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Patrizia Panico guiderà gli Azzurrini contro la Germania, a Verona nuovo test VAR

Per la prima volta nella storia un tecnico donna guiderà una nazionale maschile azzurra: Patrizia Panico sostituirà infatti Daniele Zoratto, al seguito della Nazionale Under 19 impegnata nella Fase Elite del Campionato Europeo, e siederà sulla panchina della Nazionale Under 16 in occasione della doppia amichevole con i pari età della Germania in programma rispettivamente mercoledì 22 marzo allo Stadio ‘Bentegodi’ di Verona (ore 14.30, ingresso gratuito – differita su Rai Sport +HD alle 10.30 del 23 marzo) e venerdì 24 marzo (ore 11, ingresso gratuito) allo Stadio Comunale di Caldiero Terme.

Entrata a far parte nel 2015 della ‘Hall of Fame del Calcio Italiano’, Patrizia Panico è un vero e proprio monumento del calcio femminile e, tra i tanti primati stabiliti in carriera, detiene anche il record di presenze con la maglia della Nazionale (204 gare con 110 gol).

Adesso è pronta a scrivere un’altra pagina di storia a Verona, che torna ad ospitare la gara di una nazionale dopo la calorosa accoglienza riservata lo scorso 6 giugno agli Azzurri per l’amichevole con la Finlandia, quando il ‘Bentegodi’, tutto esaurito e vestito a festa per l’occasione, salutò il successo per 2-0 della Nazionale nell’ultimo test prima dell’avventura nel Campionato Europeo di Francia 2016.

La sfida tra Italia e Germania, un grande classico anche del calcio giovanile, sarà oggetto di una nuova sperimentazione della VAR (Video Assistant Referees) in modalità on-line. Dirigerà l’incontro un arbitro internazionale, Daniele Orsato, coadiuvato per l’occasione dagli assistenti Giorgio Peretti e Omar Gava. Come quarto ufficiale di gara è stato designato Piero Giacomelli, mentre i video assistenti saranno Gianluca Rocchi e Paolo Valeri.

Dopo l’esordio assoluto della cosiddetta ‘moviola in campo’nell’amichevole tra la Nazionale di Gian Piero Ventura e la Francia disputata a Bari lo scorso 1° settembre e i test ripetuti in occasione delle amichevoli dello scorso novembre Italia-Germania (A) a Milano e Italia-Danimarca (Under 21) a Bergamo, la VAR è stata sperimentata per la prima volta in Italia in modalità on-line nell’amichevole disputata lo scorso 18 gennaio allo stadio ‘Friuli’ di Udine tra le Nazionali Under 19 di Italia e Spagna.

E la VAR in modalità on-line è stata testata anche il 22 febbraio e l’8 marzo allo Stadio ‘Renato Dall’Ara’ di Bologna e allo Stadio ‘Carlo Castellani’ di Empoli, che hanno ospitato rispettivamente le amichevoli della Nazionali Under 19 con la Francia e dell’Under 18 con la Danimarca.

Al termine della prima amichevole tra Italia e Germania, alle ore 17.30, il Settore Giovanile e Scolastico della FIGC ha organizzato un incontro di formazione con i tecnici delle squadre giovanili del territorio presso la Sezione AIA di Verona (Stadio ‘Bentegodi’, lato Curva Nord – Cancello 5). All’incontro interverranno Patrizia Panico e Paolo Nicolato (Staff Tecnico Nazionale Italiana Under 16), Massimo Tell (Grassroots Manager del SGS della FIGC) e Stefano Florit (Collaboratore tecnico Nazionale Centri Territoriali della FIGC).

Info per i media – è possibile formulare la richiesta di accreditoper le due gare amichevoli tra Italia e Germaniaentro le ore 18 di lunedì 20 marzoall’indirizzo email press@figc.it

L’elenco dei convocati per la doppia amichevole con la Germania

Portieri: Alessandro Russo (Genoa), Matteo Cardinali (Roma);
Difensori: Alberto Barazzetta (Milan), Pietro Lattanzi (Empoli), AntonyAngileri (Palermo), Nicolò Armini (Lazio), Paolo Gozzi Iweru(Juventus), Francesco Semeraro (Roma), EmoshogueDarrelAgbugui (Hellas Verona);
Centrocampisti: Giuseppe Iglio (Milan), Davide Angelo Ghislandi (Atalanta), Manu Emmanuel Gyabuaa (Atalanta), Mattia Sandri (Torino), Eric Lirussi (Udinese), Riccardo Tonin (Milan), Alessandro Cortinovis (Atalanta), Giuseppe Leone (Juventus);
Attaccanti: Roberto Piccoli (Atalanta), Alessio Riccardi (Roma), Edoardo Vergani (Inter).

Staff – Capo delegazione: Francesco Selvaggi; Tecnici federali: Patrizia Panico e Paolo Nicolato; Segretario: Alessandro Lulli; Preparatore dei portieri: Davide Quironi; Medico Federale: Cosma Calderaro; Fisioterapista: Marco Di Salvo;

Femminile. Under 17 e Under 15 insieme all’Acqua Acetosa per una giornata di sport

Domani, venerdì 17 marzo, la selezione femminile Under 15 raggiungerà la Nazionale Femminile Under 17 in raduno a Roma, presso il Centro di Preparazione Olimpica, in vista della fase Elite del Campionato Europeo di categoria.

