È il motore del ChievoVerona Women, la persona che mette benzina sulle gambe delle ragazze gialloblù utile per sfrecciare sulle corsie o per non rinunciare neanche a uno scatto, per non mollare neanche un centimetro fino al 90′.
Guida le ragazze verso la fatica in ogni allenamento, quel sudore che però è essenziale per raggiungere qualsiasi successo, che può fare la differenza fra una vittoria e una sconfitta.
La sua voce dà ritmo e scandisce ogni corsa, ogni test fisico, ogni esercizio che inaugura tutte le sedute al Bottagisio, ma si sente (e forte) anche nel corso di tutte le gare di questo campionato, purtroppo senza pubblico.
Stiamo parlando di Enrico Salgarollo, preparatore atletico, da tanti anni al servizio del mondo gialloblù e membro essenziale dello staff tecnico agli ordini di mister Dalla Pozza. Ma per tutti, da queste parti, è più semplicemente “Il Prof”.

Di seguito la seconda parte dell’intervista rilasciata ai nostri canali ufficiali.

Questo è il tuo 13° anno al Chievo, dove ormai sei di casa. Come sei entrato a far parte di questo mondo e quali ruoli hai ricoperto in questo lungo percorso? Cosa vuol dire per te questa società e quali esperienze sono state fondamentali per la tua crescita professionale?
Questa è una domandona, è una lunga storia, mi viene da sorridere…Ho iniziato per caso in un estate, credo fosse appena finita la terza Liceo, al campo estivo di Villa Guerina a Montorio, storica location dei camp cittadini. Avevano bisogno di una mano nello staff a causa di un elevato numero di iscritti, così mio padre, ai tempi tra gli organizzatori dei Camp e della Scuola Calcio, mi fece alzare dalla sdraio e mi arruolò in batteria. Sostanzialmente facevo il “porta-cinesini” e davo una mano con l’animazione. Il primo giorno conobbi Mister Paolo Nicolato, allora Mister della Primavera e attuale Ct dell’Under 21 maschile Azzurra, il quale non esitò a mettermi al lavoro. Ricordo come fosse ieri che a fine giornata mi disse in dialetto: “Te torni anca doman era?! Iniziò tutto da li.

Dopo la maturità entrai a Scienze Motorie a Verona e nell’agosto del 2008 iniziai il mio primo anno “ufficiale” con Mister Luca Zaffanella e l’annata 1996. Nel corso degli anni successivi ho preso parte alle attività di Settore Giovanile, Scuola Calcio, Campi Estivi, Chievo Verona International e non ultimo ho visto nascere ChievoVerona for Specials, progetto interamente dedicato ai ragazzi con disabilità cognitive. Mi ritengo fortunato ad aver vissuto degli anni meravigliosi facendo parte di un Settore Giovanile ammirato in tutta Italia, formato da grandi lavoratori, competenti e dall’etica encomiabile; ringrazio tutti coloro che mi hanno insegnato qualcosa, allenatori,  preparatori, responsabili di progetto, giovani calciatori e chiunque abbia voluto il meglio per ChievoVerona. Molti di loro stanno proseguendo le loro strade in altre importanti realtà, raggiungendo eccellenti risultati, li ricordo tutti con piacere.
Negli ultimi tre-quattro anni mi sono dedicato quasi esclusivamente alla Scuola Calcio, spostando il focus sull’importanza educativa dello sport nel rispetto delle esigenze dei più piccoli, mantenendo comunque un’impostazione orientata alla programmazione ed alla ricerca della qualità dell’insegnamento, cosa che a mio avviso, dovrebbe sempre corrispondere al nome ChievoVerona.
Il Chievo per me è casa, e sono grato delle opportunità che mi sono state date permettendomi di lavorare ed imparare, completando ed arricchendo il mio percorso di studi universitari.

Come hai ricordato anche tu, nei tuoi trascorsi sportivi hai avuto modo di seguire da vicino anche il lavoro dell’attuale ct dell’U21 Nicolato, a cui sei legato anche da un rapporto di stima e amicizia. Cosa ha rappresentato per te e cosa ti ha lasciato quella esperienza?
Beh, avere la stima e l’amicizia di una persona come Mister Nicolato è un onore. Mi ha sempre colpito la sua semplicità e positività, ma al tempo stesso la capacità di guidare il gruppo da vero leader…Magnetico quando c’era da mettersi al lavoro. Cercavo spesso di vedere qualche suo allenamento, ancora quando il Bottagisio non era la magnifica struttura che conosciamo oggi, così come le partite a Caselle di Sommacampagna. Ricordo qualche episodio degli allenamenti, come ad esempio quando si provavano i calci piazzati, magari per allenare la linea difensiva. Mi è capitato di sentirlo dire: “Dai adesso le calcio io, che calcio meglio di tutti!”, scherzando (ride, ndr).

