Sono rimaste soltanto due tartarughine nell’appartamento di viale Augusto a Fuorigrotta: Marta Longoni e Mariah Cameron. La terza, Alessandra Nencioni, ha raggiunto i suoi in Portogallo e “ci manca tanto”.

Marta è milanese, si può facilmente immaginare quale sia il suo stato d’animo. In Lombardia, tra l’altro, ha lasciato gli affetti più cari: mamma Barbara, papà Claudio e nonna Olga. Federico, il fratello, è ancora più su: vive e lavora in Austria: “I miei non li abbraccio da Natale, li posso vedere soltanto via skipe”. Le mancano, ovviamente, anche il calcio e il lavoro presso l’azienda “Miriade”, sospeso per le disposizioni governative. Una miriade di cose, per giunta, faceva il 22enne centrocampista del Napoli Femminile prima di essere chiusa in casa dall’emergenza. “Passare dal tutto al niente è davvero dura”, sottolinea Marta.

Buon per lei che Mariah, oltre che essere una ragazza di rara simpatia, parla bene l’italiano. “Per passare il tempo abbiamo deciso di fare la pasta fatta in casa”. In casa fanno anche gli esercizi per mantenersi in forma, “ma niente pallone, lo spazio non c’è, qualche palleggio lo facciamo nel giardino condominiale: poca cosa, le piante sono tante, anche là lo spazio è particolarmente limitato”.

Al condominio non conviene protestare. E per due motivi: 1) Marta e Mariah sono bellissime, quando palleggiano il giardino si arricchisce di due fiori in più; 2) Marta studia per diventare vigile del fuoco (è il suo sogno) e in caso di emergenza condominiale sicuramente saprebbe dove mettere le mani, dalle quali sa fare uscire anche le tigelle (ricetta https://www.cucchiaio.it/ricetta/tigelle/) e che sovente deve mettere a freno “perchè la tentazione di allungarle verso qualcosa di buono è costante quando sei costretta a stare a casa”.

Ma ci sono anche altre cose belle da fare tra le mura domestiche, suggerimento che giriamo a chi purtroppo si ostina di questi tempi a mettere il naso fuori di casa anche quando non dovrebbe. Marta, ad esempio, ascolta musica, guarda la tv (“Sto seguendo la serie Station”) oppure legge un buon libro. L’ultimo in ordine di tempo è “La lettera maiuscola”.

La prima lettera dell’alfabeto, A, a caratteri cubitali, è il sogno di Marta e delle altre tartarughine del Napoli Femminile. Per ora è sospeso: “Abbiamo fatto tanti sacrifici, sarebbe davvero un peccato se tutto andasse in fumo”. Comincia per A anche la parola “allargamento”. Da 12 a 14 nella massima serie non è un’idea campata in aria, non è certo un sopruso per una squadra come quella di Geppino Marino che nelle 15 partite giocate finora ha fatto 36 punti.

Photo Credit: Napoli Femminile