Lo stadio Bentegodi ha accolto la scorsa settimana cinque classi della Scuola Secondaria di Primo Grado di Dossobuono. I 109 alunni, accompagnati da otto insegnanti, hanno potuto vedere da vicino anche gli spazi destinati ai calciatori all’interno dello stadio. La prima tappa della visita si è svolta nella Tribuna Autorità per poi passare nella Sala Stampa per la consueta conferenza. Qui gli studenti si sono trasformati in giornalisti sportivi.
I quattro intervistati sono stati: Fausto Perseu e Antonio Metlika, centrocampisti rispettivamente delle formazioni Under 16 e Under 17 gialloblù, e Rossella Sardu e Penelope Ribolidi, centrocampiste della Fimauto Valpolicella – ChievoVerona.
Tantissime le domande poste ai quattro ospiti d’eccezione da parte degli studenti delle classi prime medie della scuola.
Patrizio Binazzi, Responsabile Progetto Giovani Cronisti
“Da tanti anni riceviamo allo stadio Bentegodi alunni e insegnanti che portano calore ed entusiasmo a questi appuntamenti del progetto Giovani Cronisti. Ogni incontro porta con sé una magia che vedo negli occhi dei ragazzi. Nelle ultime stagioni abbiamo introdotto anche la novità della presenza delle ragazze del Fimauto Valpolicella, che sono state una bellissima scoperta. Ritengo che averle qui con noi a portare la loro esperienza di calciatrici, donne, studenti e lavoratrici sia un valore aggiunto per il progetto. L’entusiasmo che hanno sempre e la testimonianza che portano durante gli incontri è coinvolgente e ritengo che dia lustro non solo alla giornata ma anche a tutto il movimento calcistico femminile, che ci onoriamo di presentare in queste occasioni. Una parola la voglio spendere anche per i ragazzi del Settore Giovanile. La loro partecipazione è un veicolo per dimostrare a ragazzi che a volte sono poco più piccoli di loro che i sacrifici e la determinazione sono valori fondamentali per poter iniziare un percorso come quello calcistico, che non sempre porta al professionismo.
Tutti questi ingredienti si amalgamo in una miscela che rende vincente il progetto Giovani Cronisti”.
Roberto Poccetti, insegnante Scuola Secondaria di Primo Grado di Dossobuono
“Da tanti anni partecipo a questo bellissimo progetto con le scuole nelle quali insegno. Credo sia un ottimo veicolo educativo e un avvicinamento a uno sport sano che il ChievoVerona rivolge ai ragazzi. Per me è un piacere portare gli istituti scolastici a sperimentare nuove esperienze così formative e in un certo senso anche emozionanti per bambini e ragazzi che vivono lo stadio nei suoi luoghi più segreti e affascinanti per una mattinata”.
 
Rossella Sardu – Penelope Riboldi, centrocampista Fimauto Valpolicella
“È stata un’esperienza bella e molto costruttiva, non solo per i ragazzi che hanno partecipato ma anche per noi che abbiamo portato la nostra testimonianza.
Ci hanno fatto tante domande interessanti e curiose. Personalmente – dice Rossella – mi piace molto stare in mezzo ai ragazzi ed è stato davvero divertente ascoltare le domande dei partecipanti. La più curiosa è stata sicuramente quella legata a cosa significhi secondo noi fair play, ed è stato bello che a farcela sia stata proprio una ragazza. Un’altra domanda che ci ha sorpreso perché molto seria e di attualità, è se fossimo mai state insultate in quanto femmine che giocano a calcio.
Io – prosegue Rossella – insulti non ne ho mai ricevuti. Solo da piccolina, quando andavo a scuola, il mio insegnante non voleva farmi giocare a calcio in quanto potevo farmi male in mezzo ai ragazzi. Un giorno mi ha fatto giocare, e da quel momento ha capito che si sbagliava! Anch’io non ho mai ricevuto insulti – dice Penelope – anzi. Da piccola giocavo in una squadra maschile, e a fine campionato ero sempre capocannoniere”!
Fausto Perseu e Antonio Metlika, Under 16 e Under 17 ChievoVerona
“Ci siamo davvero molto divertiti in questa mattinata diversa dal solito. Ci hanno fatto tante domande belle e interessanti. Non abbiamo mai fatto una simile esperienza a scuola, e ci sarebbe piaciuto tantissimo poter entrare in uno stadio e visitare luoghi come il campo e lo spogliatoio.  La domanda più bella è stata quella legata al fair play, cosa significasse per noi. Per me – dice Antonio – è molto importante e deve esserci sempre, dentro e fuori dal campo. Se l’avversario è più forte di te, bisogna accettarlo. Si deve fare di tutto per affrontarlo senza arrendersi mai, ma usare sempre la testa e non andare oltre, avere quindi il massimo rispetto. Anch’io la penso così – dice Fausto – e me lo hanno sempre detto anche gli allenatori che ho avuto fin da bambino. L’insegnamento più grande è che non deve mai esistere il senso di vendetta. In campo bisogna accettare quello che succede, senza mai reagire”.​