Se l’Empoli Ladies ha il quarto miglior attacco del campionato, il merito è anche suo: Jenny Hjohlman ha segnato due gol nelle ultime due gare vinte dalla squadra azzurra. Svedese, 29 anni, Jenny è uno dei volti nuovi del gruppo guidato da mister Pistolesi, che le affida sempre un posto in attacco, esterna a sinistra: proprio in quella posizione, Jenny è diventata un vero pericolo per le retroguardie avversarie…
È il tuo primo anno nell’Empoli Ladies. Come ti trovi in questo club?
Mi trovo molto bene. È come stare in una grande famiglia. Abbiamo uno staff molto competente, che lavora con dedizione e attenzione per ogni singola persona. Le mie compagne di squadra mettono la stessa passione e professionalità nelle attività quotidiane. E i nostri tifosi sono davvero fantastici. Insomma c’è una bella atmosfera, ci divertiamo molto e allo stesso tempo ci impegniamo per migliorare e giocare un buon calcio.
Sono passati quasi 2 anni dal tuo arrivo in Italia. Stai bene in questo paese? È difficile stare lontana dalla Svezia?
Naturalmente mi mancano tante cose della Svezia, soprattutto la famiglia e gli amici. Però mi trovo molto bene in Italia. Mi piacciono le persone, i luoghi che vedo, il cibo e il grande patrimonio storico che abbiamo intorno. Qui mi sento assolutamente a casa.
Il tuo primo gol in questa stagione è arrivato a Tavagnacco. È stata una rete stupenda. Che ricordi hai di quel momento?
Segnare il mio primo gol è stata un’esperienza straordinaria. Intanto mi sono sentita sollevata. E poi siamo entrate nella difesa del Tavagnacco facendo esattamente ciò che avevamo provato in allenamento. Sono felice perché ho avuto l’onore di finalizzare un’azione molto importante per la squadra.
Le vostre azioni offensive sono il frutto di un gioco collettivo molto veloce, basato sulle vostre capacità tecniche e tattiche. Avevi già provato questo tipo di calcio in Svezia oppure ti sei dovuta adattare a un sistema nuovo?
Sì, è vero, abbiamo un modo di giocare piuttosto veloce ed è il risultato di un lavoro molto complesso. Quando giochiamo, non dobbiamo chiederci soltanto come fare un certo movimento, ma soprattutto perché lo stiamo facendo. Quindi, oltre a muoverti velocemente, devi anche pensare velocemente. E ci stiamo riuscendo. Non è un sistema nuovo per me, perché ho giocato con questo metodo anche in una squadra in Svezia. Mi piace molto questo tipo di calcio, perché dà alle calciatrici libertà e autonomia di pensiero.
Credit Photo: Empoli Ladies