Photo Credit: Francesco Passaretta - Photo Agency Calcio Femminile Italiano

Giovedi 6 marzo, alle 15:30, si è svolto un convegno in vista delle Olimpiadi Milano-Cortina 26 a Palazzo Marino a Milano organizzato dalla Fondazione Gariwo, in collaborazione con il Comune di Milano, le Nazioni Unite e il CONI. Questo evento, intitolato “Giusti nello Sport” in occasione delle Giornata Mondiale dei Giusti, ha voluto sottolineare l’importanza dello sport nell’influenzare positivamente i rapporti che si possono creare anche tra avversari.

Al convegno ha partecipato il Sindaco di Milano, Giuseppe Sala, il presidente del consiglio comunale, Elena Buscemi, il presidente della Fondazione Gariwo, Gabriele Nissim, e altri relatori anche provenienti dal mondo del calcio come Zvonimir Boban e il centravanti rossonero Nadia Nadim.
La numero 9 danese classe 1988 è entrata nella storia del calcio femminile italiano grazie alla rete segnata nel primo Derby di Milano giocato a San Siro e terminato 1-1. Quella è stata anche l’unica marcatura nelle 13 apparizioni stagionali e in tutta la sua avventura milanista. A Nadim, con il passare delle partite, è stata preferita Evelyn Ijeh ma il ruolo dell’ex Paris Saint-Germain va oltre alla sua presenza in campo dato che ha nel proprio bagaglio un’infinita esperienza che le permette di essere assolutamente utile nello spogliatoio del Milan ricco di giovani promesse che hanno bisogno di queste personalità per crescere nel migliore dei modi.
Durante il convegno “Giusti nello Sport”, come riporta MilanPress.it, è intervenuta così riguardo al suo difficile passato e a come si è avvicinata a questo sport: “Prima di tutto grazie a tutti e buon pomeriggio, sono onorata di essere qui. Il calcio, come è stato detto, ha giocato un ruolo fondamentale nella mia vita. Io sono nata in Afghanistan dove le ragazze non avevano la possibilità di praticare questo sport, non c’erano diritti. Solo quando sono arrivata in Danimarca, nel campo profughi, per la prima volta ho visto il calcio, ho visto una ragazza che giocava e in quel momento mi sono innamorata di questo gioco. Volevo sentire quello che sentiva questa ragazza, gioia, fedeltà, queste sensazioni. In questi anni mi sono dedicata a questo gioco e non ho mai lasciato andare il pallone. Mi ha insegnato tutto quello che so su di me, sulla mia vita, ed è stato un vero e proprio portale che mi ha permesso di entrare in questa società, di girare il mondo ed essere qui oggi”.

Daniele Vitarelli
Nato in provincia di Monza e Brianza. Laureato in Storia e studente di Scienze Storiche presso Unimi a Milano, la mia passione principale, però, è sempre stata il calcio. Sono convinto che il calcio femminile possa diventare una realtà concreta in Italia e il mio obiettivo, oltre a migliorare me stesso, è rendermi utile per la crescita di questo movimento.

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