COMUNICATO INDEPENDENT
Mister Aielli non si muove: “Contento ed orgoglioso di avere ancora la possibilità di guidare l’Independent”
COMUNICATO INDEPENDENT
Roma: conosciamo meglio Laura Feiersinger
Carriera
Classe 1993, figlia dell’ex giocatore della nazionale austriaca Wolfgang Feiersinger, ha mosso i primi passi nel 2001 a Oftering. Dopo qualche mese è passata al Saalfeldner SK ed è rimasta lì fino al 2007. Ha giocato nel FC Pinzgau Saalfelden e nell’USK Hof.
Nel 2010 si trasferisce in Germania all’Herforder SV, fa il suo debutto in Bundesliga il 15 agosto 2010 nella sconfitta interna per 2-0 contro il Bayern Monaco.
Per la stagione 2011-12, arriva proprio al Bayern Monaco, dove resta fino al 2016 vincendo due campionati, una Coppa di Germania e una Bundesliga Cup.
Nel 2018-19 approda al FFC Frankfurt, resta anche dopo la fusione con Eintracht Frankfurt nel 2020.
In nazionale
Convocata con le giovanili austriache sia in U17 che U19. Il 9 giugno 2010, ha debuttato nella nazionale maggiore, che ha battuto Malta 6-0 a Ottensheim.
Nella sua seconda partita internazionale il 23 giugno 2010, in una vittoria per 4-0 sulla Turchia, segna il suo primo gol in nazionale. Ha raggiunto le semifinali dell’Europeo 2017 e i quarti di finale del torneo 2022.
Palmares
Campionato tedesco: Bayern Monaco 2014-15, 2015-16
Coppa di Germania: Bayern Monaco 211-12
Bundesliga Cup: Bayern Monaco 2011
Nazionale: Cyprus Cup 2016
Atleta austriaca dell’anno: 2017
Calciatrice austriaca dell’anno: 2012
Caratteristiche
Centrocampista esperta, molto presente in entrambe le fasi di gioco. Aggressione e velocità sono le sue caratteristiche principali, supporto nella fase difensiva e sa inserirsi in zona offensiva. Gioca con entrambi i piedi pur essendo una destra naturale.
Numeri
Ha raccolto circa 200 presenze con le squadre tedesche segnando 40 gol. Nel novembre 2022, ha giocato la sua 100esima partita internazionale con la maglia dell’Austria, è la quinta calciatrice ad aver tagliato questo traguardo.
Termina con un risultato di pareggio, l’ultimo test delle azzurre, prima del Mondiale d’Australia
Si è chiuso l’ultimo test per le ragazze azzurre, prima della partenza per la Nuova Zelanda, con l’amichevole contro il Marocco con un risultato di parità: 0 a 0.
Dopo due settimane di preparazione a Brunico, le prescelte da Milena Bertolini sono scese in campo a Ferrara allo Stadio Paolo Mazza per misurarsi con la selezione africana provando schemi e tattica per arrivare cosi, la prossima settimana, nella terra dei canguri per proseguire il lavoro che le porterà all’esordio contro l’Argentina.
Italia che ritorna al “Mazza”, di fronte ai 3600 tifosi presenti sugli spalti, non trova la sesta vittoria in altrettanti incontri: qui nel 2019 battendo il Belgio ipotecò la qualificazione per l’edizione francese della Coppa del Mondo e sempre qui nove mesi fa con il successo con la Romania (2-0) ipotecò il biglietto aereo per i Mondiali. “Ormai Ferrara è come se fosse casa nostra, ha dichiarato la Ct nella conferenza stampa del pre-gara, questo impianto secondo me è perfetto per il calcio femminile e qui abbiamo ricordi bellissimi perché il pass per il Mondiale è sempre passato da qui. Incrociamo le dita e speriamo che continui questo percorso”, ma le parole e le speranze hanno soltanto portano un risultato di parità.