Nell’occasione le Azzurrine avranno l’opportunità di incontrare le ragazze di Rita Guarino e di osservare la seduta di allenamento prevista alle ore 15,30 sul campo 10.

Sarà anche una importante opportunità per il Coordinatore Federale Regionale del Lazio, Franco Pascucci, per incontrare le società ed illustrare il progetto durante la riunione a cui sono stati invitati i tecnici e i dirigenti delle società che svolgono attività femminile e a quante vorrebbero iniziare a svolgere l’attività di calcio femminile presso le proprie scuole calcio.

All’incontro, che si svolgerà alle ore 16 presso l’aula 5 del Centro di Preparazione Olimpica “Giulio Onesti” (via dei Campi Sportivi,1 – Roma), parteciperà anche il tecnico della nazionale Femminile Under 19 Enrico Sbardella.

A partire dalle ore 17,15, le giovani calciatrici U.15 andranno in campo per le attività previste, a cui assisteranno anche i 3 tecnici delle nazionale giovanili femminili.

Con il debutto di Asia Muratori si conferma la linea verde del San Zaccaria

Continua il bel periodo all’insegna del futuro per il San Zaccaria. La società biancorossa continua a tenere con orgoglio all’occhiello il fiore più importante rappresentato dal proprio settore giovanile. Dal vivaio infatti l’ultimo debutto è quello della diciottenne Asia Muratori, entrata sabato nella vittoria ottenuta dalla squadra di Lorenzini nello scontro diretto contro il Como.

Una gara importante nella quale fare il proprio debutto, infatti anche per Asia l’emozione al momento di entrare in campo è stata grande.
“Ero molto in ansia prima della partita perché per me è un sogno come lo è per molte calciatrici quello di debuttare in Serie A. Sono davvero molto fiera e soddisfatta di questo debutto – prosegue – che credo dimostri anche che ho delle capacità e questo mi rende molto contenta e credo di dover ringraziare la società che mi ha dato questa grande opportunità“.

Asia è uno dei tanti punti di forza della formazione Primavera di Marinella Piolanti, con la quale sta cercando di raggiungere le fasi nazionali del campionato.
“Stiamo cercando di migliorarci in tutti gli ambiti e ognuna di noi sta mettendo anima cuore per cercare di arrivare alla fase nazionale, ma è anche vero che in questa seconda parte del campionato ci sono partite molto importanti e difficili da affrontare”.

Al suo primo anno a San Zaccaria dopo essere arrivata dall’Imolese nel corso dell’estate, per Asia la stagione è ovviamente fin qui molto positiva dal punto di vista personale, anche se la giocatrice mostra ancora tanta voglia di crescere e imparare.
“Ero molto tesa all’inizio anche perché per me era la prima esperienza in questa squadra. Sto cercando ad ogni allenamento di mettere l’anima in questa nuova avventura per cercare di migliorare le mie capacità. Il sogno per il futuro? Migliorarmi e giocare in Serie A, non chiedo altro”.

Giulia Liberati, Res Roma: “Dopo il rammarico dello scorso anno…La rivincita!”

Si è da poco concluso il prestigioso campionato giovanile Arco di Trento – Trofeo Beppe Viola dove la Res Roma ha potuto alzare al cielo il trofeo tanto ambito, conquistato dopo la vittoria ai rigori con il Verona, e al 4 a 0 rifilato al Napoli nella finalissima. Tra le protagoniste della vittoria c’è il giovane difensore romano Giulia Liberati, perno della difesa giallorossa e ormai veterana della squadra diretta da mister Melillo, con cui ha già vinto due scudetti e diversi titoli regionali nelle categorie Giovanissime e Primavera.

Ciao Giulia, avete appena conquistato il prestigioso trofeo Arco di Trento – Trofeo Beppe Viola: descrivici le tue emozioni.
“Dopo il rammarico dello scorso anno, ora possiamo goderci la rivincita! Ho provato un’immensa gioia e non nascondo che è un torneo che meritavamo di vincere.”

Con il Verona si è ricorso ai rigori: una vittoria sofferta ma meritata.
“Il Verona è sicuramente una grande squadra e ben organizzata; abbiamo avuto tante occasioni da goal che non abbiamo sfruttato al meglio arrivando così ai calci di rigori, dove siamo state più brave ed abbiamo ottenuto la qualificazione.”

Contro il Napoli, invece, un dominio assoluto…
“Contro il Napoli credo non ci sia nulla da dire: abbiamo dominato e abbiamo strameritato questa vittoria!”

Non eri al massimo della forma, ma hai saputo stringere i denti e giocare due grandi gare: come le hai vissute?
“Nonostante i problemi fisici sono contenta di aver fatto bene! Cerco sempre di non pensare ai dolori fisici, concentrandomi solo sul bene della squadra.”

