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Francesca Pittaccio, protagonista italiana dell’Euro Winner Cup di beach soccer

Francesca Pittaccio, attaccante con un trascorso in serie A: “Ho giocato in serie A con la Res Roma, ma ormai sono due anni che vesto, in serie B, la maglia della Roma Calcio Femminile.
Ma la sua passione per il calcio la porta a giocare con la squadra maschile della Lodigiani formazione capitolina che diversi anni fa militava in Lega Pro: “Con loro ho giocato fino a 16 anni”, conferma Francesca.
Lo scorso campionato la sua squadra, la Roma ha perso lo spareggio per la serie A, contro Bari, ai calci di rigore. Una delusione che andava smaltita con un’esperienza nuova diversa, stimolante. Tra la Lodigiani e la Roma Francesca Pittaccio ha anche la possibilità di vestire la maglia azzurra “Ho giocato anche in Nazionale”, confessa.

Ritorniamo alla delusione di questa stagione appena conclusa: “Dopo una grande delusione sportiva volevo fare tutto tranne che riniziare e giocare a calcio”.
Ma invece arriva una proposta interessante. La chiama il presidente Luigi Cicuto che ha appena formato una squadra di Beach soccer la Terracina BS Femminile.
Gli arriva la telefonata e “Sono arrivata non conoscendo niente e nessuno. Tutto totalmente nuovo. Società, mister e, addirittura le compagne di squadra”.
Ma proprio l’aria di novità di festa trasforma questo gruppo di sconosciuti in una vera squadra: “In poco tempo mi sono subito ambientata. Ora, purtroppo è finito tutto. L’Euro Winners Cup disputata in Portogallo è stata una delle esperienze più belle della mia vita tanto che la consiglierei a chiunque”.
L’armonia però nasce dal gruppo, infatti, continua Francesca: “Trovare un gruppo che in così poco tempo diventa “forte” e unito è una cosa rara. Noi ci siamo riuscite e nel frattempo ho scoperto un nuovo mondo, una nuova mentalità e per questo devo ringraziare anche chi mi ha dato la possibilità di fare questa esperienza”.
Francesca ha segnato in Euro Winners cup 6 reti… non male per la prima esperienza sulla sabbia. Ora il Terracina BS Femminile parteciperà ai Campionati Italiani con la speranza di cementare ancora di più questo gruppo di campionesse.

Credit Photo: Francesca Pitaccio – Facebook

Brescia Femminile – Fiorentina Women’s si giocherà Venerdì 16 Giugno 2017 presso il Centro Federale Territoriale di Bologna – Castenaso

Qui di seguito il comiunicato ufficiale uscito pochi minuti fa sul sito della LND – Dipartimento Calcio Femminile – http://calciofemminile.lnd.it/

PROGRAMMA GARA DI FINALE: BRESCIA FEMMINILE – FIORENTINA WOMEN’S
Ai fini degli obblighi delle tenute di gioco delle calciatrici, si comunica che nella suddetta gara la squadra prima nominata, BRESCIA FEMMINILE, giocherà in casa.
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DATA, ORARIO ED IMPIANTO DI GIOCO
A parziale rettifica di quanto indicato nel CU 81 del 17 maggio 2017 si comunica, dopo aver sentito entrambe le Società qualificate, che la gara di finale della Coppa Italia Nazionale per la Stagione Sportiva 2016/2017 si giocherà Venerdì 16 Giugno 2017 presso il Centro Federale Territoriale (CFT) di BOLOGNA – Castenaso – Stadio Comunale “G. Negrini” (sint.) Via Marconi, 8 – Castenaso (BO) alle ore 20.00.
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CERIMONIALE DI PREMIAZIONE
– Al termine della gara le squadre e la terna arbitrale resteranno in campo;
– La terna arbitrale sfilerà per prima al fine di ricevere il ricordo della manifestazione; Le calciatrici, i tecnici ed i dirigenti della squadra perdente sfileranno singolarmente, dinanzi ai dirigenti federali, per ricevere la medaglia ricordo e dovranno trattenersi in campo; il capitano dovrà essere l’ultimo a ricevere la medaglia e riceverà la targa per la seconda classificata;
– Le calciatrici, i tecnici ed i dirigenti della squadra vincente sfileranno singolarmente, dinanzi ai dirigenti federali, per ricevere la medaglia ricordo e dovranno trattenersi in campo; il capitano dovrà essere l’ultimo a ricevere la medaglia e riceverà il Trofeo;

Durante la cerimonia di premiazione le calciatrici sono tenute ad indossare l’intero completo da gioco e, dopo la consegna dei premi, i capitani con alle spalle il resto della squadra, prima dei festeggiamenti, assolveranno alle incombenze delle fotografie di rito.

E concessa la facoltà alle calciatrici delle due squadre, previa comunicazione al responsabile
organizzativo del Dipartimento Calcio Femminile, in occasione delle premiazioni formare
alternativamente due file in prossimità dell’area individuata per lo svolgimento del cerimoniale, all’interno delle quali sfilerà la squadra perdente.
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Pubblicato in Roma il 7 Giugno 2017 ed affisso all’albo del Dipartimento Calcio Femminile
Il Segretario Patrizia Cottini
Il Vice Presidente L.N.D. Delegato Sandro Morgana

Bambina scambiata per maschio cacciata da campo di calcio, squadra squalificata

Negli Stati Uniti una squadra di calcio femminile è stata allontanata da un torneo giovanile perché una delle bambine, Mili Hernandez, è stata scambiata per un bambino e gli organizzatori non hanno voluto sentire ragioni.