La prima frazione di gara, in formazione sperimentale, si è vista un’ Italia che in fase di costruzione con Benedetta Orsi e Elena Linari ha dovuto impostare dal basso, visto che il Marocco ha giocato in pressione alta, con il debutto in campo della vent’enne Emma Severini: si sono viste buone giocate, con palla avanti, ma a compiere il primo tiro pericoloso sono state le avversarie con Jraidi. Si sono visti molti errori tecnici, forse la pressione per la conquista al volo ha alzato la tensione in campo, ma in fase di impostazione il 4-4-2 del Marocco molto compatto ha bloccato gli spazi per le azzurre. Le ospiti molto chiuse, giocano un calcio in marcatura stretta, per poi colpire in contro piede con lanci lunghi nella centrale di campo. Le nostre ragazze con Martina Piemonte, punta avanzata, non trovano i giusti equilibri per colpire a rete per l’ottima copertura delle undici di mister Reynald Pedros, buoni i movimenti di Chiara Beccari ma sempre troppo chiusa per trovare gli spazi alla finalizzazione.
Partita molto equilibrata, sebbene il Marocco ha avuto più occasioni a rete giocando negli spazi e usando di più il fisico e mettendoci in difficoltà. Un primo tempo che ha evidenziato una buona visione di gioco delle ospiti, sopra tutto in fase difensiva per poi aprirsi in fase di contropiede trovando gli spazi per la giocata, ed estrema difficoltà delle azzurre a mettere in movimento le punte.
La ripresa ha visto i cambi tattici della Bertolini: con l’ingresso della diciasettenne Giulia Dragoni (per Severini) , Valentina Giacinti (per Piemonte) e Bergamaschi (per Boattin) per testare un nuovo modulo a cercare la profondità. Modulo che ha visto delle buone spinte, con più dribbling, nel cercare di attaccare gli spazi fin dai primi minuti. Italia che pur cambiando poco nell’equilibrio del centro campo vede una formazione più tecnica costruire meglio ad intensificare di più il gioco e a provare al tiro nella porta avversaria. Con l’ingresso di Barbara Bonansea (per Beccari) e Benedetta Glionna (per Serturini) le nostre azzurre mettono ancora più esperienza nel quadrante di gioco, e ci provano prima con Caruso e subito dopo con Giugliano sfiorando il vantaggio: il portiere delle Campionesse d’Africa è brava a negare il gol per i nostri colori, ma l’Italia cresce. Con l’ultimo cambio disponibile Cernoia (per Giugliano) si chiude il test, ma a reti inviolate.
Dopo questo incontro, si spera che la Commissaria Tecnica abbia liberato i dubbi per chiudere i nomi delle 23 ragazze che porterà con lei per l’evento più importante al mondo, ma certamente la Nazionale vista quest’oggi in campo ha dimostrato carattere ed una spiccata affinità di gruppo; ma in Australia basterà questo? Vedremo. Forza azzurre.
Agata Isabella Centasso: “Nel mondo del calcio femminile i valori prevalgono sulle motivazioni economiche”
Agata Isabella Centasso, nei giorni passai, ha parlato di vari aspetti che circondano il mondo del calcio femminile sulle colonne di Gianlucadimarzio.com. Questo un estratto delle dichiarazioni della centrocampista, classe ’90, in forza al Venezia 1985:
“Una volta dentro alla mentalità femminile, in pochi riescono a lasciarla più. Ci sono valori morali, come onestà e senso di gruppo che letteralmente imprigionano. Le donne sportive, rispetto agli uomini, hanno un maggiore senso di responsabilità individuale, una più spiccata propensione alla collaborazione e alla cooperazione e un’inclinazione naturale a creare forti legami affettivi. Conosco molte giocatrici che, di fronte a possibilità di carriera o all’opportunità di giocare in una categoria superiore hanno deciso di rinunciare, soprattutto in nome dell’affetto, dell’amicizia e dell’amore che le legava alle compagne di squadra. Attualmente, nel mondo del calcio femminile i valori prevalgono ancora sulle motivazioni economiche, pubblicitarie o sulle spinte degli sponsor e questo permette di conservare la genuinità del gioco”.
“La mia lotta contro i pregiudizi nel calcio femminile” così Alice Pignagnoli ospite di “Mamma Dilettante”
Moltissime squadre che fino a poco tempo fa avrebbero fatto carte false per avermi adesso trovano scuse con il mio procuratore per non aprire neanche una trattativa. So per certo che su questa cosa influisce al 99% il fatto che sono una mamma per di più di due bimbi (Eva e Mattia, il secondogenito è nato martedì scorso; ndr)». Alice Pignagnoli, considerata fino a pochi anni fa uno dei migliori portieri del calcio femminile, ex di Milan e Napoli, messa fuori rosa dalla Lucchese per la sua seconda gravidanza, difende le sue idee strenuamente proprio come un tempo difendeva i pali della sua porta.
