“Dopo la vittoria col Perugia al nostro rientro la città ci ha accolto con grande affetto e sentimento. La loro vicinanza ha permesso di realizzare questo splendido risultato. Siamo molto gratificati nel vedere quanto supporto abbiano dato al calcio femminile tutti loro presenziando allo stadio ogni settimana e sostenendo le ragazze dall’inizio alla fine”. Così parla Massimo Anselmi, imprenditore e presidente dell’Arezzo Calcio Femminile, raggiunto in esclusiva dai nostri microfoni, rispondendo alla domanda su cosa abbia vissuto nel momento in cui l’obiettivo promozione è stato infine raggiunto. Il patron ci svela quelli che sono in parte i piani societari per la prossima annata concedendoci anche un commento sulla questione del professionismo; argomento di forte attualità. “La squadra sta vivendo una gioia incontenibile – spiega ancora il massimo dirigente amaranto –. C’è tanto calore attorno a noi e vedere nei loro occhi quell’espressione di vittoria dopo un campionato lungo e faticoso mi rende estremamente felice. Come imprenditore sento di aver costruito qualcosa che ha reso orgogliose delle persone e le loro famiglie”.

Lei credeva sin dall’inizio alla possibilità di adempiere a questo obiettivo? O ha iniziato a farlo a campionato inoltrato?
Sin dall’inizio abbiamo lavorato per disputare una buona stagione. In cuor mio c’era la voglia di provare a vincere, ma dovevamo tenere presente quello che successe lo scorso anno (L’Arezzo sfiorò la promozione all’ultima giornata ndr). Confrontandomi anche con dirigenti di altre squadre abbiamo fatto delle analisi rimanendo abbastanza perplessi. C’erano almeno sei o sette realtà che avrebbero potuto lottare per il vertice assieme a noi. Ho sempre ribadito a mister Testini che, qualora fossimo riusciti a farcela, il miracolo sportivo sarebbe stato doppio. Alla fine del girone d’andata ho iniziato seriamente a crederci anche io; Le squadre che lottavano realmente per il primo posto erano diventate ormai due/tre. L’unica cosa che bisognava fare a quel punto era vincere gli scontri diretti e ci siamo riusciti.  

Che piani ha in mente per l’Arezzo ora che è in Serie B?
Ripartiremo dagli stessi principi di quest’anno. Sono un vincente di natura ma nel calcio non si può solo dirlo e basta. Il campo è il giudice supremo, e il più delle volte ti lascia sorpreso. Non conosciamo bene la categoria, perciò approcceremo ad essa senza presunzione. Dovremo prendere le misure del torneo. Io penso che la Serie C di quest’anno avesse tutti gli aspetti di una B velata. L’ossatura della squadra è più che buona per reggere l’urto in serie cadetta. Dall’inizio dell’anno ho preteso che le ragazze si atteggiassero al campionato come se fosse di categoria superiore. Sicuramente aggiungeremo qualcosa a quanto già abbiamo ma programmeremo il tutto con cura e attenzione ai dettagli per non lasciare niente al caso. 

Da quali calciatrici ripartirete? E quali potrebbero salutare la squadra?
Non mi piace dover dire che “sceglieremo” chi rimarrà e chi andrà via. Abbiamo una rosa di venticinque elementi attualmente e contiamo su ognuna di loro anche in chiave futura. Certo dovremo prenderne qualcuna che conosce meglio la serie cadetta ma prima di avviare discorsi di mercato vorrei concludere la stagione in corso visto che mancano ancora due gare. 

Essendo l’unica squadra toscana in Serie B, sul mercato potreste consentire alle giovani della Fiorentina di farsi notare e crescere… State già avviando discorsi di mercato a tal proposito?
I nostri rapporti con la società viola sono eccellenti. Ma in generale abbiamo buone relazioni con tutti i club di Serie A con cui ci siamo confrontati in passato. Sappiamo che ci sono molto profili interessanti e alcuni li stiamo già attenzionando con cura, perché nel calcio la programmazione va fatta in anticipo e non all’ultimo minuto. Purtroppo non c’è molto materiale video per esaminare le ragazze, o si va ad osservarle dal vivo o devi considerare quello che ti offre il territorio. Lavoriamo per costruire qualcosa di importante. 

