Martina Piemonte, nei giorni scorsi, è stata intervistata dalla testata Leggo. L’attaccante della Lazio, infatti, si è raccontata parlando in lungo ed in largo della sua carriera. Questo un estratto delle dichiarazioni della calciatrice biancoceleste:
“All’inizio mio padre non voleva che giocassi a calcio. Così mamma, insieme a mio zio, mi portarono di nascosto a giocare con mio cugino. Mi allenavo con i maschi visto che non c’erano scuole calcio femminili”.
La punta classe ’97 poi sul suo percorso ricorda: “Ho fatto tanti sacrifici, ora pesano meno con l’esperienza. A Verona, a 18 anni, non ci pagavano e lavoravo come barista la sera per mantenermi. Poi Siviglia, dove ho fatto la prima grande esperienza Chiamavo mamma per dirle mi manchi e piangevo. Da donna non è stato facile. Quando ero alla Fiorentina, invece, ho pensato di voler tornare a fare boxe ma sapevo di non poter vivere senza il calcio”.
Sul momento del calcio femminile in Italia, invece, la punta della Nazionale, ex Milan, Roma e Fiorentina, sottolinea: “Oggi tanti club italiani si stanno impegnando per costruire qualcosa di grande per noi. La disparità è principalmente salariale, non abbiamo la stessa retribuzione, perché il calcio femminile non ha lo stesso seguito e la stessa risonanza mediatica e di introiti di quello maschile. Il problema principale è culturale, più che delle società calcistiche”.
In queste settimane clamore ha fatto l’album Panini dedicato al femminile che Piemonte commenta cosi: “Siamo in un momento storico che ci ricorderemo tutti. È un peccato non sia stato fatto prima. È un motivo di grande orgoglio: dà la possibilità alle bambine di sognare e di farci conoscere dai bambini, è bellissimo Il seguito aumenta nelle partite della Nazionale, in campionato un po’ meno. Non mi piace parlare di calcio femminile e maschile, il calcio è calcio e basta”.