Gli Azzurri Achurros partecipavano ad un torneo organizzato a Omaha, Nebraska, dallo Springfield Soccer Club: vincendo due partite su 3 della prima fase avevano conquistato l’accesso alle finali del torneo ma la squadra è stata squalificata perché accusata da uno degli ufficiali di schierare un maschio.

Si tratta per l’appunto di Milagros di 8 anni, detta “Mili”, che ha sempre tenuto i capelli corti perché semplicemente, come dice lei, “lunghi non mi piacciono. Appena crescono un po’ me li faccio tagliare”.

Mili è un grande talento, tanto che milita nella squadra di categoria d’età superiore, con bambine anche di 11 anni. La sua reazione quando ha saputo che la squadra non avrebbe più giocato, e soprattutto il motivo, è stata un pianto a dirotto. “Mili era anche dispiaciuta perché temeva di aver deluso la sua squadra”, ha detto il padre.

Gli organizzatori in un primo momento si sono rifiutati di rispondere ai giornalisti. Solo 2 ore fa è arrivata la nota ufficiale: all’origine della decisione non l’aspetto della bimba ma un errore di stampa sulla distinta della partita.

Risposta che non regge perché si poteva gestire la situazione con più delicatezza e perché, come spiegano il padre ed il fratello maggiore, “Eravamo andati a prendere la sua tessera assicurativa e un documento di una visita medica, che riportano entrambi il sesso”.

“Mia figlia gioca a calcio da tanto tempo”, continua il genitore, “abbiamo portato il documento ma nemmeno l’hanno voluto vedere, hanno detto che la decisione era stata presa”.

Nel frattempo è arrivata la solidarietà a Mili di due leggende del calcio femminile, Abby Wambach e Mia Hamm, entrambe due volte oro olimpico.

Abby porta pure lei i capelli corti ed ha incitato Mili a non farsi mai condizionare da chi vorrebbe dirle come apparire: del resto, dice, “Io ho vinto campionati con i capelli corti”.

Dal canto suo, la celebre Mia l’ha invitata a trascorrere alcuni giorni alla sua scuola calcio. Un lieto fine per una brutta vicenda, che Mili comunque ha già superato tornando a fare quello che più le piace, tirare calci ad una palla che rotola.

Credit Photo: http://www.todaysport.it/

Vanessa e Francesca laureate… e adesso? «Studio e pallone sono la nostra vita. Pensiamo al futuro»

L’università le ha «incoronate». Vanessa Venturini il 21 ottobre, Francesca Salaorni il 13 marzo. La corona d’alloro l’hanno indossata con orgoglio, l’intervista doppia nasce dal titolo di un film statunitense del 2009: «Laureata… e adesso?». Questa è la domanda che poniamo alle «dottoresse» 2016/17 della Fortitudo Mozzecane, questa è la riflessione a cui le due rispondono in coro: «Studio e calcio sono la nostra vita. Ora pensiamo al futuro». Il portiere gialloblù ha conseguito la laurea triennale a Verona in Scienze delle Attività Motorie e Sportive, il difensore (e capitano) a Padova in Ingegneria Biomedica. L’argomento delle tesi? «Personalità e performance sportiva: quale relazione?» spiega Venturini. «Studio della vigilanza durante l’uso della BCI in pazienti affetti da sclerosi laterale amiotrofica» racconta Salaorni.

Francesca e Vanessa, laureate… e adesso?
Salaorni: «Tra marzo e aprile mi sono presa un mese sabbatico, per staccare un attimo la spina. Dopodiché sono stata nella scuola primaria di Mozzecane con la Fortitudo, facendo svolgere attività sportiva ai bambini di terza, quarta e quinta. Ora, invece, ho ripreso in mano i libri e devo capire cosa fare l’anno prossimo. Ho due possibilità: frequentare la magistrale di Biomeccanica e Biomateriali al Politecnico di Milano, test estivo di inglese permettendo, oppure andare negli Stati Uniti a studiare Ingegneria Biomedica e giocare nella squadra del college. Qualche giorno fa ho infatti sostenuto il provino per avere una borsa di studio per gli USA e sto aspettando il risultato: se fosse positiva sarò felice di partire e di fare il master in America».

Venturini: «Una volta conseguita la laurea triennale, ho cominciato subito la specialistica e ho da poco terminato il primo anno della magistrale di Scienze Motorie Preventive e Adattate, sempre a Verona. Conto di laurearmi di nuovo tra la fine del 2018 e l’inizio del 2019, poi cercherò un’occupazione sperando che in futuro le Istituzioni italiane rendano obbligatoria la figura del laureato in Scienze Motorie anche nella scuola elementare».

Vanessa si è laureata con 103, Francesca con 87. Soddisfatte?
Venturini: «Più di così non potevo fare. In questi anni i sacrifici sono stati tanti e gli impegni da conciliare pure (oltre al calcio, Vanessa fa la cameriera in pizzeria e, d’estate, la bagnina in piscina, ndr), quindi sono orgogliosa del mio risultato. Naturalmente, alla specialistica cercherò di migliorare il 103».

