Il presidente UEFA Aleksander Čeferin ha acclamato il calcio come “la più grande testimonianza di successo dello sport moderno” ma ha anche invitato la famiglia del calcio europeo a mettere “il fine davanti ai profitti”. Al 44° Congresso Ordinario UEFA di Amsterdam, Čeferin ha promesso che la UEFA continuerà a perseguire la crescita costante del calcio europeo con un uso adeguato ed efficiente di tutte le sue risorse.

“Dobbiamo misurare il successo solo con i risultati commerciali? – ha domandato il presidente –. Un’organizzazione come la UEFA deve solo guadagnare di più o deve saper prendere decisioni audaci e non sempre guidate da interessi finanziari?”.

“Il fine davanti ai profitti: è questa la chiave. Se accade il contrario, è ora di far scattare l’allarme”.

Successi e traguardi
All’annuale vertice delle 55 federazioni affiliate, Čeferin ha illustrato i successi ottenuti finora dalla UEFA e dal calcio europeo:
• Dal 2016 al 2020, la UEFA ha ottenuto ricavi per oltre 15 miliardi di euro
• Aumento dei ricavi del 38% in una sola stagione
• Ridistribuzione da record: aumento del 50% dei fondi destinati alle squadre nelle competizioni UEFA
• Reputazione: il calcio europeo è considerato il più bello del mondo
• Circa 20 milioni di giocatori tesserati, oltre 160.000 arbitri qualificati, 144.000 squadre dilettantistiche e 1900 club professionistici in tutto il continente
• Condivisione dell’esperienza e delle competenze UEFA al di fuori dell’Europa
• Le
competizioni UEFA sono le più conosciute e seguite dagli appassionati di tutto il mondo
• La finale di UEFA Champions League è l’evento calcistico più guardato al mondo
• 13 miliardi di spettatori totali per tutte le partite organizzate dalla UEFA in un ciclo triennale
• Oltre 18 miliardi di interazioni sui social media per le competizioni europee

“Dobbiamo forse vergognarci dei nostri successi? – ha domandato -. Tutto dipende da quello che facciamo con quel successo”.

“Oltre il denaro, gli ascolti e il seguito sui social media”
“Il potere va oltre il denaro, gli ascolti e il seguito sui social media
– ha commentato Čeferin –. Il potere significa anche, e soprattutto, sfruttare al meglio le risorse a disposizione per raggiungere gli obiettivi”.

“Il nostro obiettivo primario è proteggere, promuovere e far crescere il calcio in Europa. Direi che il potere è inutile se il fine non ha la precedenza sui profitti”.

“Dobbiamo misurare il successo solo con i risultati commerciali? – ha domandato il presidente -. Un’organizzazione come la UEFA deve solo guadagnare di più o deve saper prendere decisioni audaci e non sempre guidate da interessi finanziari?”.

“Il fine davanti ai profitti: è questa la chiave. Se accade il contrario, è ora di far scattare l’allarme”.

A difesa del modello sportivo europeo
Čeferin ha ribadito che il modello sportivo europeo, basato sui concetti di promozione, retrocessione e solidarietà, deve essere difeso con “forza, convinzione e legittimità”.

“Se il successo ci consente di allontanare i pericoli che appaiono all’orizzonte, allora possiamo esserne orgogliosi – ha commentato -. Questi pericoli sono allarmanti e dobbiamo aspettarci il peggio per prevenirlo”.

“La piramide del calcio è delicata e non deve perdere di equilibrio. Alcuni progetti, talvolta concepiti in altri continenti con il sostegno degli organi governativi, sono particolarmente preoccupanti”.

“Non solo un business”
“Il calcio non è solo un business come gli altri – ha proseguito il presidente UEFA -. Ha una storia, una tradizione e una struttura che devono essere rispettate. I principi, la storia, la tradizione e la struttura sono il motivo del nostro attuale successo”.

“Hanno permesso al calcio di dominare su altri sport, e al calcio europeo di dominare sul resto del mondo. Metterli in questione sarebbe una sentenza di morte per il nostro sport”.

