Credit: U.C. Solbiatese Femminile, Lara Cottu, Camilla Vergani

Esistono tanti tipi di calcio, eppure molto spesso ci si concentra solo su un’unica categoria, quella del calcio a 11, ma guardando bene si può scoprire che esistono diverse alternative. La realtà del calcio a 7, a volte, viene dimenticata, “lasciata da parte”. Certo, sono due tipi di calcio differenti, hanno qualche regola diversa, campi più piccoli…Ma quello che accomuna qualsiasi tipo di calcio e le persone che amano questo sport è la passione, irrefrenabile, di volerlo praticare, di volerlo vivere. Abbiamo voluto conoscere il capitano e il vice capitano della U.C. Solbiatese Femminile, Lara e Camilla, che ci hanno raccontato come loro vivono questa realtà, di come il calcio a 7 a volte subentri al calcio a 11 anche per le necessità che la vita ti mette di fronte. Ma, ricordiamolo, resta pur sempre calcio.
Raccontateci di come vi siete avvicinate al mondo del calcio.
Lara: “Avevo sei anni, vedevo i miei cuginetti che giocavano a pallone e volevo giocare anche io ma mia mamma non voleva. Un giorno palleggiando per i fatti miei l’allenatore è andato dai miei genitori e ha insistito per farmi giocare: finalmente a sei anni ho iniziato a giocare nella squadra del paese con i maschi fino ai 12 anni. L’avvicinamento è stato questo perché nel cortile si giocava solo a pallone e mi sono adeguata ma è stato bellissimo.
Camilla: “Mio papà è sempre stato (e lo è tutt’ora) un grande tifoso milanista e quindi seguiva sempre le partire la domenica, poi ho un fratello più piccolo e lui è stato mandato a giocare a calcio. Io sono sempre stata innamorata di questo sport e quindi ho insistito parecchio fino a quando non mi hanno iscritta.”
Che difficoltà avete incontrato sul vostro percorso?
Lara
: “Devo dire la verità nessuna, mi sono sempre integrata in tutte le squadre in cui sono andata a giocare. Con qualche compagna ho tenuto un rapporto di amicizia che va avanti tutt’ora quindi non direi di avere incontrato difficoltà.”
Camilla: “Forse l’unica difficoltà iniziale per me è stata quella di riuscire a convincere i miei a portarmi a giocare a calcio ma io ho sempre praticato sport dai tempi dell’asilo con judo, nuoto, pallamano…Finalmente quando ero in terza media sono riuscita a convincere entrambi i miei genitori a iscrivermi a calcio.”
Avete da sempre praticato calcio a 7 o avete anche praticato altri tipi di calcio? Se sì, a parte differenze sul campo di gioco (tempi meno lunghi ecc…), personalmente come vivi una partita di calcio a 7 da una di calcio a 11 o a 5 per esempio.
Lara:” Ho praticato fino ai 23-24 anni calcio a 11 calcio e di differenze sì ce ne sono. Nel calcio a 11 c’è il fuorigioco, il campo é grande, sono partite più intense… Il calcio a 11 è una cosa a parte diciamo.”
Camilla: “Anche io ho iniziato con il calcio a 11, poi l’anno successivo ho cambiato società e visto che eravamo troppe poche e troppo piccole ci hanno iscritto a un campionato a 7 e da lì ho continuato a giocare a calcio a 7( tranne un anno che ho provato il calcio a 5). Poi per il resto io ho sempre giocato a 7.”
Lara: “Per quanto riguarda il come vivo un partita di calcio a 7 rispetto d una di calcio a 11, personalmente con il calcio a 7 non ho mai l’ansia di giocare, cosa che invece con il calcio a 11 ogni tanto avevo soprattutto con le partite più importanti. Magari mi capitava anche perché ero più giovane, non saprei, però la sensazione che mi dava il giocare calcio a 11 era di giocare una partita reale…Non che a 7 non lo sia, ma è più facile perché ovunque  tiri puoi prendere lo specchio della porta, non c’è fuorigioco e quindi puoi stare davanti alla porta ecc…”
Come sei arrivata in questa società?
Lara: “É la società del mio paese quindi quando volevano fare il femminile, sapendo che giocavo,  mi hanno chiamato. Inoltre io non andavo più bene col calcio a 11 nel senso che non avevo più voglia di impegnarmi con quattro allenamenti a settimana più la partita di domenica, avevo iniziato a lavorare seriamente e quindi mi sono detta che forse la cosa migliore era andare verso il calcio a 7. É una realtà che si trova nel mio paese quindi posso andare a piedi al campo, conosco tutti…Sono arrivata in società in questo modo.”
Camilla:” Io invece giocavo in una società a Cassano, ho fatto un anno lì, l’anno successivo qualche ragazza ha cambiato squadra quindi eravamo rimaste in poche. Così ci hanno contattato dalla Solbiatese per fare una piccola fusione delle squadre, sono andata a Solbiate e ora sono lì da 10 anni circa.”
Come ti trovi con le tue compagne e l’allenatore?
Lara: “Malissimo. Scherzo!! Mi trovo benissimo, siamo amiche oltre che compagne e quindi ci vediamo anche fuori dal campo e per citare Checco Zalone…”siamo una squadra  fortissimi”!(ridono)… Penso che anche per Camilla sia così…”
Camilla:” Sì esatto, vale anche per me.”
Come sta andando il vostro campionato e il tuo campionato a livello personale?
Lara:” Il nostro campionato potrebbe andare meglio perché siamo forti e singolarmente probabilmente le più forti, però ci sono state due partite che non sono andate benissimo ma ci sta, ci rifaremo al ritorno (che è già iniziato ndr). Personalmente invece devo dire che pensavo peggio nel senso che all’alba dei 37 anni, dopo essere arrivati da due anni di Covid, ho pensato forse mi ritiro, sarà l’ultimo anno…E invece, devo dire la verità, faccio ancora la mia parte!”
Camilla:” Io condivido col col capitano la prima parte nel senso che anche secondo me il campionato potrebbe andare meglio e siamo sicuramente la squadra più forte (se non comunque a pari merito con la prima in classifica), poi qualche episodio e qualche infortunio ci hanno un po’ penalizzato forse, però c’è il ritorno, c’è il secondo campionato quindi si punta tutto a dare il massimo in queste partite che rimangono. Invece per quanto riguarda il mio campionato a livello personale, devo dire che come per Lara dopo due anni la vedevo un po’ grigia ma ci piace andare a fare allenamenti, c’è la voglia, il gruppo. Penso che sia una cosa molto importante nel calcio a 7 avere un gruppo che traina tutte.”
C’è una squadra che temete maggiormente?
Lara: “No, nessuna. Certo ci sono delle squadre con le quali ci si deve impegnare di più ma temere direi proprio di no anzi sono gli altri che devono temere noi. Se ti devo fare un nome ti dico il Redentore ma solamente perché è la squadra con la quale tutti gli anni, tutte le volte che abbiamo giocato contro sono venute fuori sfide bellissime: i risultati erano 4-3 per noi, 4-3 per loro, 3-3 e così via…Sono sempre state partite molto belle e intense  però sia chiaro che non temiamo neanche il Redentore!”
Camilla:” Sì, anche io condivido tutto quello che dice il capitano.”
Mi avete detto che molto spesso diverse ragazze passano dalla FIGC al CSI per comodità o esigenze lavorative. É una cosa che potrebbe riguardare voi? Se sì, raccontateci come vivete questo passaggio  sia a livello calcistico che personale.
Lara: ” Sì, come ti dicevo prima io sono passata dalla FIGC al CSI per un discorso di tempo, nel senso che a 11 ci si allenava quattro volte a settimana, più la domenica era diventato un po’ insostenibile: avevo iniziato a lavorare, facevo orari più lunghi…Poi generalmente arrivavi fino ai 23 anni giocando, ma ti sto parlando di più di 10 anni fa dove il calcio femminile non non era ancora come adesso quindi una volta che andavi a giocare in serie B poi potevi anche andare a giocare in Serie A ma finiva lì…”
Camilla:” Sì, non era (e non è) come nel maschile quindi hai tanti impegni che comunque compromettono la tua vita scolastica o lavorativa e non remunerati come può essere il maschile.”
Lara:” Il passaggio non l’ho vissuto male nel senso che poi nel calcio a  7 mi sono tolta anche lì un sacco di soddisfazioni come anche nel calcio a 11: sono anche andata giocare in Rappresentativa quindi è arrivata la convocazione a casa…Non l’ho vissuta male, è stato un passaggio che magari si poteva fare un po’ più in là verso i 28/30 anni ma è comunque andata bene così. Ho avuto anche un problema con un ginocchio un po’ ballerino e giocare per 90 minuti  tutte le volte era diventato pesante, giocarne 50 mi risulta più leggero.”
Camilla.” Io ho giocato a cacio a 11 ma ero piccola. L’anno dopo sono passata subito al 7. Forse per me sarebbe traumatizzante adesso fare il contrario!”