Salaorni: «Tutto sommato sì. Ambivo ad uscire con un voto superiore a quello preso all’esame di maturità, cioè 84, e ce l’ho fatta (sorride, ndr). Purtroppo il primo anno è stato un po’ traumatico: facevo avanti-indietro tra Villafranca e Padova (Francesca abita appunto a Villafranca, ndr) per non saltare gli allenamenti con la Fortitudo e ho incontrato molte difficoltà a gestire università e calcio. Nel secondo e nel terzo anno, invece, trasferendomi a Padova, la situazione è decisamente migliorata: mi sono organizzata bene con il Mozzecane, ho trovato il mio metodo di studio e mi sono tolta soddisfazioni in vari esami. Spero di ottenere un risultato migliore alla magistrale».

Venturini, perché Scienze delle Attività Motorie e Sportive?
«Amo l’attività fisica e il movimento a 360 gradi. Essendo cresciuta con fratelli e cugini maschi ho sempre praticato qualsiasi disciplina che prevedesse l’utilizzo di una palla e di un campo, poi ho cominciato a giocare calcio nella Fortitudo e la passione è cresciuta ancora di più. Lo sport mi entusiasma da matti e, fin da bambina, sapevo che avrei intrapreso tale percorso».

Salaorni, perché ha scelto Ingegneria Biomedica?
«All’inizio ero indecisa fra questo e Fisioterapia. Avevo superato entrambi i test, però alla fine ho optato per Ingegneria Biomedica: mi piaceva di più l’ambito matematico-informatico, e mi sentivo più portata. Il terzo anno, poi, mi ha dato la risposta definitiva: abbiamo studiato tutte materie specifiche, ho imparato un sacco di cose e ho capito che questa è la mia strada. Sono contenta della mia scelta».

Avere una laurea è importante?
Salaorni: «Sì. È indispensabile per determinate professioni e, in generale, rappresenta un titolo in più per avere sbocchi lavorativi migliori e una preparazione culturale di un certo tipo. Ecco, penso che l’attestato magistrale serva di più di quello della triennale, quindi trovo giusto continuare e non fermarmi».

Venturini: «Certo, ma al momento non viene valorizzata e conta principalmente a livello di soddisfazione personale. Nel mio campo, per esempio, diverse persone che hanno conseguito un diploma, frequentando corsi specifici di qualche mese, hanno spesso maggiori opportunità lavorative di noi. E non è corretto. In Italia, la laurea dovrebbe essere considerata di più».

La discussione della tesi e la festa di laurea le avete condivise con le compagne della Fortitudo?
Salaorni: «Naturalmente, e ne sono stata felice. Alla discussione avevo invitato Zoe Caneo e Rachele Peretti ma non sono riuscite a venire: in compenso, però, c’era Giulia Caliari alla lettura del papiro. Al contrario, alla festa hanno partecipato in tante: Francesca Signori, Francesca Rasetti, Caliari, Peretti, Caneo, Vanessa Venturini, Valentina Sossella e Sofia Cordioli (fisioterapista gialloblù, ndr). Purtroppo mancava Alessia Pecchini (in Olanda per studio, ndr), la quale mi ha comunque fatto l’in bocca al lupo prima della discussione. L’ho sentita vicina».

Venturini: «Sì. È stato bello condividere un momento così importante con loro. Alla festa sono venute Francesca Salaorni, Sossella, Caliari, Rasetti e Cordioli, mentre alla discussione c’era Claudio Bressan (preparatore dei portieri gialloblù, ndr). Mi ha fatto davvero piacere averlo avuto lì con me: ci conosciamo e lavoriamo insieme da due stagioni e abbiamo un ottimo rapporto sia dentro che fuori dal campo. Claudio si è sempre interessato ai miei studi e lo ringrazio».

A proposito, calcio e studio vanno d’accordo?
Salaorni: «Dipende. Se una persona riesce a programmare bene gli impegni sì, altrimenti no. Avendo noi tre allenamenti serali alla settimana, più la partita alla domenica, è possibile conciliare tutto, ovviamente con grande passione e sacrificio: studi durante il giorno e poi vai al campo, stringi i denti di fronte alla stanchezza e rinunci spesso ad uscire con gli amici».

Venturini: «Bisogna impegnarsi moltissimo ed essere davvero determinate, soprattutto se oltre al calcio e allo studio svolgi lavoretti qua e là. Amo il pallone e fare sacrifici non mi pesa, però occorre sapersi organizzare al meglio: nella mia università i tirocini si sovrappongono alle lezioni, pertanto è indispensabile sfruttare ogni momento libero per studiare, sia alle sei del mattino che alle undici di sera».

Quanto tempo passate sui libri?
Salaorni: «Cinque-sei giorni alla settimana. Studiavo tutta la mattina, continuavo al pomeriggio fino alle 16-16.30, perché poi dovevo andare ad allenare le bambine (Francesca segue la categoria pulcine alla Fortitudo e i minipulcini del Quaderni, ndr) e al mio allenamento, e a volte riprendevo in mano i libri alla sera fino alle 23. Il fine settimana, invece, è dedicato per forza agli impegni sportivi».