Mister Nicolato è sicuramente un modello da seguire. Rappresentare il punto di arrivo della filiera delle nazionali giovanili credo sia un risultato straordinario per una persona partita non certo dai riflettori della serie A. Il suo percorso parla da solo (vivide ancora le immagini dello storico scudetto Primavera del 2014) e credo che servano più persone come lui per il nostro movimento. L’Italia è un paese di grande tradizione calcistica ma il passato da ricordare non basta; abbiamo bisogno di colmare il gap con le nazioni più avanzate, evitando di forzare i tempi senza però perdere un giorno per programmare e lavorare. I primi risultati tangibili cominciano ad arrivare con le Under Azzurre e questo dev’essere motivo per continuare a credere nel lavoro con positività e lungimiranza.Spero un giorno di poter anche solo percepire la realtà che il Mister sta vivendo in questi anni. Sarebbe un sogno ed una sfida veramente emozionante.

Tornando al Chievo Women, la ripresa delle competizioni inaugurerà un probabile “tour de force” per recuperare le tante gare rinviate. Secondo te la rosa è pronta ad affrontare talvolta anche più di un impegno a settimana? Come cambierà il piano di allenamento? Il recupero fisico passa anche da quello delle energie mentali?
Sicuramente la probabilità di un “Tour de Force” sarà plausibile, ma ci sarà anche per la maggioranza delle altre squadre. Credo che una situazione difficile da inquadrare e imprevedibile come quella imposta dal COVID-19, abbia messo a dura prova non solo l’attendibilità dei programmi di lavoro ma anche la tenuta mentale delle numerose ragazze che conciliano una professione lavorativa al calcio giocato. Le sedute di allenamento si adatteranno gioco forza agli impegni di gara cercando di fornire stimoli sempre allenanti e quantificabili per facilitarne il monitoraggio.
Ho assoluta fiducia nelle ragazze, la squadra è forte in ogni reparto ed è completa in tutti e 22 gli elementi. La Società ha fatto un ottimo lavoro.
Abbiamo incontrato alcune delle squadre date per favorite alla vigilia e possiamo tranquillamente dire di non essere inferiori a nessuno da nessun punto di vista, anzi, analizzando i numeri e per quanto visto in campo, abbiamo raccolto poco per quanto prodotto.
Il campionato è molto equilibrato e, come sottolinei giustamente, le energie mentali sono importanti. Si lavora per far sì che le ragazze aumentino costantemente la percezione delle proprie competenze e, con essa, la voglia di incidere e di essere protagoniste in ogni appuntamento della stagione. Creare una mentalità forte e condivisa allontana la facile consolazione nell’alibi, rimedio ahimè tanto dannoso quanto diffuso.

Quali sono i tuoi prossimi progetti professionali? Ci sarà ancora il calcio femminile nel tuo futuro?
Al momento, oltre al lavoro con ChievoVerona Women, sto insegnando Scienze Motorie in una scuola di Verona (medie e superiori). È un lavoro che da sempre ho cercato, che amo e che mi dà ogni giorno grandissime soddisfazioni; vedere gli alunni crescere e cercare di studiare le strategie per essere significativi per il loro processo di crescita, mi riempie di responsabilità ed orgoglio.
Nel calcio dal punto di vista formativo e didattico ho investito tanto; sono consapevole che non si smette mai di imparare e, proprio per questo, voglio continuare a formarmi per conoscere e vivere sempre di più questo mondo. Non mi pongo nessun limite, lavorando sodo e continuando a sognare credo si possano raggiungere traguardi inizialmente impensabili.
Per ora la dimensione del calcio femminile mi piace; penso a mettermi a disposizione della Società che mi ha dato fiducia, dando il massimo della professionalità. Le sfide mi piacciono e credo che in un mondo in espansione come questo ce ne siano parecchie a cominciare dai settori giovanili, dalla cultura sportiva, dalla formazione di nuovi tecnici e dai centri per lo sviluppo territoriale. Credo che nel mio futuro ci sarà ancora tanto calcio. Femminile? Certo, perché no!?

Credit Photo: Chievo Verona Women F.M.