Sei Grande. Le iniziali di Sara Gama si possono prendere come base per moltissime altre parole, ma sono queste due le migliori che possano descrivere Lei. Pensare che abbia lasciato il calcio giocato, teatro delle sue battaglie e di tutte le sue importanti vittorie, risulta ancora impossibile anche se tutto il movimento italiano e le tifoserie sapevano che, presto o tardi, sarebbe arrivato.
Non si sapevano, invece, tutti i cambiamenti che il calcio femminile avrebbe avuto grazie a Lei, quando ha dato il primo calcio a un pallone. Sì, c’era qualche ragazzina che lo faceva, ma troppo poche per creare un movimento, troppo poche per credere che potesse nascere qualcosa di più di una semplice passione, e che questa potesse diventare una Professione come tutte le altre.
Evelina Christillin, membro illustre del Consiglio FIFA (tra le altre cose), ha conosciuto quest’Imperatrice del calcio italiano – altra possibile definizione – all’interno del Consiglio Federale e stretto con lei una bellissima amicizia. Al loro primo incontro, la dirigente ha compreso fin dalle sue prime parole il valore che quella ventenne avrebbe avuto in futuro. Un futuro brillante, difficile da prevedere, che ha cambiato le sorti dello sport e del calcio femminile italiano e che, anche a partire da adesso, plasmerà il movimento negli anni che verranno: il cammino di questa campionessa nello sport è appena cominciato, si è concluso soltanto un capitolo.
Un simbolo, un’icona, semplicemente “Sara Gama”; grazie per tutto quello che hai fatto per la tua generazione e per quelle che verranno. “Lei”, scritto in corsivo per dare enfasi e con la “L” maiuscola, una lettera dell’alfabeto che riporta anche a un’altra parola, “Leggenda”, ed è così che si può, infine, trovare un sinonimo che rimandi al suo nome completo. Grazie, Sara Gama, perché senza di te il calcio femminile italiano non sarebbe lo stesso.