Ospite della puntata di “Mamma Dilettante”, l’inedito podcast e vodcast prodotto da Dopcast, disponibile giovedì 29 giugno su YouTube e sulle principali piattaforme di distribuzione podcast, Alice dimostra subito di essere una numero 1, non solo per i suoi muscoli esplosivi, ma per l’agilità di pensiero che la contraddistingue e per quel suo “parlare onesto” di memoria dantesca.
«Qualche mese fa un direttore sportivo mi ha detto che se un giorno uno dei miei bambini avesse avuto la febbre io non sarei potuta andare al campo di allenamento. Ma quello è il mio lavoro, non un diletto. Mi dispiace che questo modo di pensare interessi non solo le mamme calciatrici, ma molte mamme lavoratrici» aggiunge Alice, che già ad agosto tornerà ad allenarsi con l’obiettivo di trovare un nuovo progetto all’altezza delle sue aspettative entro fine dicembre, quando terminerà la maternità della Federazione.
Il percorso che ha portato Alice tra le stelle del calcio femminile è stato da subito in salita e irto di ostacoli. «Da bambina desideravo essere chiamata Alicio, mi tagliavo i capelli corti in modo da poter giocare con i maschi. Da grande poi sono cresciuta in un calcio femminile, in cui era impensabile essere allo stesso tempo giocatrice e mamma. Fino allo scorso anno eravamo solo due mamme in attività in tutti i campionati nazionali. Anche essere semplicemente sposata era un limite alla pratica dell’attività agonistica. Durante la mia prima gravidanza alcune mattine mi svegliavo e non volevo più la pancia. Ma ho continuato ad allenarmi ugualmente per dimostrare a tutti che potevo conciliare le due cose. Forse anche per questo poi ho fatto un parto cesareo perché il mio corpo a livello muscolare era talmente rigido da non essere pronto al parto. Un mese dopo il parto avevo già perso 17 Kg. Per tanti anni ho invidiato gli uomini per il privilegio che avevano rispetto a me».
Con la nascita di Mattia, il secondogenito, Alice dovrà però necessariamente rivedere le sue posizioni. «Fino ad oggi la mia battaglia è sempre stata a sostegno delle donne. Con la nascita del mio maschietto ora stare dall’altra parte sarà difficile». Ma non impossibile per chi è abituata come Alice alle uscite in mezzo all’area tra un nugolo di avversari. «Quando mi sono sposata avevo gli occhi neri perché mi avevano appena rotto il naso».
DOPCAST
Dopcast è il produttore di podcast e vodcast nato dalla sinergia tra Sony Music Italia e MNcomm. Con una linea editoriale che pone al centro il Talent, Dopcast produce e distribuisce contenuti originali che spaziano dalla musica al costume, dalla tv al fitness, dal food al crime fino al lifestyle. La distribuzione dei contenuti audio raggiunge i principali canali digitali di distribuzione di podcast: Apple Podcasts, Spotify, Amazon Music, Google Podcasts, Castbox, Overcast, Pocket Casts, Podcast Addict, Stitcher. Alcuni progetti editoriali integrano la versione podcast con quella video dei vodcast, veicolata attraverso le properties social e youtube degli artisti coinvolti, oltre che delle properties di Dopcast.
COMUNICATO MNcomm – Dopcastitaly
Flaminia Simonetti protagonista della seconda puntata di Mates, il nuovo format di Inter TV
MILANO – Partire da due mondi diversi, trovare dei punti in comune e diventare amici. È questo l’obiettivo di “Mates”, il nuovo format di Inter TV che vede protagonisti ad ogni puntata una calciatrice dell’Inter e un ospite VIP. Nelle sei puntate, a fianco delle nerazzurre saranno presenti attori, stylist, stand up comedian e sportivi. Il format è stato interamente girato all’interno del’Inter HQ. Nella seconda puntata i protagonisti sono Flaminia Simonetti e Allison Fullin che hanno parlato del loro approccio al lavoro, dei loro percorsi di vita e delle loro abitudini. La calciatrice ha affrontato diverse tematiche della sua professione e della sua vita quotidiana. L’ospite della puntata ha tracciato un parallelo con la propria professione, cercando punti di contatto. A fine puntata spazio a una divertente challenge.