“Principi sacrosanti”
“Alcuni principi sono sacrosanti – ha continuato Čeferin -. Per le confederazioni, il diritto di organizzare competizioni continentali è inalienabile. Anche i principi di solidarietà, promozione, retrocessione e apertura dei campionati non sono negoziabili”.

“Se il nostro successo ci consente di evitare l’eccessiva commercializzazione dello sport (…), di far crescere il calcio in tutto il continente, promuovere la coesione sociale e dimostrare alle future generazioni che il calcio deve essere sinonimo di apertura, tolleranza e diversità, allora possiamo esserne orgogliosi”.

“Siamo i custodi di un’eredità. Siamo qui per proteggere il calcio, i giocatori e la sua storia. Se ci riusciremo, sarà il nostro più grande traguardo”.

Promuovere l’accessibilità e il potere sociale del calcio
Čeferin ha detto che è fondamentale promuovere il calcio in tutto il continente, “come facciamo ridistribuendo l’87% dei ricavi nel calcio europeo”, e “dare alle ragazze e ai ragazzi di ogni background etico, sociale e religioso la possibilità di giocare a calcio nelle migliori condizioni possibili”.

I successi della UEFA hanno permesso di raddoppiare il budget della UEFA Foundation for Children e aiutare quasi un milione di bambini in tutto il mondo, finanziando programmi di solidarietà per federazioni svantaggiate fuori dall’Europa e regalando “la libertà di comunicare messaggi sinceri a un mondo conservatore e troppo spesso dominato dagli uomini”.

Calcio femminile: una grande opportunità
Questi successi hanno anche permesso di investire sul calcio femminile. In questo senso, UEFA Women’s EURO 2021 in Inghilterra sarà una fantastica opportunità. “Questa competizione dovrà essere un riferimento, uno spartiacque per lo sviluppo del calcio. Dovrà ispirare i milioni di ragazze che sognano di diventare le migliori giocatrici, arbitri o allenatrici di domani.”

Eliminare il razzismo negli stadi
Per quanto riguarda il razzismo negli stadi, Ceferin ha sottolineato che c’è ancora molto da fare per contrastare efficacemente il problema.

“Molti di noi sono sconcertati da quanto visto in alcuni stadi europei in questa stagione – ha dichiarato -. Questo non è calcio. Il calcio è soprattutto una celebrazione della vita, della comunità e dell’unità. È uno scambio, è condivisione”.

“Il problema non è in campo, dove la diversità è maggiore che in qualsiasi altro sport e forse in qualsiasi altra parte della società. Il problema è nella società, è sugli spalti. Le cose devono cambiare”.

Il presidente UEFA ha invocato l’uso della procedura a tre ‘step’ che ha permesso agli arbitri di interrompere, sospendere o annullare la partita in caso di condotta razzista persistente sugli spalti.

“Nelle ultime tre stagioni, gli organi disciplinari UEFA hanno imposto 73 chiusure parziali degli stadi e ordinato di giocare 39 partite a porte chiuse per episodi di razzismo – ha spiegato Čeferin -. Questo dimostra che facciamo quello che è in nostro potere, ma anche che il problema è grave e che dobbiamo fare di più”.

UEFA EURO 2020: unire un continente
Il presidente UEFA ha concluso il suo discorso unendosi ai milioni di tifosi che attendono con impazienza UEFA EURO 2020, ospitato in 12 città di tutta Europa per festeggiare i 60 anni del Campionato Europeo UEFA. “Tutti potranno vedere l’anima dell’Europa”.

“Un continente unito. Un torneo di 51 partite, durante il quale le persone di ogni paese faranno il tifo per la loro squadra e festeggeranno i successi dei loro eroi”.

“12 nazioni, 12 città, 12 stadi, 24 squadre, milioni di tifosi, decine di milioni di telespettatori e un solo destino europeo”.

“Un sogno comune”
“Sarà un torneo grande e bello, con il calcio che amiamo: un sogno comune per tutti i giocatori e i tifosi – ha concluso Čeferin -. Un sogno semplice e perfetto, un sogno che si ha da bambini: alzare una coppa con 60 anni di storia”.

“Il fine davanti ai profitti: è semplicissimo”.

Credit Photo: UEFA – Union of European Football Associations