E’ uno dei pochi sorrisi del Genoa Women in questo difficile inizio del 2019. Il portiere Camilla Costantini ha esordito in serie B contro la Roma CF domenica scorsa. Un punto di arrivo e di partenza. Mister Stefano Piazzi, alla sua seconda gara, l’ha preferita ad Alice Pignagnoli, una delle “stelle” della squadra. Il campo ha dato ragione al tecnico, che ha mostrato una dote essenziale di qualsiasi allenatore: non avere paura di sbagliare. Ventisette anni da compiere il prossimo 3 luglio, Camilla, che è un’accesa tifosa romanista, come la compagna Aurora Buzi, un’altra al debutto dall’inizio, non si è spaventata, nel primo tempo ha sfoderato un’uscita che molti colleghi, senza distinzione di sesso, non avrebbero neppure provato, e nella ripresa ha sfoderato un paio di interventi da raccontare alle amiche all’aperitivo.
Il calcio fa sognare, ma non sempre le favole finiscono con un lieto fine. Dopo il vantaggio di Nietante, le giallorosse hanno rimontato e chiuso 2-1 e sul secondo gol di Visentin, partita sul filo del fuorigioco, Camilla non si è forse ripetuta ai livelli degli interventi precedenti. Non si è trattato di un esordio assoluto. Aveva già disputato da titolare la partita contro l’Inter femminile di Coppa Italia, finita con la sconfitta 6-0, in cui ha, però, fatto delle parate straordinarie e si era guadagnata attenzione e complimenti dei dirigenti neroazzurri.
La storia di Camilla è particolare, ha, infatti, iniziato tardi, decisamente tardi con il calcio e neppure come portiere. A diciotto anni ha provato nel BogliascoPieve, su consiglio di una compagna di liceo, e poi è passata al Molassana, in occasione dell’accorpamento del 2011. A livello Juniores operava come esterno alto. Ha vestito in seguito le casacche di Sarzanese (B-2013-2014) e Borghetto Borbera (C Piemontese – 2014-2015), come difensore centrale. Le ultime tre partite della stagione 2015-2016 nel Levanto (C ligure), sotto la guida del binomio Claudio Librandi e Roberto Minoliti, due istituzioni nel calcio femminile ligure, hanno coinciso con il suo esordio ad undici tra i pali, una scelta d’emergenza per sopperire all’indisponibilità del titolare. Non era, però, completamente a digiuno, nel calcio a sette aveva sempre ricoperto questo ruolo, perché è ha sempre amato tuffarsi ed ama le responsabilità. Nell’ultimo biennio è stata alla Lavagnese, lo scorso torneo come riserva di Lara Ferrari, ed è scesa in campo con Luserna, Romagnano, Perugia, Pisa.
Da quattro anni è in porta, insomma rispetto ad un percorso normale, in termini di esperienza nel ruolo, dovrebbe essere negli Esordienti ed invece ha esordito nella B nazionale.  Insomma una storia incredibile, che, però, fa anche riflettere su quanto potenziale si può lasciare per strada in un mondo ancora in crescita come quello del calcio in rosa, ma spesso basato su traiettorie imprevedibile ed equilibri fragili.
Curiosamente anche il suo precedente tecnico, Mara Morin, aveva cominciato come attaccante ed era stato messo in porta ad undici dallo stesso Roberto Minoliti nel 1991 con le Ghepards di Quinto. Storia simile anche per Olivia Stevanin, il terzo portiere del Genoa Women, partita come difensore del Vado.

Credit Photo: Ramella Fazzari Fotografia