Più gare di calcio femminile si guardano, nei rispettivi campionati, e più uno si rende conto della differenza con le gare “al maschile”. Si può e si potrà sempre sostenere, che ovviamente, ci sono molte differenze tra le squadre maschili e femminili e non solo quelle ovvie del loro genere e della loro retribuzione.

Ma una differenza principale che si nota nel corso degli anni, guardando entrambi, è il modo in cui quando gli uomini vengono placcati (se non seriamente ovviamente) rotolano, rotolano e rotolano finché non si stancano, o l’arbitro ha fischiato o la palla è stata messa a lato, per concedere l’ingresso in campo dello “staff medico”. Ma in molti dei giochi femminili che ho visto, quando le donne vengono placcate, il più delle volte e più spesso degli uomini, si rialzano subito e continuano come se niente fosse.

Quindi, quello che comincio a chiedermi è perché? Perché la maggior parte delle donne che giocano a calcio “non rotola” come gli uomini e perché gli uomini rotolano come loro? Le donne non sono brave attrici quanto gli uomini o le donne sono costruite più forti, non hanno tempo per le sciocchezze e vogliono solo andare avanti con il gioco?

Forse queste considerazioni, del tutto personali, farà alzare le sopracciglia e ci saranno molti commenti diversi, alcuni puliti e alcuni non così puliti su questo, ma sono incuriosito da questa differenza principale nei loro modi di esprimere il gioco del pallone. E’ possibile, forse, che una risposta alle domande sul perché non ci sarà mai, ma è interessante vedere come gli uomini e le donne, sebbene ugualmente talentuosi e appassionati, alcune delle loro caratteristiche e azioni durante il tempo di gioco siano chiaramente diverse. In Inghilterra, giusto per fare un esempio al maschile, se un giocatore cade è ritenuto un “debole” e pertanto a meno che sia stato un fallo da serio infortunio è difficile vedere l’uomo, e sopra tutto le donne, giocare a rotolarsi sull’erba.

Alcune persone sostengono che le donne non sono “buone” o “non riescono a gestirlo tanto quanto gli uomini” e che “non saranno mai uguali” (cosa con cui non sono d’accordo) ma se ami il calcio come praticamente tutti noi, allora tu dovrebbe prendersi il tempo per sedersi e guardare le donne religiosamente come fai con gli uomini (o come faccio io in ogni gara).

Perché se osservi in ​​dettaglio, la gente sarà sorpresa di vedere che gli uomini e le donne, soprattutto nel calcio, sono più uguali di quanto la gente pensi o creda che siano! A parte la recitazione di alcuni giocatori in campo ovviamente!
Sono speranzoso, o meglio fiducioso, che per il futuro ci sia più serietà nel gioco del calcio con meno finzioni, meno attori protagonisti che pur di emergere sia diano alla pantomima anziché giocare bene a calcio.

Credit Photo: Andrea Amato

Paolo Comba, giornalista pubblicista iscritto all’Ordine dei Giornalisti di Torino, dopo il conseguimento del Tesserino ha collaborato per varie testate giornalistiche seguendo il Giro d’Italia (per cinque edizioni), i Campionati del Mondo di SKI a Cortina, gli ATP FINALS di Tennis a Torino, i Campionati Italiani di Nuoto ed ha intrapreso, con passione e professionalità, dal 2019 a Collaborare con Calcio Femminile Italiano. Grazie a questa Testata ho potuto credere ancora di più a questo Movimento, sia nelle gare di Serie A che in Nazionale maggiore, ed a partecipare di persona all’ Argarve Cup ed ai Campionati Europei in Inghilterra. Ad oggi ricoprendo una carica di molta responsabilità, svolgo con onore questa mia posizione, portando ancora di più la consapevolezza di poter dare molto per lo sviluppo e la vibilità del Calcio Femminile in Italia e all’estero poiché lo merita per la sua continua crescita.