Venturini: «Parecchio. Tra gli impegni al Mozzecane, il lavoro in pizzeria e in piscina, e l’allenamento dei bimbi (in questa stagione Vanessa ha seguito i pulcini del Villafranca e gli esordienti del Caselle, ndr) ho la possibilità di studiare solo a ridosso delle sessioni d’esame, ma quando arriva il momento faccio una vera full immersion sui libri: otto-nove ore al giorno, dalla mattina alla sera, incastrandole tra le varie cose».

Cosa volete fare da grandi?
Salaorni: «L’ingegnere biomedico. Vorrei progettare e realizzare protesi, principalmente per gli arti e per sostegno agli infortuni sportivi, e puntare sulle nuove tecnologie per l’assistenza medica. Inoltre, mi piacerebbe prendere il patentino e diventare un allenatore a tutti gli effetti. Salaorni tecnico della Fortitudo? Sarebbe un sogno».

Venturini: «Sperando che la legge italiana cambi, desidero insegnare educazione motoria nella scuola primaria o sfruttare qualsiasi sfaccettatura di quella che sarà la mia figura professionale, insegnando tutto ciò che riguarda la salute e il movimento. In più sarebbe bello rimanere pure nel mondo del pallone, magari allenando a livello di scuola calcio».

L‘Ufficio Statistico dell’Unione Europea (Eurostat) ha diffuso una serie di dati: l’Italia è penultima nell’UE per percentuale di laureati (26,2%) tra i 30 e i 34 anni.
Salaorni: «Di sicuro ci sono Stati, come Germania, Francia e Inghilterra, in cui l’università è meglio organizzata, ma essere il penultimo Paese dell’UE non fa piacere e non è un bel biglietto da visita. Da noi ci sono tante Facoltà di valore e tanti studenti però forse molti di loro sono scoraggiati dalla situazione precaria dei laureati e preferiscono buttarsi subito alla ricerca di un’occupazione. Oppure parecchi iniziano gli studi e poi mollano. L’università in Italia? Dà un’ottima preparazione ma per quanto riguarda strutture e organizzazione occorre crescere».

Venturini: «Da noi la laurea è poco riconosciuta, in più probabilmente i giovani di oggi non hanno una grandissima voglia di studiare. In tanti decidono di andare direttamente a lavorare, invece di proseguire gli studi, oppure cominciano l’università ma appena trovano un’occupazione, che regala loro un minimo di indipendenza economica, la lasciano».

Francesca e Vanessa hanno però compiuto da poco 23 anni. Voi non avete perso tempo…
Salaorni: «Desideravo terminare la triennale senza finire fuori corso e mi sono impegnata al massimo per riuscirci. Se si desidera frequentare l’università è importante non perdere tempo: prendersi un anno sabbatico dopo la scuola, infatti, rischia di essere fatale. Sono sincera: pure io avevo pensato di fare una pausa ma poi ho capito che ricominciare e riabituarmi ai ritmi di studio sarebbe stato faticoso, così mi sono subito rimboccata le maniche».

Venturini: «Lo sport è la mia passione, quindi terminate le superiori non ho avuto difficoltà a proseguire gli studi. E sono felice di essermi laureata in tre anni, appunto nei tempi prefissati. Adesso voglio completare la mia formazione alla magistrale e poi continuare a crescere fuori. Di imparare non si finisce mai».

L’Italia conta 32,5% di laureate e 19,9% di laureati. Le donne sono più brillanti negli studi?
Salaorni e Venturini: «In generale le donne sono più portate e dedite allo studio, e magari hanno più voglia di applicarsi e di portare a termine ciò che hanno cominciato. In ogni caso, dipende da persona a persona: ci sono anche molti uomini bravissimi negli studi».

Solo il 53% dei laureati trova lavoro a tre anni dal titolo. È un aspetto che vi preoccupa?
Salaorni: «Non troppo. Nonostante la crisi e le numerose difficoltà, sono convinta che se una persona cerca un’occupazione con determinazione, può raggiungere l’obiettivo. Di sicuro, però, è più complesso trovare il lavoro che si desidera: per quello occorre avere pure un pizzico di fortuna e gli agganci giusti».

Venturini: «Sì. Questo dato deve far riflettere. Quando ho iniziato l’università ero già consapevole che la mia laurea contasse fino ad un certo punto, ma ho preferito seguire il cuore. Tuttavia, sapere che in Italia abbiamo 200.000 laureati in Scienze Motorie, e che la maggior parte di loro fatica a trovare un lavoro stabile, dispiace molto».

Sempre più giovani laureati «scappano» dall’Italia. Avete mai pensato di andare all’estero?
Salaorni: «Al di là di un’esperienza di studio, no. Tuttavia sono consapevole che il mio ambito professionale richieda spostamenti costanti, visto che scoperte e innovazioni vengono in primis dall’estero. Pertanto, so che un giorno potrebbe capitarmi di viaggiare. Le lingue? L’inglese riesco a leggerlo e a capirlo, però non sono bravissima a parlarlo. Alle medie avevo studiato anche francese ma poi l’ho lasciato da parte».