Emiliano Testini rimarrà al suo posto o cercherete un nuovo coach?
Bella domanda; lui ha delle qualità che vallo oltre l’allenatore di calcio, tant’è vero che tra di noi c’è sempre stato un confronto totale e continuo. Il fatto che non abbiamo avuto filtri tra noi forse è stato il segreto per cui non abbiamo mai avuto contrasti. Non vorrei rinunciare a lui come tecnico perché so che può ancora dare tanto a questa società, in campo e fuori. Motiva tantissimo le ragazze in allenamento, in partita, alle sedute video. È incredibile ciò che ha fatto emergere da questo gruppo. È uno stacanovista nel preparare le partite studiando benissimo sia le debolezze sia i punti di forza delle avversarie. In Serie B avremo bisogno di un organigramma più corposo e vorrei che lui ne facesse parte. Tra di noi c’è inoltre uno splendido rapporto di amicizia che esula dal lato calcistico. 

Tempo fa lei mi disse che vorrebbe costruire un nuovo centro sportivo in città per le ragazze. A che punto siete con quest’altro obiettivo?
Il processo non è automatico ma abbiamo già acquisito dei terreni vicino all’attuale sede dove già si allenano le ragazze. Questo ci permetterà di creare un centro sportivo polivalente in cui si potrà ospitare la prima squadra ma anche le formazioni giovanili. C’è un po’ di burocrazia da affrontare ma le istituzioni locali hanno dimostrato molta vicinanza e a breve potremmo presentare il progetto definitivo. 

Guardando alla Serie B che verrà, cosa si aspetterà che farà sua squadra?
Non ci poniamo limiti. Parlare di un’eventuale salvezza però non mi piace perché non mi divertirebbe. Seguo la squadra ad ogni trasferta e rientrare dopo una gara persa non fa mai piacere a nessuno. Nella costruzione della squadra noi opteremo per creare un gruppo di calciatrici che possa lottare per vincere e far divertire. Sarebbe alquanto presuntuoso però dire “andiamo là per battere tutti”. Giocheremo combattendo gara per gara e poi vedremo. Prima di gettarci a capofitto in quest’avventura dovremo studiare molto per non fare errori grossolani. 

Recentemente è stato approvato il professionismo in Serie A, le chiedo un commento su questo provvedimento
È una domanda che mi è stata rivolta spesso ultimamente. All’inizio ero più positivo al riguardo perché guardavo al valore che il professionismo potesse dare al calcio femminile. Dall’altra parte però penso che certe scelte vadano sostenute. Rispetto a quanto leggo in questi giorni (caso Empoli ndr), penso si debbano prendere dei provvedimenti per aiutare a sostenere i costi delle società. Mi auguro verrà fatto qualcosa in tal senso. Non penso che questa problematica sia stata ignorata ma, al giorno d’oggi, è quella principale. Approvare il professionismo per dare merito a quanto fanno queste ragazze è stata una cosa giustissima. Ma servono dei sostentamenti economici per evitare il collasso. 

Secondo lei i tempi erano maturi o bisognava aspettare?
Questo tipo di norme che portano al cambiamento sono sempre molto complesse. Che fosse oggi, o che fosse tra due anni, avrebbe comunque portato a degli scossoni. Alcune società avevano già fatto le loro valutazioni, altre non se lo aspettavano. Le società devono entrare nell’ottica che non ci sono introiti derivanti da sponsor o diritti tv ma sono investimenti a ritorno zero. I grandi club di Serie A hanno fatto dei passi importanti ed hanno dato tanto al calcio femminile. Capisco le ragioni dell’Empoli che deve guardare alla propria situazione economica. Per questo dico che servono dei fondi per garantire un passaggio graduale a questo status e fare in modo che le ragazze abbiano tutto ciò che hanno anche gli uomini. Se lo meritano.