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Cara Arianna Caruso,
chiamarti “Ari” o “Caru” sarebbe più naturale, se si ripensa agli anni che hai passato indossando la maglia a strisce bianche e nere della Juventus Women, che sono più vicini ai dieci che ai cinque, e che per tifose e tifosi hanno assunto i colori e le tinte del tuo nome nelle formazioni ufficiali, nelle reti segnate, nelle partite vinte e in quelle perse. Pensare ad “Arianna Caruso” significa pensare alla “Juventus”, un accostamento che ormai era diventato un’abitudine e che, d’ora in avanti, sarà un bellissimo ricordo da custodire con cura.

Quel lontano 27 agosto 2017, nell’afa estiva, quando nasceva una certa “Juventus Women”, a Pianezza, c’eri anche tu. Pianezza, Vinovo, Torino: tre città piemontesi legate indissolubilmente alla squadra bianconera, legate a te. Torino, in particolare, è anche il nome della squadra che voi, Juventus Women, avete affrontato nel Derby della prima uscita ufficiale della squadra, stravinto con ben 13 gol segnati. Sul tabellino delle marcatrici compaiono tanti nomi, e c’è anche il tuo. “Voi”, perché anche tu fai parte della storia di una squadra vincente e sempre a caccia di vittorie come quella bianconera. “Voi”, perché hai contribuito a creare una macchina (quasi perfetta) che, con i difetti, gli aggiustamenti e le modifiche nel corso degli anni, non è mai riuscita a fare a meno di te.

Sei brava, Arianna, è inutile girarci intorno. Non è un’opinione soggettiva a decretare il tuo valore, lo sono i numeri: 237 le tue presenze con la maglia bianconera in tutte le competizioni, il numero più alto registrato fino a questo momento per una calciatrice della Juventus Women; 35 presenze in Coppa Italia, 8 nella Supercoppa, 36 presenze di stampo europeo, legate alla Uefa Women’s Champions League, la competizione in cui ti sei fatta notare e che ha dato modo alle squadre estere di interessarsi a te.
Regista e attaccante aggiunta, perché solo Cristiana Girelli e Barbara Bonansea ti superano per gol segnati: sei arrivata a 60, un numero incredibile. Dal 2020 a questa parte, sono 57 le reti a cui hai preso parte, e sei da considerare la centrocampista più prolifica della Serie A.

Proprio ieri, la Juventus Women ha ufficializzato il tuo addio. Hai scelto di andare al Bayern Monaco, una delle squadre più forti a livello internazionale, un ambiente che non è nuovo per te e i tuoi piedi: 35 le tue presenze in Champions League, 7 i tuoi gol, di cui alcuni pesantissimi, come quello alla corazzata dell’Arsenal nel 2022, che vi ha fatto maturare un pareggio importante in vista del ritorno. Sarà sicuramente una bellissima esperienza, crescerai ancora di più e riuscirai anche a importi all’estero, perché avventure di questo genere ti fanno crescere sia come calciatrice, sia come persona.

Quando hai scritto la tua lettera d’amore alla Juventus Women in occasione delle tue 200 presenze, hai dedicato parole meravigliose alla squadra in cui sei cresciuta, che ha creduto, che crede e che sempre crederà in te, tanto da lasciarti andare, con gli occhi pieni di malinconia: «Insieme abbiamo vinto tanto e ci siamo arrabbiate quando non è successo, ma non ho mai dimenticato che cosa significasse indossarti. Perché la Juve si indossa, e una volta indossata, non te la togli più. Come quell’abito da sposa che sognavi, al quale pensavi di non poter ambire. La Juve è il ballo di fine anno, l’appuntamento che aspettavi da una vita, quello di cui non avrai fotografie nitide perché non sei mai stata ferma nello stesso punto», e “Arianna Caruso” è diventato un nome, una garanzia, un dato di fatto, perché nome di un’eroina mitologica che, con il suo filo, la sua perspicacia e la sua intelligenza, è passata alla storia come solo una calciatrice nel ruolo di regista potrebbe fare.

Si dice che, quando si ama davvero qualcuno, bisogna essere disposti a lasciarlo andare, se questa persona esprime la volontà di farlo, anche se lasciarsela scivolare via dalle dita comporta un dolore immenso. Or ora, è doloroso sapere che dalla prossima partita la Serie A non ti vedrà in campo insieme a Sofia Cantore, Cristiana Girelli, Martina Rosucci, Barbara Bonansea, tra le altre, le tue compagne di viaggio di tutta una vita. Se si ama davvero qualcuno, e questo qualcuno vuole partire, è giusto che lo faccia. Se si ama davvero qualcuno, poi, c’è sempre un filo rosso che riesce a unire le persone, anche se sono dall’altra parte del mondo: il filo di Arianna, il filo (bianco)rosso che ti unisce alla Juventus, non si spezzerà mai, e ti terrà sempre legata a lei. Perché l’amore non finisce mai per davvero: cambia solo forma.

Grazie, Arianna. Per le partite giocate, per i gol segnati, per il tuo carisma, per la tua personalità dirompente al punto giusto, per la fascia da capitana al braccio, per la tua costante presenza sul terreno di gioco e con le indicazioni date alle compagne quando non potevi esserci (poche volte, davvero). Con il cuore in mano, gli occhi gonfi di lacrime di tristezza e commozione, l’intero popolo bianconero ti ringrazia per tutti questi anni e ti augura il meglio. Possa la sorte essere sempre a tuo favore.

Buona fortuna!

Ilaria Cocino
Nata a Torino nel 1998, si appassiona al calcio e all'atmosfera magica degli stadi fin da ragazzina. Laureata in Traduzione presso l'Università degli Studi di Torino, attualmente è traduttrice freelance dall'inglese e dallo spagnolo e si occupa anche di editoria. Da sempre affascinata dal mondo del giornalismo sportivo, prova a coniugare la sua passione per il calcio femminile con quella per le lingue per immergersi anche in quello internazionale.