La seconda puntata di “Mates” è disponibile gratuitamente per tutti gli abbonati di DAZN da venerdì 23 giugno nella sezione on demand.
Haiti: La squadra che va ai Mondiali senza sponsors e con tutte le giocatrici fuori dal Paese
In un clima pieno di violenza, chaos politico e fame, Haiti ha veramente poco da essere felice, ma la squadra di calcio femminile vuole essere la gioia del Paese.
Nonostante l’assenza di sponsor sia privati che governativi e il non poter giocare “in casa” a cause di problematiche legate alla sicurezza, Haiti, il paese piu’ povero nell’emisfero occidentale, ha battuto roccaforti quali Messico e Cile, assicurandosi, per la prima volta in assoluto, un posto al Mondiale.
Milan Pierre-Jerome, difensore, in forza alla George Mason University dove studia anche Sport Management e Comunicazione sportiva, sostiene che vuol dire molto portare Haiti in una luce positiva al Mondiale e che questo la rende orgogliosa.
Diversi media come Bloomberg e Reuter sottolineano di come la vita quotidiana ad Haiti sia caratterizzata da una profondissima crisi a seguito dell’assassinio del loro Presidente Jovenel Moise avvenuto nel 2017, e dove gang armate occupano terreni, compiono omicidi e rapimenti. La squadra femminile si trova infatti a giocare avendo questo contesto come cornice. Non a caso sono tre anni che non vengono giocate partite “in casa”, comprese quelle che hanno portato alla loro qualificazione Mondiale e che si sono giocate nella vicina Repubblica Domenicana per motivi di sicurezza. Inoltre, le giocatrici di Haiti vivono ora fuori dal Paese: la maggior parte tra USA e Europa.
Quando il trofeo del Mondiale ha fatto tappa obbligatoria ad Haiti in Aprile scorso, solo il portiere Kerly Theus si e’ presentata all’evento, nonostante sua mamma le avesse chiesto di non andare per la pericolosita’ del crimine dato che Kerly vive e gioca in Florida. Sono anche mancate le parate, le feste e tutto il contorno di celebrazioni che solitamente e’ a seguito delle tappe del trofeo Mondiale.
La Federazione di Calcio di Haiti continua a non voler rilasciare interviste ma ha confermato che la squadra non ha un supporto finanziario proveniente da uno sponsor privato: la FIFA fara’ fronte alle spese logistiche (volo e hotel) della squadra.
Milan Raquel Pierre-Jérôme, capitano della squadra, non e’ preoccupata per la mancanza di sponsor: “Tutto cio’ di cui abbiamo bisogno sono palloni, scarpe da calcio e parastinchi: al di fuori di queste cose, nulla e’ importante”.
Le giocatrici sono a conoscenza dei loro punti di forza e unicita’, visto che diverse di loro hanno giocato assieme ai Mondiali U20 del 2018. “Il nostro punto di forza e’ l’unita’ di squadra: facciamo tutto assieme e abbiamo fiducia l’una dell’altra. Anche quando perdiamo: continuamo a lottare” ha dichiarato Nérilia Mondésir, 24 anni, attaccante di Haiti “Siamo battagliere: anche quando l’avversario e’ piu’ forte di noi sulla carta, continuamo a lottare fino al fischio finale”.
Giovedi’ 29 giugno Haiti ha giocato contro il Centro Caribe Sports per I Giochi Femminili dell’America Centrale e dei Caraibi, perdendo 3 a 1. La prima partita del Mondiale vedra’ Haiti fronteggiare le Leonesse inglesi il 22 luglio, e a seguire Danimarca e Cina. “Anche se i numeri non giocano a nostro favore, non sono insormontabili. Se rimaniamo positive e giochiamo unite, scriveremo la storia e sorprenderemo il mondo” ha dichiarato il portiere Kerly Theus.