Venturini: «È un argomento su cui, a volte, mi sono confrontata con la mia famiglia e il mio fidanzato: all’estero lo sport è più apprezzato e considerato rispetto alla cultura italiana. Quindi sì, l’idea mi ha sfiora e, se potessi scegliere, andrei negli Stati Uniti. Le lingue? Con l’inglese me la cavo senza problemi».

Nel film «Laureata… e adesso?» Ryden (la protagonista), appena laureata non ottiene il lavoro tanto desiderato e si ritrova disoccupata. Se capitasse a voi, come vi comportereste?
Salaorni: «All’inizio ci rimarrei male. Studiare per anni e non vedere riconosciuto né il mio impegno né i miei sacrifici, mi dispiacerebbe un sacco. Dopodiché proverei a cimentarmi con un’altra occupazione, con la speranza che un giorno arrivi ciò che mi piace sul serio e a cui ambisco».

Venturini: «Purtroppo sono già consapevole che potrei vivere pure io questa situazione. Farei di tutto per non essere un peso economico per i miei genitori, trovando un lavoro qualsiasi, e continuando nel frattempo a cercare una professione inerente ai miei studi».

Francesca e Vanessa, siete più brave sul campo o sui libri?
Salaorni: «Ho limiti e qualità in entrambi i mondi, pertanto dico 50 e 50. Lo spirito è lo stesso e sia all’università che nel calcio ho obiettivi precisi: studio per imparare e prendere bei voti, gioco per crescere e vincere».

Venturini: «L’impegno è il medesimo, però forse riesco meglio sui libri (sorride, ndr). Calcio e università sono due attività che adoro alla stessa maniera, considerato che riguardano entrambe il movimento, e tento di integrarle con passione».

Nel calcio conta studiare?
Salaorni: «Ovviamente. Nel calcio non bisogna solo correre dietro ad un pallone, serve anche usare la testa. Nel mio caso, un difensore deve applicarsi molto, studiare la tattica, i movimenti dell’altra squadra e agire di conseguenza, l’elastico difensivo e come mettere in fuorigioco le avversarie. L’aspetto più complicato e trovare un equilibrio con le proprie compagne di reparto: se una di noi sbaglia, l’attaccante ha la possibilità di presentarsi davanti al portiere e segnare».

Venturini: «Giro la frase: per andare bene a scuola conta fare sport. Questo è stato dimostrato scientificamente: i bambini che fin da piccoli praticano attività sportiva ottengono migliori risultati a scuola. Venturini portiere? Io gioco per di più d’istinto. A parer mio, più che studiare, un estremo difensore deve essere in grado di prevedere in anticipo la mossa dell’avversaria».

La stagione 2016/17 ha rappresentato la 14ª annata alla Fortitudo Mozzecane per Vanessa e la 13ª per Francesca. Pallone per una vita… e adesso?
Venturini: «I punti di domanda sono diversi. Sicuramente in questi 14 anni la passione non è mai diminuita, anzi, è cresciuta. Se potessi giocherei a calcio per tutta la vita ma, prima di decidere cosa fare, dovrò valutare tanti fattori. A cominciare dagli impegni universitari».

Salaorni: «Desidero proseguire. La Fortitudo è diventata una seconda famiglia per me e se continuassi a difendere i colori gialloblù sarei contenta e fiera. Tuttavia, bisognerà tener conto del mio futuro negli studi: se andassi a Milano, dovrei trovare un compromesso tra università e calcio, che io giochi a Mozzecane o altrove; se invece avessi l’opportunità di frequentare il master negli Stati Uniti, militerei appunto nella squadra del college. Gli USA? Sarebbe un’esperienza unica e fantastica: entrerei a contatto con una realtà dove il calcio femminile è più sviluppato rispetto a quello maschile, in cui la metodologia di lavoro è differente e concentrata moltissimo sull’aspetto fisico, dove la cultura sportiva è più avanzata e gli impianti sono all’avanguardia».

Credit Photo: Elisa Fasoli

Florentia in semifinale di Coppa Italia Regionale!

La Florentia si qualifica per la semifinale di Coppa Italia Regionale vincendo in trasferta contro il Real Bellante con il risultato di 0 – 5, grazie alle reti di Lotti, Nencioni, Gnisci, Picciafuochi e Pini.
Domenica 11 giugno le biancorosse affronteranno in trasferta il Real Colombo, squadra vincitrice della Coppa Lazio, per la gara di andata delle semifinali; il ritorno è previsto per domenica 18 giugno allo Stadio Pazzagli di Firenze.

Nel primo tempo la partita è stata equilibrata, le due formazioni si sono affrontate a viso aperto e soprattutto nei primi dieci minuti si sono viste occasioni da entrambe le parti. La manovra delle abruzzesi si è sviluppata soprattutto sulle fasce, dove i due esterni hanno creato qualche apprensione alla difesa biancorossa, senza però mai impensierire veramente la porta difesa da Alice Valgimigli. La Florentia cerca il vantaggio con Nencioni, Abati e Gnisci, ma la difesa del Bellante è brava a neutralizzare gli attacchi del tridente biancorosso, grazie anche alla buona prestazione di Maranella, estremo difensore teramano. Al 25’ l’azione che sblocca l’incontro: triangolazione tra Abati e Lotti al limite dell’area, la n.8 biancorossa lascia partire un tiro da fuori area che dopo una piccola deviazione si insacca in rete. Il primo tempo non regala altre emozioni e la Florentia va a riposo sullo 0 – 1.