Il calcio femminile sta piano piano crescendo: su cosa puntate maggiormente per far crescere la vostra società.
Lara:” Meno male che sta crescendo, doveva crescere già qualche anno prima. Secondo me, anche se risulterebbe praticamente impossibile applicare questa cosa perché dovrebbero cambiare tutti i campi, ma come nel basket o nella pallavolo dove abbassano la rete, abbassano il canestro, nel calcio a 11 magari abbassare un po’ le porte piuttosto che restringere un po’ il campo farebbe sì che diventasse più veloce il gioco però come dicevo è improponibile come cosa perché non si può cambiare tutto per cui va bene, meno male che questa cosa è arrivata anche se un po’ tardi. Se calcoliamo che in America lo sport principale per le donne negli Stati Uniti è il calcio e se dovessi chiedere ad un bambino la formazione della Nazionale statunitense ti indicherà quella femminile, probabilmente non ti sa neanche dire chi gioca nella Nazionale maschile; si tratta di una realtà diversa, si spera che prima o poi qui ci sia una realtà simile, non dico di più ma quasi come quella maschile.
Mentre per quanto riguarda la nostra realtà io penso che vada benissimo così, in paese ci conoscono tutti, siamo l’unica squadra femminile, ci trattano come principesse. Ci sono persone, tra le quale anche anziani, che addirittura vengono lì a lavare e stirare le magliette quindi siamo trattate benissimo. La nostra realtà potrebbe crescere se creassero una squadra di bambine però io penso che fino ai 12-13 anni anche se si giocasse misto non sarebbe  un problema.”
Il primo luglio 2022 è stato introdotti il professionismo nel calcio femminile italiano: che benefici porterà tutto questo a vostro avviso?
Lara: “Probabilmente chi farà il professionista e giocherà allenandosi tutti i giorni non dovrà svolgere un altro lavoro. Certo se lavori 8 ore al giorno, fai 4 allenamenti alla settimana di sera e magari  vai in trasferta partendo il sabato , torni domenica non c’è vita. Per cui per vivere un po’ di più  magari svolgi un lavoro part time, ti alleni di pomeriggio, allora  ci può stare per cui meno male che è arrivato il calcio professionistico.”.

La Redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia la società di Calcio a 7 U.C. Solbiatese Femminile e le giocatrici  Lara Cottu e Camilla Vergani per la loro gentile disponibilità.