L’ultimo ingaggio del presidente del Como Women Stefano Verga, è stato quello della danese Sasja Hansen. A seguito l’intervista di Massimo Moscardi per il Corriere di Como.

Il calcio scorre nelle sue vene da sempre. Entrambi i suoi genitori giocavano infatti a calcio, suo papà Thomas, in particolare ha vinto il titolo danese nel 2000 con la formazione dell’Herfølge e vanta anche presenze nei preliminari di Champions e in Europa League. Quando suo padre ha conquistato lo scudetto, Sasja aveva un anno.

La giocatrice è infatti nata il 25 agosto del 1999. A lei si chiedono gol e qualità. Il suo esordio l’altra domenica nella gara interna con il Chievo, con il successo delle lariane per 3-0. Il campionato riprenderà il prossimo fine settimana con la trasferta di Vicenza.

La danese, giunta nel nostro Paese il 27 dicembre, è pronta a dare il suo contributo alla causa delle biancoazzurre. Del resto la storia racconta che i suoi connazionali nel nostro Paese hanno fatto sempre bene. Sasja Hansen è chiamata a proseguire una tradizione che vanta personaggi del calibro di Michael Laudrup, Preben Elkjaer, Martin Jorgensen e Klaus Berggreen.

“Perché ho scelto Como? La squadra è in una buona posizione nella lotta per la promozione in serie A – spiega Hansen – E poi avevo sentito parlare della qualità della rosa, dello staff e delle persone intorno al club. Tutto sembrava così bello e interessante, ecco perché alla fine ho deciso di venire a giocare in questa formazione”.

“Le mie prime impressioni sono state davvero buone e hanno confermato quello che mi era stato annunciato – aggiunge la calciatrice danese – Posso dire senza alcun dubbio che ogni singola persona che ho incontrato, dalla squadra alla società, sia stata molto gentile: sono stata accolta a braccia aperte. E lo apprezzo ancora di più visto che sono qui tutta sola in un nuovo paese senza famiglia. Significa tanto sapere di avere vicini, per ogni necessità, le mie compagne di squadra, l’allenatore e lo staff tecnico, tutti i dirigenti. Mi hanno aiutato i tutti gli aspetti”.

Sasja Hansen racconta la sua storia, che l’ha portata a giocare nella Nazionale della Danimarca, con esperienze anche negli Stati Uniti.

“Ho iniziato a praticare questo sport perché vengo da una famiglia di calciatori, quindi sono stata letteralmente portata negli stadi fin da quando sono nata. Mio padre è stato giocatore professionista in Danimarca e anche mia madre praticava calcio ad alto livello”.

“Penso che la mia esperienza più importante – spiega ancora – sia stata nella squadra della Nazionale giovanile, perché lì ho davvero iniziato a pensare che il calcio sia molto di più di un semplice gioco. Con questo sport si possono vivere molte esperienze, successi e viene soprattutto data la possibilità di crescere, come persona e come atleta”.

Come calciatrice, come si descrive? “Punto molto sulle capacità tecniche che, ne sono sicura, mi hanno aiutato nella mia carriera; hanno avuto una parte rilevante. Allo stesso tempo, però, ci sono altri aspetti in cui mi devo migliorare e in cui mi reputo meno brava”.

E il tifo di Sasja a che squadra va? “In Danimarca non sono fan particolare per qualche squadra, anche se ho sempre ammirato l’FC Copenaghen. In generale devo ammettere di essere una grande sostenitrice del Barcellona”.

La calciatrice è da poco tempo in Italia, peraltro in una fase particolare in cui non ci si può spostare molto per l’emergenza sanitaria. Ma, appena la situazione lo consentirà, il suo obiettivo è conoscere meglio il nostro territorio.

“Ho avuto una bellissima accoglienza, ripeto. E le persone mi hanno fatto una ottima impressione. Quando sarà il momento approfondirò la conoscenza dei luoghi, a partire dal Lago di Como. Tutti mi hanno detto che è molto bello ed effettivamente è popolare anche all’estero. Appena si potrà, andrò a fare qualche gita”.

Per Sasja Hansen non è comunque una “prima visita” in Italia: “Sono stata qui molte volte in vacanza con la mia famiglia – conclude la calciatrice – ma non avevo mai visto Como. Spero davvero di poterla visitare al più presto”.

Photo Credit: Corriere di Como