La Pro Sesto in gol per la Romagna
La Pro Sesto in gol per la Romagna.
La nostra Prima Squadra Femminile è scesa in campo insieme alla Nazionale Italiana Comici per un’amichevole benefica in sostegno della Regione Emilia Romagna.
Il ricavato della partita infatti sarà devoluto a favore delle vittime dell’alluvione che ha colpito l’Emilia Romagna nel mese di maggio.
Spesso il calcio è anche questo: divertimento e condivisione per fare del bene.
Romagna tin bòta.
COMUNICATO PRO SESTO
Audace Verona: Francesca Rasetti saluta le venete
COMUNICATO AUDACE VERONA
Carlo Ambrogio, Responsabile Settore Femminile Polisportiva Airoldi: “Vogliamo creare una Prima Squadra fatta dalle nostre giovani”
La Polisportiva Airoldi è una società nata nel 1972 ad Origgio, in provincia di Varese, e vanta attività sportive come pallacanestro, atletica leggera, ciclismo, nuoto, pallavolo e calcio, dove in quest’ultima sezione ha una squadra maschile che ha disputato il Girone A di Terza Categoria Varese, chiudendo al quinto posto.
Dal 2019 la Airoldi, il cui nome è dedicato all’atleta Carlo Airoldi, ha iniziato il suo percorso nel mondo pallonaro in rosa e, a spiegarci i dettagli, è Carlo Ambrogio, che da quest’anno è Responsabile Settore Femminile, nonché tecnico delle Under 17.
Carlo come si è avvicinata la Airoldi nel calcio femminile?
«Il progetto nasce da un’idea dell’ex Responsabile Roberto Pirovano, attualmente al Parma Calcio 1913, che decise di avviare un Settore Giovanile interamente al femminile, per creare risorse interne alla prima squadra CSI esistente dal 2007 al 2021. In circa tre anni, nonostante il Covid, l’idea si è trasformata in realtà con la creazione delle squadre Under 10, Under 12, Under 15 e Under 17, e tutte sono iscritte ai campionati regionali FIGC diventando un vero punto di riferimento per il territorio. Per continuare la crescita, abbiamo ricercato una collaborazione col Parma che inizierà oggi».
Perché l’Airoldi ha scelto di collaborare col Parma?
«Abbiamo deciso di collaborare col Parma Academy in quanto ricercavamo un percorso di formazione strutturato per i nostri tecnici, ma anche una società che avesse molto interesse nel settore femminile, e riteniamo Parma sia la società perfetta per queste esigenze. In questa stagione abbiamo avuto la fortuna di essere ospiti al Tardini, conoscendo a fondo il valore del progetto gialloblù».
Quali sono i passi successivi che vorrà attuare l’Airoldi?
«La creazione della Prima Squadra dipenderà molto dagli Open Day, che saranno in programma sabato 8 luglio, e il 15 dello stesso mese ci sarà anche una festa dello sport. Tuttavia, si valuterà un’eventuale promozione delle Under 17 con le grandi».

Quanto è importante per l’Airoldi avere un settore femminile?
«Noi diamo molto risalto al settore femminile, perché i numeri sono in crescita e in questa stagione ci siamo tolte numerose soddisfazioni».
Secondo te, come sta il calcio femminile nella provincia di Varese?
«Sicuramente lo vedo migliorato, dove ci sono varie realtà che si stanno affermando».
Dove può arrivare l’Italia al Mondiale di quest’anno?
«Mi auguro che possa fare bene dove i quarti possono essere alla portata per la nostra Nazionale, anche se sogno di vedere l’Italia tra le prime quattro. Ho visto alcuni progressi nelle ragazze, poi grazie alla visibilità che offrirà la Rai, spero possa portare più spettatori possibili».
Che sogni vorresti realizzare per l’Airoldi Femminile?
«Ho due sogni. Il primo, essendo nel femminile da tanto tempo, far crescere le nostre ragazze con l’obiettivo di vederle un giorno giocare nel calcio che conta, il secondo è quello di migliorarci sempre di più e costruire la Prima Squadra fatta dalle nostre giovani».
La Redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia la Polisportiva Airoldi e Carlo Ambrogio per la disponibilità.















