Con l’introduzione del “professionismo”, nel Calcio femminile di Serie A, si inizia a parlare di VAR (l’acronimo di Video Assistant Referee, ovvero un assistente che collabora con l’arbitro in campo per chiarire situazioni dubbie quelle specificatamente previste dal regolamento), per migliorare le situazioni dubbie durante il corso del gioco avvalendosi dell’ausilio di filmati e di tecnologie che consentono di rivedere più volte l’azione.
Ma quanto e quando sarà reale questa possibilità? L’Iliad “International Broadcasting Center” è il centro di produzione all’avanguardia dove nascono tutti i contenuti di Lega Serie A. Dal luglio 2021, gestisce tutti i servizi relativi ai contenuti video, audio, e dati delle partite di Serie A, Coppa Italia Frecciarossa e EA SPORTS Supercup. Nella struttura vengono seguite tutte le fasi del processo di produzione, dalla pianificazione, al trasporto dei segnali in fibra, fino ad arrivare alla distribuzione nazionale ed internazionale. Qui convergono le riprese televisive delle partite, caratterizzate da altissimi standard televisivi in 4K e Full HD, arricchite da Steady Cam e Gymball con ottica dedicata per tagli cinematografici, droni acrobatici, Buggycam e Oculus a 360 gradi. Oltre a questo, anche la ricostruzione in realtà aumentata in diretta e il Virtual Coach.
La sala VAR può contare su tre MCR oltre a 24 postazioni per realizzare Highlights automatizzati e personalizzati, 16 cabine di commento per i telecronisti e il Social Department, che gestisce 22 account in 8 lingue. I segnali vengono accompagnati da una grafica centralizzata per tutti i brodcaster in più lingue, e qui viene gestita la personalizzazione di virtual carpet e virtual led per le 20 squadre, con 5 feed diversi in Europa, Asia, Mena ed America. (fonte LEGA SERIE A)
Ma tutta questa enorme struttura viene coordinata da segnali video e audio, palloni compresi, direttamente dagli Stadi italiani che sono stati predisposti a trasmettere tali informazioni. Pertanto ipotizzare di poter inserire la tecnologia anche per le gare della massima serie, anche nel Calcio femminile, dovrebbe dire ho predisporre altri stadi minori all’uso del VAR; oppure utilizzare (a tempi e modalità da definire) gli stessi impianti del maschile. Ipotesi che lascia la risposta da sola: impossibile che si possano gestire due campionati sulla stessa struttura, se poi pensiamo che molti degli stadi italiani sono ancora di proprietà dei Comuni e non delle Società stesse che lo gestiscono, è ancora più remota ed impossibile che questo avvenga a tempi brevi.
Se poi a tutto questo si aggiungono i costi, per la gestione del sistema VAR, a mio pensiero ci vorranno ancora molti anni: pensando, poi, a quanto pubblico questa tecnologia potrà beneficiare in termini di resa economica l’introduzione potrebbe essere ancora più remota.