Martina Lenzini ha parlato del passato, del presente e del futuro alla Juventus Women in una video intervista pubblicata su YouTube. Le dichiarazioni .

VINOVO COME CASA
«Già il primo anno era una sensazione abbastanza di casa. E’ un po’ come la mia vita, andare via da casa per provare una nuova esperienza e poi ritornarne, sperando di rimanerci il più tempo possibile».

PRESTITO
«Il fatto di essere andata in prestito era una mia volontà, non mi sentivo ancora pronta per essere in questo gruppo e in questa società. Sapevo che potevo avere una possibilità di tornare facendo esperienza fuori. Per noi giovani è importante acquisire tanta esperienza giocando. Io sono voluta andare via, il direttore mi ha detto che andava benissimo a condizione che se fosse in prestito perché non voleva rinunciare. Andare via e giocare è la cosa migliore per poi tornare facendoti l’esperienza lavorando tanto. Ci vogliono tanto impegno e determinazione per lavorare su sé stessi e avere l’ambizione di tornare in una società come la Juventus».

RITORNO ALLA JUVE
«E’ stato una sorpresa. Io sono andata via tre anni, sono tornata adesso che è il quinto anno di Juve. Non mi aspettavo di trovare tanti miglioramenti in una società che già dal primo anno non ci faceva mancare nulla. Sono tornata e c’è un centro sportivo e un’area dedicata solo a noi ragazze. La maggior parte le conoscevo anche prima della Juve, misono integrata benissimo dentro il gruppo. E’ stata una piacevole sorpresa ».

CARUSO
«Ho legato un po’ di più quest’anno con Arianna Caruso. Ci conoscevamo da tempo, ma non avevamo mai legato in questo modo. Infatti ci diciamo sempre: ‘Ci conosciamo da tanti anni e non ci siamo mai parlate’. In generale poi con tutte. Poi c’è Cernoia, il primo anno abitavamo insieme. Siamo un bel gruppo omogeneo, senza troppi gruppetti».

PROTAGONISTA IN CAMPO
«Non me l’aspettavo, è stata una sorpresa. Pensavo fosse più un anno di ambientamento di nuovo, Invece tornare qui, giocare tante partite importanti ed essere così coinvolta in campo è stato bello. Abbiamo dato un sacco di soddisfazioni. Dobbiamo continuare così fino alla fine».

MIGLIORAMENTI
«L’aspetto del carattere e della personalità. Sono andata via che ero un po’ acerba. Questi tre anni mi sono serviti tanto per prendere consapevolezza di me, di cosa posso dare in campo io e cosa possa dare agli atri in campo. Ho scoperto un mondo sul comunicare con le ragazze in campo per aiutarle. Mi ha aiutato un lavoro fuori campo con un mental trainer. Ho fatto tanto lavoro mentale su me stessa che mi ha portato a cambiare in campo come giocatrice».

CHELSEA
«Per 90 minuti abbiamo resistito e abbiamo tenuto testa ad una delle squadre più forti d’Europa. Oltre ad una preparazione fisica, quella è stata proprio una bella partita di testa».

GIOCARE LA CHAMPIONS LEAGUE
«C’è quella sensazione che vedi alla tv delle partite dei maschi. E’ una sensazione europea difficile da spiegare, mette quel brivido».

STADIUM
«Ho sempre sognato di giocare in quello stadio. Quando ero una tifosa che andavo a vedere la partita dicevo ‘chissà se un giorno potremo giocare in questo stadio’. Le ore prima dell’esordio in Champions in casa non pensavo tanto alla partita, sentivo un mix di emozioni pazzesco. Quando poi sono arrivata in campo ho detto ‘non ci credo’. Mi sembrava di essere in un sogno. Mi sono detta: ‘Martina sei qua, quattro anni fa eri là sopra a guardare la partita e adesso sei in campo’. E’ un’emozione indescrivibile».

SVOLTA
«Lungo il mio percorso tante persone mi hanno aiutato. In primis la famiglia he mi ha sempre sostenuto, fin dai primi passi. Mi han permesso di giocare a calcio e di andare fuori di casa quando ero minorenne. Grazie a loro sono qua. Probabilmente la svolta l’ho fatta l’ultimo anno al Sassuolo. Ho avuto la fortuna di giocare con giocatrici con tanta esperienza non solo in campo ma anche fuori che mi hanno proprio trasmesso cosa volesse dire essere professionisti e professionali dentro e fuori dal campo. Sarò sempre grata a loro».

Credit Photo: Paolo Pizzini