Nel secondo tempo il C.F. Florentia rientra in campo con più convinzione e sfodera un’altra grande prestazione, dominando l’incontro. Al 68’ arriva il meritato raddoppio biancorosso con un goal capolavoro del capitano Alessandra Nencioni: gran tiro da fuori area e palla imprendibile per il portiere del Real Bellante. Non passano nemmeno due minuti e Gnisci, ben servita da Irene Mazzella, chiude di fatto l’incontro segnando lo 0 – 3 con un pregevole pallonetto che scavalca Maranella.
Le reti del definitivo 0 – 5 vengono segnate da Elena Picciafuochi e Laura Pini, entrambe entrate nel secondo tempo, a dimostrazione della forza di tutto l’organico biancorosso. Picciafuochi al 75’ è brava e lesta a sfruttare un cross dalla sinistra e con un tap-in mette a segno la sua seconda rete stagionale; mentre al 78’ Pini si fa trovare pronta sul calcio d’angolo battuto da Nencioni.

Ora le biancorosse sono chiamate al doppio impegno in semifinale contro il Real Colombo. La squadra laziale ha vinto con un netto 9 – 0 contro le calabresi dell’Azzurra 2008.  Si parte domenica 11 giugno a Roma, in casa del Real Colombo, mentre il ritorno è previsto per il 18 giugno al Pazzagli di Firenze.

“Questa squadra mi stupisce sempre di più” commenta Mister Nicoli “le ragazze sono sempre motivate, hanno una voglia incredibile di giocare, vincere e raggiungere i loro obiettivi. Tutte le giocatrici danno il proprio contributo, anche chi parte dalla panchina non si tira mai indietro. Oggi vorrei fare un plauso a Irene Mazzella che ha impreziosito un’ottima prestazione con due assist, è in grande crescita e sta tornando a giocare ad alti livelli. Ora ci aspetta la doppia sfida in semifinale contro il Real Colombo, sarà importante riuscire a segnare in trasferta, perchè in caso di pareggio varrà doppio. Siamo consapevoli di giocare contro una squadra ben organizzata, con le nostre stesse motivazioni e non sarà un match facile. Noi non ci tireremo indietro e cercheremo di imporre il nostro gioco come abbiamo sempre fatto in questa stagione.”

Il tabellino: 25’ Lotti, 68’ Nencioni, 70’ Gnisci, 75’ Picciafuochi, 78’ Pini

La formazione scesa in campo al Comunale di Bellante: Valgimigli A., Valgimigli G., Baroni (73’ Picciafuochi), Tamburini, Abati, Mazzella, Pecchia (61’ Aliaj), Lotti, Bonaiuti (64’ Pini), Nencioni, Gnisci.

La formazione del Real Bellante: Maranella, Cortellucci, Rocci, Maiorani, Di Lodovico, Cianelli, D’Innocenzo, Pomante, Locci, Ciccalè, Piccioni (82’ D’Addario).

La terna arbitrale: Direttore di gara Sig. Celani (sez. Viterbo), 1° assistente Sig. Mazzocchetti (sez. Teramo), 2° assistente Sig. Cialini (sez. Teramo)

Credit Photo: Comunicato Stampa (CF Florentia)

Catania Calcio Femminile: Serie B e azionariato popolare

Negli ultimi vent’anni, man mano che il mondo del calcio si andava trasformando in un giro di affari megamilionario più vicino ai palazzi dell’alta finanza che all’erba del campo da gioco, una pratica opposta, vicina ai veri valori di questo magnifico sport ha cominciato a diffondersi in Europa: l’azionariato popolare. Decine di iniziative che dai club più prestigiosi alle squadre locali hanno provato a rimettere al centro la figura fondamentale del tifoso, ormai ridotto a sagoma di cartone dai consigli d’amministrazione delle società calcistiche.

È successo anche a noi, nella storia più recente e triste, di assistere impotenti a scelte e pratiche societarie sciagurate e perfino criminali; il più grande patrimonio del Catania Calcio, più prezioso dei cartellini, più prestigioso del megacentro polisportivo, il suo ineguagliabile pubblico di tifosi ridotto al ruolo di antagonista, nemico!

Non è questo il nostro calcio, lo ripetiamo da anni: il calcio moderno, delle SPA, dei diritti televisivi, degli stadi vuoti e degli abbonamenti a Sky NON è non sarà MAI il nostro calcio.

Il NOSTRO calcio è popolare, si gioca allo stadio come nelle strade, il nostro calcio è di chi LO AMA davvero.

Per questo adesso che si presenta un’occasione irripetibile di tornare a essere protagonisti dei nostri colori, di mettere al loro servizio tutto il nostro sostegno e tutto il nostro cuore rossazzurro VI INVITIAMO a partecipare con noi alla GRANDE CAMPAGNA DI SOTTOSCRIZIONE POPOLARE del CALCIO CATANIA FEMMINILE!

