La passata domenica si è giocata Arezzo-Pinerolo presso l’impianto sportivo della città aretina. Ma non è stato solo un momento di calcio. La società amaranto, nei giorni precedenti, aveva annunciato l’iniziativa “Nessuno in panchina contro la violenza”, per sensibilizzare maggiormente sul tema della violenza contro le donne. La gara tra le compagini in testa al Girone A della Serie C Femminile, cadeva pochi giorni dopo il 25 novembre. L’idea della società toscana è stata quella di piantare a bordocampo del Città di Arezzo una simbolica panchina rossa che aiuti a lanciare un messaggio contro la violenza contro le donne. Un’iniziativa voluta fortemente dal patron amaranto Massimo Anselmi: ““Il senso di questa iniziativa è coinvolgere più persone possibile nella sensibilizzazione verso un tema che troppo spesso viene considerato una questione da scaricare esclusivamente sul genere femminile. Nella stragrande maggioranza dei casi, la violenza sulle donne viene agita da uomini”, ha detto il numero uno amaranto prima dell’evento.

Al Città di Arezzo erano presenti anche personalità legate al mondo della prima accoglienza, che hanno invitato le donne vittima di violenza a denunciare gli abusi tramite il numero d’emergenza 1522, il gesto per chiedere aiuto o presentandosi direttamente alla porta dei centri antiviolenza. Allo stesso tempo, la politica e le forze dell’ordine hanno sottolineato l’importanza dell’iniziativa. E a proposito di essa, si tratta di un caso unico in Italia. L’Arezzo Calcio Femminile lancia un forte segnale a tutto il calcio italiano nella speranza che qualcuno insegua quanto fatto da loro. “La scelta deriva dall’importanza di ricordare la giornata contro la violenza, promuovendo con la TLF di Carlo Paci un’idea per combattere questa piaga. La scelta è ricaduta sullo stadio perché è un posto frequentato molto più dagli uomini che dalle donne, quindi un modo per far capire anche all’altro genere che le donne possono districarsi in ogni ambito” sottolinea Anselmi.

“Siamo stati coinvolti pienamente in questa iniziativa dalla societàconferma Carlo Paci, amministratore delegato di TLF. Come azienda coinvolta in diversi contesti urbani siamo fortemente promotori dell’inclusione e della parità trai generi”, conclude.

“Siamo onorati e orgogliosi di partecipare all’inaugurazione della prima panchina rossa in Italia e dentro uno stadio – dice Loretta Gianni, presidente del centro antiviolenza Pronto Donna. La violenza è un problema di tutta la società a cui bisogna porre rimedio. Noi come Pronto Donne siamo state invitate anche a raccolte fondi dove ho conosciuto il calcio femminile e, in particolare, l’Arezzo Femminile. Il caso Beccaglia? Bisogna dare una risposta forte e non lasciare sola la giornalista. Se una donna viene isolata, come spesso accade, diventa un’aggravante che rinforza il fenomeno della violenza. Serve una risposta decisa: alla violenza si dice NO!”.

Presenti, allo stadio Città di Arezzo, anche il Prefetto aretino Maddalena De Luca, il Questore Dario De Luca, l’assessore allo Sport del Comune di Arezzo Federico Scapecchi, il consigliere della Provincia Ezio Lucacci, Giacomo Cherici, presidente di Aisa Impianti e il colonnello della Guardia di Finanza Adriano Lovito, Comandante del distaccamento della provincia aretina. Tutti loro hanno preso la parola poco prima dell’inizio del match per sottolineare la loro vicinanza a tutte coloro che hanno subito violenza, invitando le donne che ne sono vittima a denunciare e a chiedere aiuto.

Un’iniziativa unica in Italia che si speri possa portare ad un coinvolgimento di altre società calcistiche che emulino l’Arezzo Calcio Femminile e si uniscano alla lotta contro uno stile violento che dev’essere sradicato. Anche noi ci Calcio Femminile Italiano ci schieriamo al fianco della società amaranto invitando i nostri lettori a fare la stessa cosa. Alla violenza bisogna sempre saper dire di NO!