Più facile scalare l’Everest che farsi strada nel bunker impenetrabile del Napoli, capace di costruire una linea difensiva che dà forza e sicurezza all’intera squadra. La cima più elevata dell’Himalaya va per assonanza con le maestose alpi del Trentino che han dato i natali a Chiara Groff, baluardo difensivo del roster partenopeo capolista in Serie B prima dello stop forzato. Le nuove sfide non la scalfiscono, e non a caso soltanto 2 stagioni fa Groff ha percorso circa 900 km per alzare l’asticella passando dalla comfort zone dell’Isera (Serie C) alla massima serie con la Pink Bari, esordendo con nonchalance sul terreno della Fiorentina campione d’Italia. 6 clean sheets, intelligenza tattica ed all’occorrenza quella ruvidezza propria del Vesuvio che le ricorda l’aria di casa. Chiara Groff si è ambientata alla perfezione in città diventando a tutti gli effetti una napoletana acquisita, e con la maglia azzurra ha deciso di vincere e consacrarsi.

Com’è nata la tua passione per il calcio, e a che età hai iniziato a giocare?

“Devo dire che noi calciatrici siamo accomunate da un background piuttosto simile. Son partita giocando con mio fratello nel piazzale di casa, e quando lui ha iniziato a frequentare la scuola calcio non potevo non seguire le sue orme, perché dovevo ripercorrere esattamente il suo percorso. A 8 anni ero già su un rettangolo verde, ma dopo due stagioni con i maschietti, mia mamma mi impose un aut aut: o una squadra femminile o un altro sport. Per fortuna non è stato un problema trovare una società, ed ho così potuto continuare il mio percorso”.

Da Trento al Sud: due stagioni fa tappa a Bari in Serie A, e quest’anno a Napoli per riconquistarla. È stato semplice ambientarti in città?

“Mi reputo una ragazza che sa adattarsi molto facilmente, per cui ho impiegato davvero pochissimo ad inserirmi giù a Napoli. È inutile negare che ci sono differenze abissali nei tempi e ritmi di vita, ma l’accoglienza della gente del Sud è qualcosa che ti lascia a bocca aperta. Mi son trovata subito benissimo: l’esperienza lontano da casa in quel di Bari nel 2017 mi ha aiutato tantissimo, ma devo ammettere che il calore e l’ospitalità del popolo napoletano non hanno eguali”.

Hai avuto modo di girare la città e la provincia? Quali i posti che ti son piaciuti di più o ti son rimasti nel cuore?

“Da amante della montagna e da buona trentina, il posto più bello che ho visitato è senz’altro il Vesuvio, anche perché mi ha fatto un po’ rivivere l’aria di casa. Mi piace viaggiare, per cui cerco di sfruttare il tempo libero per conoscere quanto più possibile il territorio: ho avuto modo di ammirare tantissime zone di Napoli, quindi Pompei, Ercolano ed un’escursione a Capri seppur d’inverno. Ho avuto modo di apprezzare anche la Penisola Sorrentina, caratterizzata da una strada fantastica e ideale da percorrere in moto, che è una tra le mie più grandi passioni”.

Questione cibo: quale ti manca di più della tua terra, e quali le tue specialità campane preferite?

“Ovviamente la pizza. Credo che adesso sarà molto difficile mangiarne una simile lontano da Napoli, visto che l’asticella si è alzata tantissimo! Allo stesso tempo ho avuto nostalgia dei piatti tipici trentini che preparava a casa mia mamma, ed ogni tanto provavo a replicarli qui a Napoli anche se con risultati diversi!”

Da Mozzecane con Gelmetti, poi vi ha raggiunto anche Pavana. Quanto è importante avere un feeling già consolidato, e quanto è stato semplice integrarti nel gruppo azzurro?

“Poter contare su qualcuno con cui hai già un certo feeling, è sicuramente importante qualora ti trovassi ad affrontare anche una piccola difficoltà sul piano fisico. Tuttavia son rimasta subito colpita in positivo dal grande gruppo che si è formato qui al Napoli. Pur essendo un organico quasi completamente diverso rispetto alla stagione precedente, siamo riuscite a superare immediatamente qualche piccola diffidenza iniziale, creando pian piano quel giusto amalgama in grado di fare la differenza. Poi vincere aiuta a vincere, forgiando sempre più la tempra di ognuna di noi”.

Hai giocato quasi tutte le gare in coppia con Di Marino: grande intesa, 6 clean sheets e soli 13 gol subiti per la seconda miglior difesa del campionato. Quanto conta l’affiatamento per ottenere risultati ambiziosi?

“Tantissimo. Ma l’aspetto più importante è che ogni qualvolta la linea difensiva presentava qualche piccola variazione sul tema, riuscivamo sempre a compattarci senza alcuna difficoltà. Con Paola mi son sempre trovata benissimo. Calcisticamente abbiamo caratteristiche differenti: lei è più istintiva mentre io son più metodica, per cui riusciamo a compensarci e completarci alla perfezione. Va dato inoltre grande merito al mister, poiché il gran lavoro tattico sulla fase difensiva ha pagato portando ad ottimi risultati”.

Ti piace ragionare, senza mai buttar via il pallone. In che modo il mister Marino ha fatto evolvere il tuo modo di giocare?

