L’Inter di questa stagione partiva con le migliori aspettative. I grandi colpi piazzati nell’ultima sessione di mercato presagivano per un importante miglioramento rispetto alla scorsa stagione. Purtroppo, sul livello del gioco, ciò non è avvenuto. Buoni i sette punti in classifica, ma per nulla veritieri rispetto a quello che le interiste hanno fatto vedere in campo.

Analizzando il match contro la Roma, le nerazzurre hanno rispecchiato il gioco a cui ci hanno abituato in queste prime uscite. Il fatto che le giallorosse rappresentano una minaccia offensiva temibile è innegabile, le lombarde hanno disputato tutta la partita sulla difensiva. Hanno sempre evitato di prendersi i rischi della situazione senza sbilanciarsi più di tanto in avanti. Tattica che può sembrare efficace, ma un solo singolo errore potrebbe compromettere tutti gli sforzi fatti fino ad allora. Inoltre, la retroguardia interista ha confermato di avere dei problemi di compattezza difensiva, troppi gli spazi lasciati all’attacco romanista.

Solidità dimostrata dal centrocampo, non il luogo ideale dove progettare la difesa finale. Nulla da dire se ciò viene usato per il primo atto difensivo. Ma se l’attaccante avversaria si trova a tu per tu con una giocatrice della seconda linea come ultimo uomo un problema c’è. Le mediane hanno sempre giocato dando le spalle alla porta avversaria ed evitando una qualsiasi azione d’attacco progettata. Le penetrazioni si sono basate solo sui lanci lunghi o sulle iniziative in solitaria di Caroline Moller, unica piccola certezza.

Apriamo una parentesi sul reparto offensivo. Le attaccanti sono sempre scese a prendere il pallone senza riuscire a dare il loro apporto in area. Ilaria Mauro è stata usata principalmente come una seconda punta, non il suo ruolo ideale. L’ex Fiorentina ha corso ininterrottamente per tutta la sfida. La possibilità di praticare il suo stile di gioco più da attaccante sotto porta non l’ha mai avuta. Discorso a parte anche per il suo esteso minutaggio. L’attaccante veniva da un intervento dispendioso per l’asportazione della tiroide. Farla rimanere in campo per tutta la gara potrebbe risultare un comportamento deleterio. Non aveva i 90 minuti nelle gambe, ma mister Sorbi ha scelto questa strategia. Passando al capitolo Tarenzi, messa sulla stessa fascia di Bartoli, ha dovuto sempre rincorrere il terzino romano. Il ruolo assegnato all’ex Sassuolo ha lasciato ignorato tutto il reparto offensivo non facendo arrivare palloni praticabili nella trequarti avversaria.

Problematiche evidenziate anche dal lato caratteriale della prestazione. La mancanza di autostima si è fatta sentire in fase di impostazione di ogni assalto interista. È come se le giocatrici sapessero già della superiorità avversaria e che ogni sforzo sarebbe stato vano. Ciò ha provocato anche un’assenza di lucidità e di serenità nella costruzione della manovra. Se si vuole rimettere una partita sul binario giusto, bisogna togliere sicurezza alle avversarie. E se in primis non la possiedi tu, come pensi di far fronte a dei limiti evidenti? Fortunatamente, dopo la rete del pareggio, la formazione di Zhang ha fatto vedere qualcosa a livello emotivo. A differenza della remissività iniziale, hanno saputo soffrire bene attestando di essere una squadra.

Segnali speranzosi in vista del derby di domenica prossima. Il match contro il Milan potrebbe dare dei nuovi stimoli alle nerazzurre. Incipit fondamentali per evitare il protrarsi di questa “crisi”.