Nello scorso articolo, dopo aver analizzato i fenomeni della decadenza e della revoca di affiliazione, vi abbiamo lasciato con un interrogativo: le società calcistiche femminili possono fallire?
Ebbene, le società in questione, hanno generalmente la forma delle Associazioni Sportive Dilettantistiche (ASD). A queste si affiancano le Società Sportive Dilettantistiche (in breve SSD), che sono società di capitali che non perseguono scopo di lucro e che godono, ai sensi dell’art.90 della Legge 289/2002, delle agevolazioni fiscali previste per le Associazioni Sportive Dilettantistiche.
In passato si sosteneva che i sodalizi dilettantistici non potessero fallire in quanto non potevano definirsi imprese, stante il divieto di distribuzione di utili tra soci (lucro soggettivo).
Successivamente, questo orientamento è stato sottoposto a revisione e si è proceduto a qualificare come imprenditoriale qualsiasi attività economica oggettivamente funzionalizzata a produrre lucro (lucro oggettivo).
Quindi, ai fini della dichiarazione di fallimento di un’associazione occorre svolgere un’indagine sull’effettivo conseguimento di un profitto, ossia sull’economicità dell’attività, che, nell’ipotesi di offerta al pubblico di spettacolo sportivo, rappresenta il punto sul quale deve soffermarsi la valutazione del giudice, allo scopo di verificare la sussistenza dell’impresa commerciale o meno.
Naturalmente, come in tutti i casi di fallimento occorrerà verificare in concreto la sussistenza di altri requisiti numerici, in quanto per essere sottoposte a tale procedura sarà necessario superare certe soglia previste dalla legge quanto ad attivo patrimoniale, ricavi e debiti.
Dal lato sportivo, invece, cosa succede in caso di dichiarazione di fallimento?
Come visto nel precedente articolo, la FIGC delibera la revoca dell’affiliazione.
La revoca dell’affiliazione per il caso di fallimento o in generale per accertata insolvenza comporta anche la perdita del cd titolo sportivo che è il riconoscimento da parte della F.I.G.C. delle condizioni tecniche sportive che consentono la partecipazione di una società ad un determinato Campionato. Da ultimo, le tesserate sono svincolate d’autorità.
Come si può vedere, in caso di fallimento, per effetto della normativa sportiva, la società viene “svuotata” dei propri principali assets (parco giocatori e titolo sportivo), il che rappresenta un’anomalia rispetto alla generalità dei fallimenti, in cui i beni dell’azienda debbono servire per soddisfare i creditori…

Cristiano Novazio
Avvocato in Milano, Esperto di Diritto Sportivo
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