In queste ora il tam tam social sulla pagina di storia scritta al Camp Nou sta scalciando via persino la figuraccia di Will Smith commessa in mondovisione ai recenti Premi Oscar. Quello che è successo ieri nella serata di Barcellona ha veramente un sapore storico. Un’emozione che anche in Italia, solo per una volta, siamo riusciti a vivere. Ma gli stadi nostrani, specie quelli di proprietà, sono limitati di capienza. Salvo l’Olimpico di Roma, il Diego Armando Maradona di Napoli e San Siro di Milano non ci sono più stadi capaci di accogliere al loro interno oltre 60.000 persone. Ma in Europa la situazione è diversa, specialmente in quelle località dove il calcio è una religione e non solo uno sport.

La storia è stata riscritta quando, nella gara dei quarti di Uefa Women’s Champions League tra Barça e Real Madrid, il maxischermo del Camp Nou ha proiettato il dato statistico degli spettatori presenti: novantuno mila e cinquecento cinquanta tre (91.553). Un dato di fronte al quale persino le calciatrici di entrambe le squadre sono rimaste allibite. Il dato pone il Camp Nou nel Guinnes World Record per la presenza di supporters da un partita di calcio femminile. Prima della gara di Barcellona un numero simile, ma parecchio più basso, si era registrato nel corso di alcuni match appartenenti però a competizione legate alle selezioni nazionali, come i Mondiali o le Olimpiadi. Stavolta la storia l’hanno scritta la tifoseria dei due club calcistici più importanti in Spagna e in Europa.

All’interno di questa cornice pazzesca persino una campionessa come Alexia Putellas non ha potuto fare altro che inchinarsi. Al 17esimo della ripresa la ragazza vincitrice del Pallone D’oro di quest’anno sigla il goal del 4-2. Dopo aver visto la sfera varcare la rete, la numero 11 blaugrana si è lasciata andare ad una corsa liberatoria sotto la curva dei supporters cui lei stessa dice di appartenere. In quell’istante arriva l’inchino. Un gesto di esultanza che, in quell’occasione, assume una valenza importantissima. Alexia Putellas si è inchinata di fronte a coloro che, solitamente, lo fanno di fronte a lei riconoscendone le sue doti calcistiche. Stavolta però è la capitana del Barça a lasciarsi andare a tale gesto, per ringraziare ad uno ad uno tutti i 91.553 presenti allo stadio. Neanche lei ha mai visto così tanti tifosi in uno stadio per una partita di calcio femminile. E ciò è successo nonostante stiamo ancora subendo i residui di una pandemia che non sembra volerci ancora lasciare.

Il gesto di Alexia Putellas può essere interpretato anche come una semplice esultanza ma ci risulta molto difficile vederlo solo così. Perché dentro quell’inchino c’è un doveroso ringraziamento per chi le ha permesso di giocare a calcio a livelli per cui è riuscita a diventare una delle più forti calciatrici del pianeta. C’è un grazie a coloro che hanno permesso l’evoluzione del calcio femminile in Spagna, che dal prossimo anno subirà gli effetti di una riforma non molto diversa da quella che si applicherà in Serie A. In quell’inchino di Putellas c’è tutto. E chi c’è dietro le varie Federazioni calcistiche femminili nazionali deve fare il possibile per evitare che gli sforzi profusi sin qui in ambito europeo non decrescano. A tal proposito, l’Europeo in procinto di essere disputato in Inghilterra quest’estate potrebbe dare molte risposte.

Intanto Barcellona si risveglia con la consapevolezza di aver scritto una pagina importante della storia del calcio femminile. Inoltre, cosa non da meno, le blaugrana sono qualificate alla semifinale della Uefa Women’s Champions League, sono imbattute nei confronti contro le cugine madrilene e possono crogiolarsi per avere all’interno della propria rosa l’attuale calciatrice più forte del mondo.