“Insieme al mister ho svolto un lavoro finalizzato ad affinare alcuni aspetti del mio gioco: ad esempio essere più furba e scaltra in alcune situazioni, così come mettere talvolta la mente da parte, ed essere più istintiva quando le circostanze lo richiedono.Per migliorarsi è fondamentale focalizzarsi sui punti deboli, senza mai trascurare il proprio bagaglio tecnico-tattico che va allenato costantemente per essere sempre al top”.

Qual è stata la partita più bella, e quale l’avversario che ti ha creato più grattacapi?

“Bella domanda. Vista dall’esterno è stata probabilmente molto sofferta, ma da calciatrice credo che la partita più bella sia stata quella in trasferta sul campo della Riozzese. Eravamo sotto di due reti, ma siamo riusciti a recuperare nella ripresa con grande forza di volontà. È stata una rimonta ottenuta con personalità e carattere, ovvero quelle caratteristiche che ci hanno poi permesso di assestarci in vetta alla classifica. Il match che mi ha invece lasciato più amaro in bocca è stato quello che ci ha viste incassare l’unico ko stagionale a Ravenna. È stata la classica partita storta. Abbiamo tenuto costantemente in mano il pallino del gioco, creato tante occasioni senza concretizzarle, ma alla fine il risultato ci ha viste soccombere su una ripartenza delle nostre rivali sull’unica sortita offensiva verso la nostra porta. Il roster romagnolo ha fatto valere tutta la propria esperienza avendo anche diversi campionati di Serie A alle spalle, e per noi è stata un’autentica beffa poiché il fattore sfortuna ha giocato un ruolo decisivo”.

A 7 giornate dalla fine, leadership del girone e 10 punti su 12 conquistati con le dirette inseguitrici. Non si è potuto chiudere sul campo, ma credi che la promozione sarebbe l’epilogo più giusto?

“Io e le mie compagne avremmo senza alcun dubbio preferito festeggiare la Serie A sul campo, però abbiam dovuto prendere atto che non sussistevano le condizioni per proseguire. Lo stop è giunto con più di metà campionato ormai alle spalle, la nostra squadra era in vetta alla classifica con una gara in meno, e considerando anche il rendimento complessivo credo che sul campo abbiamo mostrato tutta la nostra forza. Bloccare promozioni e retrocessioni non sarebbe giusto, perché vorrebbe dire vanificare un lavoro durato ben 10 mesi mentre iniziava già ad intravedersi la linea del traguardo”.

Il lockdown ha tenuto tutti a casa per un tempo lunghissimo: quali le passioni che hai coltivato nel corso della sosta forzata?

“Mi piace fare un po’ di tutto. Dalla lettura, passando per la preparazione di gustosi dolci in cucina, fino allo studio perché ritengo sia sempre necessario mantenere la mente allenata ed imparare nuove cose. Non avevo esattamente un hobby specifico, ma cercavo di impegnare le giornate in diversi modi. Non nascondo che il calcio è sempre stato il mio centro di gravità, guardando partite oppure semplicemente scendendo ad allenarmi in garage”.  

Qual è stato o qual è il tuo modello calcistico di riferimento?

“Per quanto riguarda i colleghi di reparto, ho sempre ammirato Fabio Cannavaro, e da interista Walter Samuel, che è stato tra gli eroi del triplete nerazzurro. Come uomo metto Javier Zanetti un gradino sopra tutti. Sono loro i punti di riferimento da cui cerco di trarre ispirazione”.

Sogno sportivo nel cassetto?

“Il mio sogno sportivo doveva avverarsi quest’anno. Non ho ancora vinto nulla in carriera, e mi sarebbe piaciuto iniziare proprio a Napoli. Mi son guadagnata una salvezza a Bari in Serie A che vale quasi quanto una vittoria, però è normale che l’ebbrezza di un trionfo resta il mio chiodo fisso”.

Com’è stato esordire in massima serie?

“Emozionante. La mia “prima” è stata a Firenze, sul campo della squadra campione d’Italia in carica. Fu una partita combattuta e sofferta, giocata tutta in difesa, che perdemmo di misura rischiando di strappare anche il pareggio nel finale. Provai una sensazione stranissima. Ero super concentrata per quella partita, avevo un livello di adrenalina tale da non sentire alcuna paura o tensione, e soltanto a fine gara ho realizzato l’importanza di quel che avevo appena vissuto. Pochissime volte in carriera mi è capitato qualcosa di simile. Tra l’altro si è trattato per me di un doppio salto visto che venivo dalla Serie C. Sul piano fisico è stato un cambiamento abissale, visto che son passata da 2 allenamenti a settimana più la partita, a lavorare sul terreno di gioco tutti i giorni in maniera metodica. Si può dire che a Bari il calcio è passato dall’essere una semplice passione a un lavoro a tutti gli effetti”.

Napoli sarebbe per te il primo campionato vinto: hai avuto modo di conoscere la piazza. Quanto sarebbe bello trionfare in una tra le piazze più calorose?

“Siamo sempre rimaste con i piedi per terra, ma allo stesso tempo consapevoli di poter raggiungere obiettivi importanti. Credo che tutte noi stavamo iniziando ad immaginare la vittoria del campionato e come sarebbe stata la festa promozione. Abbiamo la fortuna di vivere una piazza calorosa, e ritengo che il nostro presidente avrebbe meritato il doppio salto di categoria per il forte impegno che ha messo nel riportare Napoli nell’elite del calcio nazionale. Sarebbe stato ancora più bello avere la disponibilità di un campo più vicino a Napoli per avvicinare un numero sempre maggiore di tifosi alla nostra squadra ed al nostro movimento”.

Photo Credit: Stabia Channel