Queste straordinarie ragazze, che abbiamo conosciuto personalmente e sostenuto nelle ultime fasi del campionato, hanno regalato alla nostra città una PROMOZIONE in B, conquistata macinando km sul manto erboso, con sudore e coraggio , lavorando con umiltà e orgoglio per consegnare questo traguardo ai catanesi. Nessun alloro, solo qualche trafiletto per un’impresa invece entusiasmante, che ci ha ripagato dello spettacolo deprimente e mortificante offerto dai loro colleghi maschi in questa stagione.

Noi crediamo in queste atlete tanto quanto crediamo in questi colori: facciamo in modo che non debbano rinunciare al loro sogno, che la nostra città non perda questa occasione, spingiamo questo bellissimo CATANIA in B!

*Le quote, libere, potranno essere versate presso il conto della società A.S.D. Femminile Catania – IBAN IT 96J01030 16919 00000 1118471.
I nomi dei sottoscrittori saranno pubblicati ed entreranno a far parte del progetto “Cresci col Catania femminile”.
Massima trasparenza e correttezza garantite!

Credit Photo: Catania Calcio Femminile Facebook

Festa promozione Pink Bari: i ricordi piu’ belli delle protagoniste

Grande serata di tripudio e festeggiamenti al lido Torre Quetta sito nel capoluogo pugliese dove si è reso omaggio alla straordinaria promozione della Pink Bari nella massima serie, dopo un solo anno di permanenza nella cadetteria.

Presenti al gran completo tutto lo staff societario a partire dalla presidente Alessandra Signorile: “Ringrazio le calciatrici per aver conquistato l’ambito traguardo, tutto il team che ha lavorato al raggiungimento di questa impresa, nonchè l’Amministrazione comunale di Bitetto, il Campo dei fiori sede degli allenamenti e lo storico tifoso Antonio Cioce per il supporto dato alla squadra”.

Il team manager Isabella Cardone d’accordo con il Presidente ha ufficialmente confermato che sarà ancora Roberto D’Ermilio a guidare le biancorosse il prossimo anno, partendo dal presupposto che la squadra che vince non si cambia. Il mister, a tal proposito, ha ironicamente dichiarato che : “Era entrato negli spogliatoi femminili con i capelli grigi e se n’e’ uscito con i capelli bianchi”.

La stessa dirigente barese ha inoltre donato simbolicamente al capitano Jenny Piro un paio di scarpe, dando seguito ad un rito scaramantico, dopo che lo scorso anno Lucia Strisciuglio, a seguito di una scommessa si era appropriata delle calzature portafortuna, segnando una rete dopo averle indossate per la prima volta. Dovuti ringraziamenti da parte del pubblico presente ai preziosi collaboratori del team, dal responsabile ufficio Comunicazioni Malu Bobo De Giglio, all’allenatore della Primavera Donato Liso, al preparatore dei portieri Geso Strambelli, al preparatore atletico Giovanni Di Gennaro e alla dott.ssa Chiara Marini.

Sul palco sono salite poi tutte le ragazze della prima squadra che si sono brevemente soffermate sul ricordo piu’ bello vissuto in stagione.

Ilaria Capitanelli ha indicato l’esordio in serie B del 4/12 in trasferta contro il Grifone Gialloverde, per Marika Bitetto il debutto in prima squadra con il Latina, per Giovanna Buono la prima partita di campionato coincisa con la rete del 7-1 alla Roma XIV; per Francy Sforza la gara di Coppa Italia con il Salento Women; per Noemi Montemurro e Alessia Maffei la prima gara giocata con la maglia biancorossa; per Martina di Bari, Roberta Ruscitto eMayra Marino invece il ricordo piu’ bello è coinciso con la vittoria del campionato.

Lucia Ceci, a tal proposito, ha dichiarato che le emozioni che ricorderà piu’ a lungo sono da rinvenirsi nella rete realizzata nello spareggio e nel rigore sbagliato, probabilmente perchè un evento negativo poi superato dal risultato ottenuto, diventa piacevole da ricordare, come giustamente sottolineato dal cabarettista e chitarrista Antonello Vannucci; dopo l’errore dal dischetto la stessa calciatrice ha inoltre aggiunto che non ha pensato a nulla di particolare se non augurarsi che qualche avversario sbagliasse a sua volta il penalty.

Doveroso omaggio a Veronica Cangiano autore dell’ultimo rigore decisivo segnato con freddezza che ha sostenuto che in quei momenti ha pensato solo dove tirarlo, mantenendo alta la concentrazione; applausi a scena aperta per la colonia siciliana Giusy BassanoNoemi Manno e Antonella Marrone, autentiche protagoniste della stagione, le prime due in fase realizzativa, l’ultima nella retroguardia difensiva.

Per Lucia Strisciuglio il ricordo piu’ piacevole coincide con la rete del 3-1 alla Roma nell’ultima di campionato dove afferma che tutta Bitetto è esplosa; per la tarantina Francesca Quazzico il momento piu’ esaltante della stagione è stato il secondo goal siglato alla Roma all’ultima giornata del campionato regolare; per Angelica Parascandolo la gioia piu’ grande è stata la rete siglata nella gara di andata alla Lazio Women; per la miss Debora Novellino, impossibile dimenticare la pallonata presa in viso durante una partita; per il portiere Roberta Aprile una grande emozione il rigore parato a Castiello nella gara della promozione, precisando : “ho i miei metodi che ha insegnato il mister”.

