Ai microfoni di Juventus TV è intervenuto Stefano Braghin. Le parole dell’Head of Juventus Women.

BILANCIO – «Fino ad ora è molto buono, soprattutto nel nostro percorso in Italia dove abbiamo centrato tutti gli obiettivi che ci eravamo dati. Chiaro che mancano i due obiettivi principali che sono ancora in gioco: il campionato e la Coppa Italia, che naturalmente possono cambiare drasticamente la valutazione di questa stagione. Se fino ad ora il cammino è stato importante, tutto questo potrà avere un senso in base a quello che accadrà nelle prossime 6/7 partite. Il calcio delle volte ha dei tempi particolari, per cui si rischia di trovare una situazione come la nostra dove in 6/7 gare possiamo dare un senso ad un percorso di 6/7 mesi».

SASSUOLO – «In questo momento è l’avversaria più difficile da affrontare in trasferta. Tra le mura amiche ha fatto 7 vittorie e 1 pareggio, non perde da febbraio 2020 quindi andiamo in un campo molto ostico. Questi numeri, interpretati, ci danno lo scenario di una gara difficile. Il Sassuolo è formato da grandi individualità, non solo offensive ma anche difensive, come Martina Lenzini, che è il capitano ed è una giocatrice di nostra proprietà. Ha fatto un percorso straordinario e ritengo sia uno dei difensori più forti in prospettiva del calcio italiano. Il Sassuolo non è l’unico ostacolo, perché qualsiasi squadra contro la Juve lo è. Ma affrontiamo una delle realtà più forti del calcio femminile italiano e sarà un bel banco di prova».

RITORNO CON LA ROMA – «Le ultime due partite disputate con la Roma hanno evidenziato i nostri punti deboli, che noi abbiamo come tutti ed ha saputo farne tesoro mettendoci in difficoltà. In Supercoppa eravamo riusciti a vincere grazie alle capacità individuali delle nostre calciatrici: sono convinto delle difficoltà di questa gara. Ci conoscono bene, abbiamo toppato le ultime due gare con loro, ma il nostro staff tecnico saprà trovare le giuste contromisure».

JUVE INTER PRIMAVERA – «Sarà una bellissima partita. Ha un valore relativo perché riguarda ancora la fase preliminare, poi eventualmente ci saranno delle finali che saranno uno scenario ancora più bello. La nostra squadra è molto giovane, abbiamo fatto una scelta voluta di cedere in prestito i migliori profili della Primavera che, a causa dell’anno disastrato dalla pandemia, rischiavano di giocare poco. La nostra Under 19 è formata da ragazze sotto i limiti d’età, e l’obiettivo che abbiamo dato a questo progetto è biennale, così come alla giovane allenatrice. Fa parte di un percorso che dovrà compiersi in un biennio; certo è che quando si giocheranno partite contro squadre blasonate si gioca per il risultato ma non vorrei neanche caricare di troppe responsabilità questo gruppo».

 

PROFESSIONISMO  «In questo momento c’è una delibera che lo rende operativo dalla stagione 2022/2023. Mancano molte altre cose, ma il professionismo è stata una grande conquista per le nostre calciatrici. Quando si combatte una battaglia bisogna proteggerla dai demagoghi e dai populismi che sono i primi attratti da queste situazioni. Dobbiamo concentrare i nostri sforzi insieme alla Federazione in modo che il professionismo sia una vera occasione di crescita. Bisogna creare un prodotto che sia appetibile e che attiri gli investimenti: non si può vivere esclusivamente di contributi statali, governativi. Sono stati ben graditi ma nel lungo periodo il sistema deve attrarre degli investitori».

MEMBRO DEL CONSIGLIO DIRETTIVO DELLA DIVISIONE FEMMINILE  «Si cerca di affrontare le sfide del calcio post pandemia e capire come il professionismo può essere un’occasione importante. Il fatto che la Federazione nomini un club all’interno dei proprio membri è un segnale di grande collaborazione. Noi abbiamo sposato il calcio femminile in un contesto molto bellicoso nel 2017, in cui le istituzioni e i club erano su due fronti contrapposti. Oggi è unico e al di là che la Federazione abbia pensato a me, la cosa importante è che si lavora uniti, senza bandiere».

RINNOVI  «Al termine di questa stagione sportiva viviamo un ciclo di 4 anni e speriamo che queste sei giornate compiano il percorso nel migliore dei modi. Questi rinnovi sono visti in un’ottica di continuità. Il calcio femminile ha uno scenario favorevole: abbiamo la riforma della Champions League, tre eventi in tre anni consecutivi a livello internazionale (Olimpiade, Europeo, Mondiale), un progetto di riforma della FIGC. Abbiamo dall’altra il senso di responsabilità di operare in regimi di pandemia, con tutti i risvolti economici del caso. Finiremo questo campionato, faremo le valutazioni su come aprire il percorso dei prossimi 3 anni in prospettiva europea e serenamente decideremo come e in che modo affrontarlo».

NUOVA RIFORMA IN CHAMPIONS LEAGUE  «Sicuramente sarà un percorso che contempla dei gironi, quindi sei gare garantite danno una maggiore appetibilità sia a livello commerciale e sia di media. D’altra parte è pur vero che ci sono due turni da superare: noi non abbiamo un ranking che ci permette di evitarli, quindi la fase a gironi diventa l’obiettivo cruciale nella crescita. Bisogna assumere una dimensione europea. Invece di continuare a parlare del gap che è molto grande, bisogna concentrarsi sui nostri punti di forza e fare in modo che siano gli altri a preoccuparci di noi».

FUTURO NEL CALCIO FEMMINILE  «C’è una specificità del lavoro. Il calcio femminile è meno potenza, ed è naturale che sia così, c’è molta più tecnica. C’è la necessità di un’organizzazione diversa, soprattutto sulla mentalità. Bisogna andare in campo facendo di tutto per vincere, anche se ogni tanto questo vuol dire rischiare di perdere. E credo che questo cambio di mentalità sia la marcia che ci serve».

Credit Photo:  Giancarlo Dalla Riva