Photo Credit: Emanuele Ubaldi - PhotoAgency Calcio Femminile Italiano

Il Genoa è reduce dal 3-0 ottenuto domenica al “Gambino” di Arzeno contro l’Hellas Verona e la squadra allenata da Fabio Fossati si trova al terzo posto a due giornate dalla fine della Serie B. Tra pochi giorni le rossoblù andranno in casa dell’Orobica che punta alla salvezza, ma in caso di successo delle genoane e di una non vittoria del Bologna contro il Cesena sarebbero già in Serie A. In attesa di questa partita abbiamo intervistato Alessandra Massa, attaccante classe ‘02 che, in passato, ha giocato nella Roma, San Marino Academy e Chievo.

Alessandra, cosa significa per essere una calciatrice?
«Essere una calciatrice è motivo di orgoglio per me: alzarmi tutte le mattine e fare quello mi piace non può che rendermi felice, certo come tutto nella vita comporta dei sacrifici, ma aver l’opportunità di trasformare la passione in lavoro, è un privilegio».

Quando hai capito che l’attacco sarebbe stata la zona di tua competenza?
«Nelle giovanili ho sempre giocato a centrocampo, poi a San Marino alla mia prima stagione in prima squadra mi hanno spostato più avanti come esterno alto e mi sono trovata a mio agio. Da quel momento sono sempre rimasta in una posizione più avanzata del campo che sia ala o trequarti. Mi piace molto far parte dell’attacco, ma mi diverto ancora recuperare palloni in mezzo al campo».

La tua vita calcistica è legata al Genoa. Cosa vuol dire per te indossare la maglia rossoblù?
«Il Genoa oltre ad essere la squadra che la mia famiglia tifa da sempre, è anche stata la prima società professionistica con cui ho giocato e ricordo ancora ora l’emozione provata quando ho avuto la possibilità di indossare una maglia molto importante: avevo quattrodici anni e mi sembrava impossibile. Ancora oggi forse a volte faccio fatica a realizzare che posso lavorare con questi colori che da piccola non potevo neanche immaginare, poiché non esisteva ancora il polo femminile. Nel mio caso posso contare due “prime volte” con la maglia del Genoa in due momenti diversi della mia vita, la prima quando ero più piccola nelle giovanili, poi quando sono tornata da diverse esperienze in prestito. Sono state entrambe bellissime, ma vedere la maglia rossoblù con il mio numero e il mio cognome è un orgoglio per me e credo anche per la mia famiglia; quindi, forse da quando sono tornata è ancora più bello indossarla».

In passato, hai anche fatto parte della Roma. Cosa ti ha lasciato l’esperienza nella Capitale?
«Giocare nella Roma per un anno è stato indimenticabile, è successo d’improvviso, fino a maggio 2020 eravamo tutti chiusi in casa e poi ad agosto mi sono ritrovata nella capitale a giocare per una società così prestigiosa come la Roma. È stata un’opportunità fantastica che mi ha fatto confrontare con una realtà diversa da cui ero abituata, un livello sicuramente più alto visto che ho iniziato prima in primavera, che era ed è una delle squadre under19 più forti d’Italia, ma poi ho avuto anche l’occasione di allenarmi spesso in prima squadra. È stato un anno bellissimo, sono onorata di aver giocato con tutte le ragazze, sia della primavera che della prima squadra, e di aver lavorato con entrambi gli staff e tutte le persone che facevano parte della Roma, anche se all’inizio per me è stato sicuramente difficile il cambio di “vita”, non mi hanno fatto mai mancare nulla da nessun punto di vista. La cosa che mi è rimasta di più di quell’anno sono tutti gli insegnamenti che mi ha dato Fabio Melillo, un mister che mi manca molto ma credo che manchi in generale a tutto il calcio femminile, cercherò di “curare il particolare” come ci ha sempre insegnato lui».

Restando nel mondo Roma, le giallorosse sono terze nella poule scudetto di Serie A. Riusciranno alla fine a conquistare il posto per andare in Champions?
«La partita di sabato tra Fiorentina e Roma sarà come una finale, e come in ogni finale può succedere di tutto; quindi, non credo sia possibile fare un pronostico. Sarà un bel match che guarderò con piacere».

Parliamo del presente, dove il Genoa si trova al terzo posto in Serie B a due partite dalla fine del campionato e la A è quasi ad un passo…
«Andare in A con questa squadra e con questo gruppo sarebbe davvero il massimo per me. Ci sono ancora due settimane, due partite da vincere e lavoriamo ogni giorno duramente per raggiungere la promozione».

C’è da dire che la squadra negli ultimi due anni ha fatto passi importanti: non a caso, il Genoa ha il quarto miglior attacco e la seconda miglior difesa della Serie B di quest’anno.
«Assolutamente sì, da quando il Genoa è in serie B ogni anno è sempre stato “migliore” rispetto a quello precedente. Tutti, dalle ragazze allo staff cerchiamo di dare il nostro contributo per raggiungere gli obiettivi che ci dà la società di anno e in anno. Essere il quarto migliore attacco e la seconda miglior difesa è sicuramente importante, ma come DNA di squadra e del mister vogliamo sempre fare ancora meglio e ci proveremo».

