Photo Credit: Ternana

Deborah Salvatori Rinaldi, giocatrice e ora responsabile della comunicazione della Ternana, ha una passione che la caratterizza al di fuori del campo di gioco: quella di creare l’arte. Un aspetto certamente non banale che la stessa ha raccontato in un’intervista a ‘Gol di Tacco’, di cui proponiamo un estratto:

“Ho sempre giocato a calcio e ho sempre creato. Sono le costanti della mia vita. Da piccola giocavo per strada e praticavo altri sport  come la danza, il baseball, il pattinaggio artistico…. Semplicemente non sapevo potessi far parte di una squadra di calcio.  Da quella strada raccoglievo le pietre e le pitturavo per poi venderle in cambio della merenda. Ho sempre usato mani e piedi allo stesso ritmo senza fermarmi mai”.

“La mia collezione più importante si chiama T-Art, ed è un tipo d’arte che si mischia con lo sport. Utilizzo divise da gioco originali e incastonate della tela unendo colore e storia. Per tutte le altre tele non ho una tecnica specifica ma prediligo quella del movimento e dell’ispirazione momentanea in base alla composizione e all’armonia degli elementi e dei colori”.

“Per me l’arte è sia un mezzo di comunicazione che espressione di sentimenti. Attraverso l’arte, gli artisti possono trasmettere messaggi, emozioni e concetti complessi in modi unici e coinvolgenti. L’arte può essere un potente strumento per comunicare idee, storie e prospettive, ma può essere un modo per esprimere emozioni personali e intime. Può essere un linguaggio universale che connette le persone, stimolando la riflessione e l’empatia”.

“La mia carriera da calciatrice mi ha permesso di crescere come artista in molti modi. Alcune volte anche semplicemente spronandomi: ho dovuto imparare a ritagliarmi del tempo per la mia creatività. Inoltre il calcio mi ha dato la possibilità di viaggiare in diversi paesi, conoscere persone di diverse culture e vivere esperienze uniche. Queste esperienze hanno arricchito la mia prospettiva artistica permettendomi di esplorare temi e stili diversi, ispirandomi lungo il mio percorso”.

“Nonostante i progressi fatti nel riconoscimento del calcio femminile come professione in Italia, c’è ancora molta strada da fare per raggiungere la parità di genere in questo sport. La disparità salariale è ancora un problema per tutte noi. Le calciatrici guadagnano meno dei loro colleghi maschi, nonostante siano altrettanto talentuose e dedite al loro sport. Questo crea una situazione ingiusta e limita le possibilità di crescita e sviluppo per le calciatrici professioniste”.