Nella giornata odierna, per manifestare e diffondere i valori della parità di genere e dei diritti umani, alle ore 10:30, presso il Circolo Sportivo della Rai a Roma si terrà una partita di beneficenza di calcio a 7. La gara si disputerà in prossimità dei mondiali in Qatar ed in prossimità della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. In campo la squadra del Circolo Sportivo e una rappresentativa di Amnesty International Italia, Assist, Associazione Italiana Calciatori e Uisp. A dirigere il match Sanam Shirvani, direttore di gara di origine iraniana da anni in Italia ed iscritta nella sezione di Torino.
Lo stesso arbitro ha lasciato qualche battuta, nelle ore precedenti alla partita, sul suo Paese e sulla sua passione per il calcio.

“L’Iran è una nazione in cui le libertà, in particolare quelle della donna, sono notevolmente limitate. Questo spesso non dipende dalla propria famiglia, ma dal governo che si impone con la forza sulla popolazione creando un clima di terrore. Purtroppo, lo stiamo vedendo anche in questi giorni, le donne iraniane, che con coraggio manifestano per la loro libertà, rischiano la vita. Raccontando la mia storia spero di poter sensibilizzare le persone a capire cosa significa appartenere a quel mondo. Ho sempre sognato di giocare a calcio, ma nel mio Paese non è stato possibile realizzare questo sogno. In famiglia sono tutti appassionati di questo sport, ma dove abitavo io, a Rasht, nord dell’Iran, non esistevano le scuole calcio per le donne e anche nelle città più grandi il calcio femminile era ed è disincentivato e poco praticato. Così, non appena ne avevo la possibilità, giocavo a calcio con i miei fratelli più grandi. Inoltre, fin da piccola, i miei genitori mi portavano allo stadio, ma raggiunta una certa età, in quanto donna, non mi è stato più possibile entrarci. Tuttavia, nel mio cuore ho sempre sognato di poter stare in campo, infatti la prima volta che in Italia sono andata allo stadio mi sono messa a piangere. Quando ho in mano il fischietto mi sento libera e felice perché ho realizzato il mio sogno. Inoltre, devo molto all’arbitraggio perché in campo ho imparato a vivere. Questo sport mi ha migliorata molto soprattutto sotto l’aspetto caratteriale, credo di essere diventata un’altra persona. Ho imparato ad essere più forte e più decisa in tutte le situazioni, a vedere l’errore come un modo per crescere e migliorarmi”.