Dopo l’impresa di domenica scorsa, in casa della capolista Pomigliano, il Chievo Verona Women, seppur ancora nel pieno della lotta, vede la luce. Un tunnel lungo tre partite – contro Ravenna, Cesena e Brescia – ora finalmente illuminato. All’improvviso.
Adesso le Women hanno consapevolezza e ossigeno nel serbatoio per affrontare la gara di domenica 21 marzo contro l’Orobica – vero e proprio scontro salvezza – quintultima in classifica a quattro lunghezze delle clivensi che però hanno una gara in meno.

«Sono ottimista», racconta mister Michele Ardito dando uno sguardo al futuro. «Da quando ho accettato, e ho visto la rosa, non ho avuto dubbi. Certo, non dipende solo da noi», aggiunge l’allenatore subentrato sulla panchina gialloblù a fine gennaio. «Dobbiamo vivere ogni partita come tante finali, giocare domenica dopo domenica senza guardare la classifica. E, soprattutto, arrivare alla fine senza avere rimpianti». Impossibile, però, non tornare alla sfida contro il Pomigliano: capolavoro tecnico e tattico di Ardito e tutte le ragazze scese in campo. «Nessuno avrebbe scommesso un centesimo sulla nostra vittoria. Giochiamolo noi quel centesimo, ho detto alle ragazze. E alla fine abbiamo avuto ragione», scandisce soddisfatto il tecnico milanese. «È stata un’iniezione di fiducia, adesso iniziamo a raccogliere quello che abbiamo seminato», prosegue Ardito.
Anche perché le gare con Ravenna e Cesena, escludendo il blackout col Brescia («lì non abbiamo avuto la forza di rialzarci», dice il mister), non erano dispiaciute all’allenatore, anzi. Certo, erano mancati i gol. Non poca cosa nel calcio. «Abbiamo preparato la gara in maniera maniacale», confessa ora Ardito parlando, ancora, del match in terra campana. E poi: «Dovevamo correggere quello che avevamo sbagliato nelle settimane scorse. Serviva più intensità e attenzione ai dettagli». Proprio per questo Ardito, anche nella giornata magica di domenica, trova nelle sue ragazze qualcosa da rivedere ancora: il gol subito in contropiede mentre la sua squadra era in vantaggio e per di più in superiorità numerica. Rete che non pregiudica la prestazione, anzi: «Poteva pure finire in maniera più larga per noi, ma va bene così». Con il Pomigliano il Chievo si era schierato con un 4-3-3 «mascherato», come lo definisce Ardito.
Il cambio epocale rispetto alla gestione Dalla Pozza è legato a Boni: non più terminale offensivo, ma una delle tre di centrocampo. «Le giocatrici di un certo livello si mettono dove servono. E Valentina ha dato, ancora una volta, una grande risposta. Con lei aumentiamo il palleggio in mezzo», conclude il tecnico gialloblù. Ora la testa va all’Orobica, spartiacque della stagione clivense.

Credit Photo: Federico Fenzi