Il capitano Jenny Piro ha indicato nella partita di Pescara e nella gara vinta il 19/3 con il Napoli Carpisa per 3-2 in rimonta, dopo aver terminato il primo tempo in svantaggio per 0-2 i momenti salienti dell’intera stagione; doccia gelata infine per i tifosi biancorossi quando Marina Rogazione, anima e cuore della Pink, ha pubblicamente dichiarato di non sapere se il prossimo anno continuerà a giocare; ricordiamo che la storica bandiera delle biancorosse, dopo un periodo di ritiro forzato per studio all’estero era rientrata a Gennaio nella rosa, contribuendo con la sua esperienza ed i suoi preziosi goal alla conquista della promozione. Nelle prossime settimane sarà pertanto sciolta la riserva sul suo futuro, nel frattempo spazio al meritato riposo per tutta la squadra della Pink in attesa del prossimo impegnativo campionato di serie A, con l’obiettivo primario di cercare di mantenere la categoria appena conquistata.

Credit Photo: Pink Bari Calcio Femminile – Facebook

L’Empoli Ladies abbraccia la città: aperitivo per festeggiare la Serie A

Tutti pazzi per l’Empoli Ladies. Le ragazze di mister Pistolesi, dopo aver conquistato la promozione in serie A, hanno concluso la propria stagione perdendo la semifinale di Coppa Italia contro la Fiorentina campione d’Italia. E’ stato il primo derby ‘rosa’ tra il capoluogo e la provincia. Per festeggiare insieme alla città la conquista della massima categoria, le azzurre si ritroveranno mercoledì alle 18,30 al Centro Empoli di via Sanzio per un aperitivo coi tifosi.

“Quello che abbiamo ottenuto è un risultato importante. Dobbiamo dire grazie a Empoli e all’Empoli Fc che ci hanno sempre dato una mano. Le ragazze – dice il direttore sportivo Marco Landi hanno fatto una stagione stratosferica. Voglio sperare e credo che questa squadra stia entrando nel cuore di Empoli, come testimoniano le tante persone che ci vengono a vedere”.

Parla anche l’assessore Fabrizio Biuzzi. “Lo sport femminile sta prendendo molto campo. È un dato che fa pensare, è lo spunto giusto per sviluppare un discorso a tutto tondo con lo sport rosa. Empoli ha tante squadre di buon livello, è giusto accendere i riflettori. Empoli può diventare un faro”.

Della Serie A parla anche il mister Pistolesi. “Per noi sarà una sfida importante, ma anche un’occasione di crescita per le ragazze. La con La Fiorentina è stata occasione importante per vedere cosa ci aspetta, non è quello il nostro obiettivo ma lotteremo per salvarci anche se non sarà semplice”.

Credit Photo: http://www.empolichannel.it/

Otto Leonesse convocate per il raduno dell’Italia pre Europeo

Il Brescia CF comunica che ben otto calciatrici biancoblu sono state convocate dal commissario tecnico dell’Italia Antonio Cabrini per il raduno in vista degli Europei che si disputeranno in Olanda dal 15 luglio al 6 agosto. Quella biancoblu è la più folta rappresentanza di un club in nazionale, insieme a quella della Fiorentina.
Il ritiro, a cui parteciperanno trenta calciatrici, inizierà domenica 18 giugno presso il centro tecnico federale di Coverciano, con le calciatrici del Brescia che godranno di una settimana di riposo visto l’impegno nella finale di Coppa Italia, per loro il raduno scatterà lunedì 26 giugno. Alla convocazione dovranno rispondere Cernoia, Bonansea, Gama, Girelli, Marchitelli, Rosucci, Salvai e Sabatino.
Mercoledì 5 luglio verrà diramata la lista ufficiale delle 23 calciatrici che faranno parte della rosa dell’Italia all’Europeo con partenza per l’Olanda prevista per il 15 luglio, con esordio contro la Russia il 17 a Rotterdam.

Credit Photo: http://www.bresciacalciofemminile.it/

Team Manager Lazio Women, Monica Caprini: “Stagione positiva, ma abbiamo ancora margini di miglioramento”

Intervenuta ai microfoni di Lazio Style Channel, Monica Caprini, Team Manager della Lazio Women per fare un appunto sulla stagione conclusa delle ragazze Biancocelesti:

“Il bilancio di fine stagione è estremamente positivo. Lo scorso anno sono state gettate delle basi solide, in questa stagione invece ci siamo salvate con risultati ben più soddisfacenti. Sotto il punto di vista del materiale utilizzato nel corso dell’annata sportiva, la Lazio è al top. Potevamo avere qualche punto in più in classifica, ma siamo state penalizzate da tanti infortuni. La giovane età della rosa ci ha portato a vincere e, talvolta a perdere, determinate partite. Abbiamo però ampi margini di miglioramento. Il campionato è stato molto difficile e, nonostante le difficoltà, abbiamo portato a casa risultati molto soddisfacenti. Abbiamo meritato quel che abbiamo ottenuto e guardiamo al futuro con grande fiducia”.

Credi Photo: Lazio Women – Facebook

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