L’iniziativa “La Regione scende in campo”legata alla 22^ edizione del Campionato Europeo UEFA Under-21 di calcio, domani  giovedì 20 giugno, farà tappa a Sassuolo. Presso la Palazzina Ducale di Casiglia andrà in scena alle ore 21.00 con ingresso gratuito uno spettacolo teatrale sulla figura di Ondina Valla.

Lo spettacolo verte a descrivere, ripercorrendone la carriera e le vittorie, la figura dell’atleta italiana Trebisonda Valla, detta Ondina (nata a Bologna nel 1916, morta all’Aquila nel 2006).

Ondina, pioniera dell’atletismo femminile italiano, è la prima a salire sul podio olimpionico: alle Olimpiadi di Berlino del 1936 vince la medaglia d’oro negli ottanta metri a ostacoli e stabilisce il record mondiale di 11’’6. Non solo vittoria olimpica, ma anche affermazione ed emancipazione del genere femminile, sullo sfondo di un’Italia nel pieno dei conflitti mondiali e del regime della dittatura. L’oro olimpico le conferisce immensa popolarità nell’Italia fascista, divenendo simbolo per le ragazze italiane e simbolo per il regime, quello di “sana e robusta costituzione”.

L’atleta, giovane ed eclettica, vanta sedici presenze in maglia azzurra: gareggia dal 1928 fino al 1940 vantando 15 titoli nazionali e 21 record italiani – due nei 100 metri, cinque negli 80 ostacoli, sette in salto in alto, uno nel lungo, uno nel pentathlon, cinque nella staffetta 4×100.

La carriera rosea della “piccola meraviglia italiana”, così definita a Tokyo, in occasione dei “Giochi mondiali dello sport universitario”, rivela la grande personalità di Ondina Valla, che non solo ha “corso” per le sue vittorie come atleta, ma anche come donna.

Donna e atleta: un binomio oggi che non crea disagio, ma che, nel passato, ha destato clamori e anche disapprovazione.

L’interesse per questa figura, non nasce solo dai suoi successi sportivi, che sono stati molti, essendo la Valla un’atleta poliedrica e molto forte, ma soprattutto dal rapporto di questi con il periodo storico in cui sono avvenuti.

Nell’esposizione della carriera sportiva della Valla, non mancheranno riferimenti a cosa significava gareggiare per una donna, in una società in cui alle donne era permesso ben poco; a cosa significava gareggiare in stretto contatto e per il potere dittatoriale; a cosa significava gareggiare, con tutte le sue difficoltà. Gareggiare era correre per vincere, allenarsi fino allo sfinimento, avere dei rivali che erano anche i compagni di squadra (l’amicizia con la rivale Claudia Testoni, anch’essa atleta di spicco negli anni ’20-’30); gareggiare era anche vincere, avere dei riconoscimenti che permettevano di emanciparsi dalla famiglia, da ogni tipo di legame, dai ruoli sociali.

Questo spettacolo intende celebrare una grande atleta, non solo per ricordare le sue vittorie ma e soprattutto, per far conoscere alle nuove generazioni ciò che è anche il loro passato.

Credit Photo: Sassuolo Calcio Femminile