discriminazioni e se ne abbia mai subite: “Avrei detto di no fino a poco tempo fa, poi ho letto di quella lettera della ragazzina di Roma che non è stata ammessa in una squadra di calcio e quindi penso che ancora ci sia del lavoro da fare. (si riferisce al caso Olivia). E’ brutto questo. Il calcio è sport e passione come tutti gli altri sport e come tutte le altre passioni. Non riesco a capire queste discriminazioni. Una bambina che vuole giocare ed essere felice e le viene negato tutto ciò”.

Su quando era bambina: “Mi porto dietro il divertimento, il sorridere e il saper essere iper attiva in campo. Mi prendono anche in giro per questo, non sto mai ferma quando entro in campo”.

Sul mese difficile in arrivo: “Ci sono partite davvero importanti tra Milan, Champions e nel mezzo anche l’Empoli che è una squadra di grande valore. Non abbiamo iniziato nel migliore dei modi e questo ci dispiace tanto ma siamo orgogliose e vogliamo far veder che non siamo quelle che avete visto in alcune gare”.

Su un possibile ritorno in Nazionale: “Ogni giocatore sogna la maglia Azzurra. L’obiettivo è di arrivare ai massimi livelli. E’ normale che dopo due anni in cui ne ho fatto parte, e dopo un anno che non ne faccio più parte, è un po’ più difficile e ne sono convinta ma gioco per fare del mio meglio e spero ancora di essere presa in considerazione”.

Fonte: Radio Toscana

1 commento

  1. Io ho avuto il piacere di allenare Greta ai tempi del CGC Viareggio lei giocava da centrocampista coi miei ragazzino io non ho mai fatto distinzioni di sesso dissi solo a Greta di giocare la palla di prima per evitare contrasti e do giocare,a testa alta lei già allora era un fenomeno senso di posizione e visione di gioco buonissimi un aneddoto su di lei io allenavo i 93 e lei è una 92 ma l alkenatore dei 92 non la prese in considerazione io invece vidi subito che ci sarebbe stata utile e la presi con i miei si integri alla grande e io riuscii a far capire ai miei che non dovevano giudicarci sesso ma la competenza in campo l alkenatore dei 92 visto lo sbaglio cerco di farla rientrare nel gruppo 92cma Lei rimase con noi .Ho avuto altre ragazze nei miei gruppi come ElisabetcSpina Ora responsabile al Milan del settore femminile e due gemelle Passaglia che adesso sono a Empoli .sulla squadra che non ha accolto Olivia dovrebbe intervenire la Federazione con pesanti provvedimenti fino ai 13/14anni non ci devono essere discriminazioni le bimbe hanno il diritto di giocare se lo desiderano e siccome fino agli esordienti A il risultato non conta si deve smettere di discriminare anche i meno dotati Fra i bambini e le bambine.

Comments are closed.