Reduce dal secondo posto alla ‘Cyprus Cup’ e con la mente proiettata ai prossimi due impegni nelle qualificazioni mondiali con Moldavia (6 aprile) e Belgio (10 aprile), la Ct azzurra Milena Bertolini è intervenuta questa mattina a Coverciano per parlare di calcio femminile insieme agli allievi della Scuola Allenatori.

Il Commissario tecnico ha tenuto la sua prima lezione della mattina agli allievi del corso per ‘Allenatori professionisti UEFA A’ – riservato nello specifico a tecnici di calcio femminile – per discutere di tecnica e tattica, e di come il movimento possa continuare a svilupparsi in Italia.

Bertolini ha quindi esposto le proprie teorie e metodologie di lavoro agli aspiranti ‘Preparatori atletici’ nell’aula del Centro Tecnico Federale di Coverciano recentemente intitolata all’ex Ct ‘Azeglio Vicini’.

“Per noi il difficile viene adesso, se manchiamo ai Mondiali da vent’anni un motivo deve esserci. Si sta cercando una mentalità diversa, negli ultimi tempi in Italia ci sono segnali diversi che incoraggiano la crescita del movimento e ci proviamo. Ci giochiamo le possibilità con il Belgio, che è la favorita, e il Portogallo: il girone è complicato, passa la prima classificata e poi c’è un meccanismo ancor più difficile di quello della Nazionale maschile”: a parlare così ai microfoni di Radio Onda Libera è il ct della Nazionale Femminile Milena Bertolini.

“La mia squadra è molto motivata, c’è entusiasmo e voglia di arrivare. Con la Nazionale maschile fuori dai Mondiali, adesso c’è anche un’attenzione mediatica nei nostri confronti che forse non ci sarebbe stata”, ammette Bertolini ha ammesso Bertolini. Ma cosa manca al calcio femminile italiano per raggiungere le realtà internazionali più forti e competitive? “L’Italia negli anni ’90 era tra le più forti – spiega il ct – poi c’è stata una situazione di stallo per 15 anni, mentre le altre sono andate avanti aumentando gli investimenti. Noi siamo rimasti fermi. Adesso c’è qualcosa di diverso: ci sono i club più grandi che si stanno occupando di calcio femminile, come la Fiorentina e quest’anno anche la Juventus. Inter e Milan stanno programmando per l’anno prossimo, la Roma ci sta pensando. Qualcosa è cambiato e sta cambiando in positivo, manca però lo status da professionista. Da noi le giocatrici sono considerate dilettanti sebbene facciano la vita da professioniste con 6-7 allenamenti a settimana e gli impegni”.

Credit Photo: http://www.figc.it/

1 commento

  1. Alla brava e carissima CT Milena Bertolini,
    Approvo tutto quello che ha dichiarato sopra, anzi in aggiunta vorrei ricordare (ma lo sa di certo) che a parte legiocatrici delle due o tre squadre prime in classifica, e poche altre di altre squadre (dierie A almeno), tutte le altre sono veramente dilettanti che si allenano 3/4 volte la settimana e per giunta di sera dopo il lavoro o studio più gli incontri di campionato e coppa.
    Quindi se non sbaglio queste ultime, cioè la gran parte, Non fanno per nientela vita da “professioniste” e perciò sono considerate appunto “dilettanti”.
    …solo per puntualizzare. Saluti a tutti
    sirToniCapo

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