Continuiamo il nostro viaggio all’interno del mondo del calcio femminile e oggi intervistiamo Desirè Ciuffo, difensore classe 2003 del Pontedera Femminile che quest’anno è stata promossa in prima squadra dal Presidente Maurizio Pantani sotto la direzione tecnica di una leggenda del calcio come Renzo Ulivieri.

Buongiorno Desirè e benvenuta sulle nostre pagine. Come è nata la tua passione per il calcio?
La passione per il calcio non nasce in un momento preciso della vita. Con un pallone tra i piedi potevo finalmente dire di stare bene e sentirmi veramente bene. Le altre persone si sono rese conto della mia passione per il calcio quando per potermi vedere felice dovevano vedermi in un campo di calcio. La necessità per questo sport è probabilmente nata dal primo momento in cui ho toccato palla con i piedi e da lì in poi mi sono rifiutata di giocarci con le mani. La passione ce la può avere chiunque , ma l’esigenza di calciare un pallone in libertà è qualcosa che ho sempre desiderato fare sin da bambina e che raggiungerò pienamente quando avrò compiuto la maggiore età.

Quali sono i tuoi progetti per questa stagione con il Pontedera? Il Presidente Pantani ha deciso di valorizzarti prendendoti dal settore giovanile… Senti la pressione?
Ho iniziato a giocare a calcio due anni fa senza concludere a pieno una stagione e ritrovarmi a giocare in prima squadra con ragazze anche molto più grandi di me mi spinge a dare di più. La pressione la sento a pieno, le ragazze della squadra hanno sicuramente più esperienza per quanto riguarda il saper stare in campo, saper trattare il pallone e saper stare con le compagne. I miei progetti per questa stagione sono migliorare dal punto di vista tecnico e mentale, in questo sport è fondamentale la testa, non mollare, fallire e riprovare. Sono contenta che il presidente Pantani abbia deciso di valorizzarmi prendendomi dal settore giovanile, se io mi senta o meno pronta per una prima squadra lo vedremo, intanto mi aspetto tanto da me in questa stagione. Voglio di più e vorrò sempre di più.

La stagione di calcio femminile è ripartita: come è stato il lockdown visto con gli occhi di una calciatrice?
Personalmente il lockdown non mi ha stravolto così tanto la vita dal punto di vista calcistico. Al giorno d’oggi, ora che mi è di nuovo permesso praticare questo sport, non so come io possa passare un nuovo lockdown. Sicuramente però ci starei male perché so cosa significa privarsi del calcio. Cercherò e riuscirò comunque a mantenere la mia mente focalizzata su ciò che sono i miei obiettivi, farmi forza e non mollare, non permetterò a me stessa di abbattermi.

Dall’anno prossimo si comincerà a parlare anche di professionismo femminile: pensi che i tempi siano maturi per un passo del genere? Ti stai preparando in qualche modo in tal senso?
Penso che, per quanto mi possa riguardare, i tempi siano maturi per un passo del genere. Purtroppo è già di per sé un grande passo arrivare a parlare di professionismo nel calcio femminile a causa di un certo modo di vedere il calcio che discrimina le donne, ci troviamo all’interno di una nazione che è vittima di una mentalità retrograda e insensibile al progresso. Il calcio è da sempre stato imposto dalla società come uno sport solo ed esclusivamente maschile, sottovalutando così il genere opposto. Parlare di professionismo nel calcio femminile potrebbe creare una nazione con maggiore elasticità mentale.

L’ultima domanda: cosa vede nel suo futuro Desirè Ciuffo?
Io ora come ora penso al mio presente per poter costruire il mio futuro, cerco di dare sempre il massimo e mi pongo piccoli obiettivi per poter arrivare sempre più lontano: le grandi cose richiedono tempo ed io pretendo tutto ciò che voglio finché non lo raggiungo. Nel mio futuro non vedo sicuramente una vita normale, so che avrò un futuro straordinario e crederci è fondamentale.

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