Quinto appuntamento con “A scuola di tecnica”, la rubrica che analizza i gesti calcistici nata dalla collaborazione con il maestro di tecnica Matteo Pierleoni. Oggi andremo ad analizzare ricezione e trasmissione.
 
FOCUS TECNICO
Entriamo nel vivo della tecnica parlando di ricezione e trasmissione, due gesti che non potrebbero vivere separatamente poiché l’uno implica l’altro. Sono movimenti fondamentali nel gioco del calcio e richiedono una totale collaborazione tra compagni per far sì che venga portata a termine un’azione.
Con il termine “RICEZIONE” intendiamo lo stop effettuato da un giocatore con l’intenzione di interrompere la traiettoria del pallone, ricevendolo e controllandolo per poterlo rigiocare.
Esistono diversi tipi di ricezione: ad aprire, con l’interno piede o con l’esterno; a chiudere, principalmente con l’interno piede perché con l’esterno si va sempre ad aprire; sul posto, con la suola o con l’interno; sul posto a seguire, quando si riceve palla con interno o suola e poi si spinge per andare in una direzione; stop a seguire, quando si compie uno stop in movimento che permette di continuare la corsa senza doversi fermare.
Quando parliamo di “TRASMISSIONE” intendiamo invece il passaggio, il movimento della palla tra compagni che implica una successiva ricezione da parte di chi intercetta la sfera. Il passaggio viene principalmente svolto con la parte interna del piede perché è la parte più sensibile e quella che permette di colpire con più superficie la palla, oppure di esterno, anche se non tutti gli allenatori sono d’accordo. “Alcuni mister ritengono che il passaggio con l’esterno sia scorretto – ha esordito il maestro di tecnica Matteo Pierleonie mi dispiace che la pensino così perché per saperlo fare sono necessarie buona tecnica e sensibilità nel piede, quindi sarebbe solo che un valore aggiunto. Non importa come viene effettuato, il passaggio deve essere efficace, e farlo di esterno lo è quando ad esempio si vuole compiere un passaggio filtrante: permette di anticipare il movimento non facendo capire la giocata all’avversario, cosa che invece con il passaggio d’interno è più comune perché c’è un’apertura maggiore dell’anca ed è facile da leggere in anticipo”.

ALLENAMENTO
Si parte, come sempre, dal trattamento palla lavorando a livello individuale o a coppie. “Si andrà a sensibilizzare l’interno ed esterno piede, perché sono le parti che si utilizzano di più sia per la ricezione che per la trasmissione della palla, meno la suola. Oltre a questo, si andrà a migliorare anche l’apertura e la chiusura dell’anca andando a vedere diverse angolature per poter ricevere la palla in qualsiasi modo”.
Sul passaggio si lavora principalmente in squadra, anche se l’allenamento analitico è sempre importante per preparare preventivamente ragazzi e ragazze ai movimenti che andranno a provare in partita. “Il maestro di tecnica – ha continuato Matteo Pierleoni – andrà a lavorare in squadra o singolarmente sulla ricezione e trasmissione a piccola distanza per poi spostarsi su un circuito chiuso. Verrà, ad esempio, svolto un esercizio su un quadrato dove i giocatori si trasmetteranno la palla provando le varie tipologie di ricezione e trasmissione viste anticipatamente. L’esercizio è studiato in modo tale da far capire aperture e chiusure per essere in grado di replicarle in partita. Poi si passerà al circuito aperto: si allenerà principalmente il tiro perché ci deve essere velocità di esecuzione, quindi ricezione veloce per poi andare a calciare in porta”.

CONSIGLI
Per migliorarsi su ricezione e trasmissione bisogna saper gestire la palla e quindi il trattamento palla è fondamentale perché ti permette di sensibilizzare la parte interna del piede, esterno e suola. L’esercizio che si può fare quotidianamente è il classico muro: giocare a casa contro il muro, lanciarsi la palla e stopparla come meglio si crede. Io dico sempre che ogni situazione è a sé, non esiste uno stop più efficace di un altro, quindi lavorare in situazionale non è la risposta a tutto. Se in partita non viene fatta una ricezione classica ma uno stop particolare che permette di smarcarsi bene e mettersi in condizione di lanciare il compagno o la compagna in porta è merito di chi compie quel gesto, perché il calcio non è una scienza, deve solo essere efficace. Perciò i rimproveri su come doveva o non doveva essere fatto un particolare gesto non sono, a mio avviso, giusti. Poi se ci sono da correggere movimenti del corpo o sbagliate ricezioni ovviamente bisogna intervenire, ma io opterei più per consigli formativi che obbligatori: non dobbiamo impartire ordini ai ragazzi, ma consigliare loro cosa e come fare per essere pronti in ogni occasione”.

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Photo Credit: Instagram Matteo Pierleoni