Domenica contro l’Hellas è arrivato un secco 3-0. Secondo te, quant’è fondamentale questo successo?
«Il successo di domenica è stato importante sotto più punti di vista, era un po’ che non riuscivamo ad andare in vantaggio nel primo tempo, la scorsa giornata invece siamo andate sopra dopo pochi minuti e ci ha dato fiducia, anche per come è stata gestita la partita in seguito dovremmo trarne beneficio ed essere consapevoli dei nostri mezzi».

Tra pochi giorni, il Genoa andrà sul campo dell’Orobica: una partita non semplice, visto che le avversarie sono in lotta per la salvezza…
«Domenica sarà una partita tosta: entrambe le squadre hanno bisogno di fare risultato per raggiunte il proprio obiettivo. Ogni domenica quest’anno è stata una battaglia e noi ci stiamo preparando al meglio per affrontare la prossima».

Tra le squadre che hai affrontato quest’anno in Serie B, c’è una che ti ha colpito in positivo?
«Per via dell’infortunio non ho potuto giocato contro tutte le squadre del campionato, sono tornata a marzo, e, poco prima di tornare convocabile, il Genoa ha affrontato il Lumezzane che è la squadra, anche se da spettatrice, che mi ha colpito di più in positivo per la loro grinta e la consapevolezza dei propri punti di forza. Mi sarebbe piaciuto giocare contro di loro. Ovviamente anche Ternana, Parma e Bologna, ma pensare che il Lumezzane fosse una neopromossa mi lascia ancora più piacevolmente stupita dai risultati che hanno ottenuto».

Sempre nel campionato cadetto, ci sono Chievo e San Marino Academy ed entrambe sono state parte del tuo percorso calcistico…
«San Marino e Chievo sono state fondamentali per il mio percorso calcistico e per farmi diventare la giocatrice che sono ora. Due bei gruppi e campionati, forse mi rimane un po’ di rammarico per Chievo per non avere potuto finire la stagione per via di un infortunio, ma ho bellissimi ricordi in entrambe le società. I due allenatori che ho avuto, Alain Conte a San Marino e Giacomo Venturi a Chievo, mi hanno aiutato tantissimo a crescere, in modi diversi, ma entrambi fondamentali per me».

Quest’estate in Svizzera ci sono gli Europei e l’Italia si trova nel gruppo B con Spagna, Belgio e Portogallo. Dal tuo punto di vista, come si comporteranno le Azzurre in questa manifestazione?
«Non vedo l’ora di vedere la Nazionale quest’anno all’Europeo: è un girone molto competitivo, la Spagna arriva da campionessa del mondo e Belgio e Portogallo. Sono squadre toste, credo che però le Azzurre ci faranno divertire e sognare».

Com’è la tua vita fuori dal rettangolo di gioco?
«Sto ancora cercando di capire quale sia la mia dimensione fuori dal campo, mi piacerebbe fare l’università ma non ho ancora bene le idee chiare su quale possa essere il mio indirizzo, e soprattutto mi piacerebbe farla in presenza, cosa che al momento è difficile vista la vita da atleta. Da un anno, tolto il periodo dell’infortunio al ginocchio, ho iniziato a lavorare come istruttrice con Free Sport, un’associazione che vede lo sport come incontro e integrazione per tutte le persone, con o senza disabilità. Fare diverse attività fisiche con i ragazzi è un’opportunità che mi lascia davvero tanto, sono felice di avere questa occasione».

Che obiettivi ti sei posta nei prossimi anni?
«Vivo molto il presente, ho subito parecchi infortuni e quindi a volte ho un po’ paura di pormi degli obiettivi, ora sono totalmente focalizzata sull’obiettivo di squadra che è anche quello personale, non posso pensare ad altro calcisticamente perché la serie A con questa maglia sarebbe un sogno e diventare professionista anche. Dal punto di vista personale mi auguro di trovare la mia dimensione fuori dal calcio e di riuscire a lavorare sempre più ore con Freesport».

Cosa vorresti dire alle tue compagne in vista della gara di domenica contro l’Orobica?
«Non credo servano molte parole alle mie compagne per domenica, sanno e sappiamo già cosa dobbiamo fare, per noi, per la società e per i tifosi, servono i fatti e noi siamo pronte a lottare».

La Redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia il Genoa CFC e Alessandra Massa per la disponibilità.

Elia Soregaroli
Nato il 12 luglio del 1988 a Cremona, Elia ha sempre avuto una grande passione per il mondo del giornalismo, in particolar modo a quello sportivo. Ha tre esperienze lavorative in questo settore, IamCalcio, ManerbioWeek e BresciaOggi, un workshop con l'emittente televisiva Sportitalia, e uno stage curricolare con il Giornale di Brescia. Si avvicina al calcio femminile nel 2013 grazie ai risultati e al percorso del Brescia CF e da allora ha cominciato ad occuparsi anche del movimento in rosa.

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