Photo Credit: Paolo Comba - Photo Agency Calcio Femminile Italiano

Nella prima sconfitta incassata dalla Juventus Women in Serie A sotto la guida di Massimiliano Canzi si è notata fin dal fischio d’inizio la poca convinzione da parte dell’intera squadra, spesso surclassata dalle padrone di casa giallorosse e senza le dovute calma e lucidità per pareggiare il risultato o sperare in una vittoria. Ecco le pagelle a cura della nostra redazione.

PEYRAUD-MAGNIN: 6,5. A mancare non è la sua solidità, bensì quella delle compagne che dovrebbero aiutarla a proteggere la porta. Reattiva negli interventi, salva in un paio di occasioni dei gol già fatti su palloni persi dalla difesa deviandoli in angolo. Nulla da dire sul suo operato.

BOATTIN: 4,5. Le attaccanti avversarie la pressano da subito e la intimidiscono e, come una statua di sale, assiste spesso inerme alle incursioni giallorosse. Viens e Corelli sono due ossi duri che la scavalcano spesso e volentieri, e fa sempre più fatica a imporsi nel gioco correndo dietro alle attaccanti anziché aspettandole. Forse questo ruolo non le si può cucire addosso.

KULLBERG: 4,5. L’intervento prodigioso su Giugliano nella ripresa è tra le poche cose che si possono salvare del suo match. Disordinata, confusa, totalmente in bambola, non si intende con Lenzini e fallisce l’anticipo su Dragoni nella rete del vantaggio giallorosso. Rischia nuovamente di far subire gol a pochi giri d’orologio dalla fine primo tempo. La brutta, bruttissima copia di quella vista all’Allianz Stadium contro la stessa avversaria.

LENZINI: 5,5. Gestire Viens è come provare a mettere una toppa su un buco nei pantaloni in tensione per uno sforzo: più tenti di sistemarlo, più la situazione ti sfugge di mano, e lo stesso si può dire di Corelli. La migliore in difesa, fa la voce grossa nelle chiusure su Haavi e fa filtrare pochi palloni, ma la difficoltà del match e la bravura delle avversarie a imporsi le percepisce tutte.

KRUMBIEGEL: 6. Fin dalla doccia fredda del gol è tra le poche della squadra a provare l’arrembaggio nell’area giallorossa, ma nessuna l’accompagna quando serve palloni in avanti. Commette molti errori tecnici in fase difensiva, e perde palloni che potrebbero diventare fatali. In compenso, però, nella ripresa tenta di andare in profondità e di andare a segno, ma è troppe volte spalle alla porta. (Dal 70’ THOMAS: 4,5. Glionna ha spaccato la partita in positivo, lei l’ha fatto in negativo. Da appena entrata commette l’errore che innesca l’azione del raddoppio giallorosso, perdendo un pallone a dir poco pericoloso. La Roma ha imparato la lezione dell’Allianz, stavolta è sempre marcata ed è del tutto innocua.)

SCHATZER: 5,5. Fresca di rinnovo, perde la freschezza sul terreno di gioco. Fatica a trovare le compagne, fatica a recuperare i palloni, fatica a gestire quei pochi che le capitano tra i piedi senza essere aggredita dalla Roma. Commette errori tecnici che non fanno parte del suo repertorio.

CARUSO: 6. Quando il gioco si fa duro, Caruso comincia a giocare. Mantiene la calma dopo il gol subito, incita la squadra a pressare e a farsi vedere in avanti, cerca l’incornata per portare il pareggio alla sua squadra. Nella ripresa, cominciata un po’ sottotono, stravolge completamente gli equilibri accendendosi prima e dopo il gol di Bonansea. Qualche idea c’è, ma è difficile da concretizzare. (Dal 62’ BENNISON: 6. Continuano le buone prestazioni della giovane centrocampista che, oltre a proporsi in fase offensiva per contenere le imbucate delle giallorosse, fa lo stesso in fase offensiva, cercando il gol del pareggio in più casi. Diventa pericolosissima con la diagonale a incrociare a pochi minuti dal termine, ma non inquadra lo specchio.)

BERGAMASCHI: 4,5. Prestazione molto sottotono della numero 22, costretta a correre senza meta avanti e indietro perché troppo veloci le altre e troppo imbambolata lei per capire cosa fare. Cerca di proporsi a Cantore con pochi palloni complicati, corre per far partire i contropiedi, ma il suo contributo alla squadra è impalpabile. (Dal 46’ BECCARI: 5. Entrata per essere l’antidoto ai problemi in fase offensiva della Juventus, diventa invece il veleno che concede la definitiva disfatta alla squadra, commettendo un’ingenuità in area di rigore che costa cara a tutte. Qualche guizzo all’inizio c’è, ma si perde con il passare dei minuti. Partita da dimenticare.)

BONANSEA: 6,5. Ancora una volta, la migliore in campo per le bianconere. Nel primo tempo ha la possibilità di sfruttare la prima azione della partita per sbloccarla, commette un errore sul cross di Vangsgaard e continua a riproporsi senza ottenere nulla. Nella ripresa, al contrario, la musica cambia: gioca di fisico, si prodiga per far salire la squadra, insiste e insiste, come sempre, finché non trova il gol del tanto cercato pareggio. Gioca tutta la partita provando la giocata individuale per superare la Roma, ed è questa l’arma a doppio taglio che, di fatto, non aiuta la Juventus a trovare nuovamente il gol.

VANGSGAARD: 5. Il detto “meglio soli, che male accompagnati” sembra descrivere perfettamente la sua partita: sola nel recupero dei palloni, sola in mezzo alle guardiane dell’area giallorossa, sola nelle ripartenze. Gli errori nei controlli, negli stop e nei passaggi rendono la sua gara ancora meno incisiva. Forse, in certi casi, è meglio gettarsi nella mischia e farsi coinvolgere. (Dal 70’ GIRELLI: 5. Leonessa in gabbia con la Lazio, leonessa in gabbia con le lupe. Non riesce a entrare in partita e a incidere con la sua classica esperienza, Minami l’avvolge nelle maglie della sua rete e non la fa respirare. I pochi palloni che tocca le vengono scippati dai difensori.)

CANTORE: 5,5. Nel primo tempo Linari fa inceppare la sua macchina da gol, battendola sempre sul tempo. È imprecisa nei controlli e gli sforzi per servire le compagne sono del tutto vani. Il gol di Bonansea la galvanizza e si vede di più rispetto al primo tempo, si spinge a più riprese in avanti, ma le mancano due cose: la precisione, e le compagne smarcate a cui servire.

Ilaria Cocino
Nata a Torino nel 1998, si appassiona al calcio e all'atmosfera magica degli stadi fin da ragazzina. Laureata in Traduzione presso l'Università degli Studi di Torino, attualmente è traduttrice freelance dall'inglese e dallo spagnolo e si occupa anche di editoria. Da sempre affascinata dal mondo del giornalismo sportivo, prova a coniugare la sua passione per il calcio femminile con quella per le lingue per immergersi anche in quello internazionale.