Da questa stagione ti stai allenando con la prima squadra che milita in serie A: cosa stai imparando dalle “big” giallorosse e chi sono i tuoi punti di riferimento?
“Sto apprendendo molto sia sul piano calcistico sia sul piano caratteriale, cercando di far emergere la voglia di combattere su ogni pallone. I miei punti di riferimento sono sicuramente Giulia Colini e Claudia Ciccotti che si sono mostrate sempre costanti nel gioco.”

Prossimo obiettivo stagionale è la vittoria del campionato regionale Primavera: come immagini sarà il match di ritorno contro la Roma?
“Ovviamente puntiamo a vincere il nostro terzo scudetto Primavera e abbiamo tutte le carte in regola per uscirne vincitrici! All’andata non abbiamo sfruttato al meglio le occasioni avute, lasciando aperta la partita fino all’ultimo, ma, nonostante fossimo una in meno, abbiamo ugualmente dominato. Il match di ritorno si prospetta come una gara da non sottovalutare, in cui cercheremo di fare meglio avendo anche a disposizione Caruso.”

A chi dedichi la vittoria del Torneo Arco di Trento?
“Innanzitutto alla squadra e alla società! A mister Melillo, che ha sempre creduto in noi e alle nostre potenzialità, alle ragazze della prima squadra che ci hanno sostenuto dalla tribuna e poi…. a mia madre che è sempre stata al mio fianco.”

Football Pink #3: La Pink, altra faccia della Bari

Più o meno tutti quanti gli appassionati di calcio conoscono bene il Football Club Bari o, più semplicemente come viene detta in città, la Bari. Balzata agli onori di cronaca più volte negli ultimi anni, a causa della grande presenza di pubblico al San Nicola, costantemente lo stadio più popolato della B, ma anche per tristi eventi quali il coinvolgimento di diversi giocatori nelle vicende del calcio scommesse o per le intricate vicende societarie, la società è sia una tra le più gloriose del sud Italia, terza per partecipazioni in massima serie, sia discreta fucina di talenti: basti pensare che tra le file biancorosse hanno militato giocatori del calibro dei campioni del mondo Zambrotta e Perrotta, il perno della difesa della Juventus Bonucci e il diamante grezzo del calcio italiano Antonio Cassano, prodotto del vivaio.

Se, come detto, oggi la squadra lotta in serie B con buoni risultati, in costante lotta per la massima serie, non lontano dal San Nicola un’altra formazione biancorossa sgomita per il medesimo obiettivo. E nonostante un ruolino di marcia impressionante, composto da sole vittorie eccetto una singola sconfitta, è al secondo posto del girone D della serie cadetta, alle spalle della Roma. Basta spostarsi al centro sportivo Campo dei Fiori, dove, lontane dai riflettori, diciotto ragazze sono pronte ad iniziare l’allenamento. Per l’altra Bari, l’articolo determinativo “la” è davvero d’obbligo: si tratta, infatti, della Pink Bari, la compagine femminile cittadina.

La visita alla squadra si apre tra chi mi scambia per un nuovo preparatore e chi mi guarda come se fossi un alieno, riuscendo a percepire fin da subito il clima che c’è da queste parti: sembra di essere arrivati in quella che è una grande famiglia. Sul campo sintetico mister Roberto D’Ermilio, che conta ventitre presenze in serie B, divise tra la maglia biancorossa e quella della Ternana, negli attimi immediatamente precedenti l’allenamento parla ad un gruppo che ascolta attentamente in silenzio, come un vero club professionistico. Dopo, si inizia: bastano pochi minuti e, mentre scambio due parole su quelle che sono le attività della Pink con il vicepresidente Signorile, si scatena un acquazzone, diventato un vero e proprio nubifragio con tanto di grandine, che rende il sintetico dove si allena la squadra un acquitrino al limite della praticabilità. 

I miei occhi si posano sulla squadra, convinto di vedere una reazione di sdegno nelle diciotto ragazze. 

E invece nientesilenziose come ad inizio allenamento, le calciatrici seguono le direttive dello staff tecnico e continuano l’allenamento come se nulla fosse, dimostrando una professionalità più unica che rara. Nel mio passato arbitrale, ho visto condizioni climatiche e situazione dei campi ben migliori e fiumi di giocatori, quasi tutti uomini, lamentarsi in continuazione. Qui, invece, nessuna reazione negativa, ma solo una dedizione assoluta al lavoro della squadra. In testa al gruppo, Marina Rogazione, capitano storico della squadra, nonché una delle ragazze che mi aveva scambiato per un nuovo preparatore…

Marina è tornata a calcare i campi da calcio lo scorso dicembre, dopo uno stop forzato di un anno e mezzo legato al trasferimento da Bari a Londra per un sostenere un master in giurisprudenza. La maglia della Pink, comunque, è una seconda pelle, e lo dimostra con una frase da vera bandiera, sempre più rare nel calcio maschile. 

“Mi sono sempre detta che avrei indossato un’unica maglia nella mia vita, quella della Pink Bari. Ho avuto altre opportunità di giocare, a Londra e a Torino, ma l’amore per questa maglia mi ha sempre fatto declinare ogni offerta.”. Da vera leader, Marina plaude il gruppo: “È anche merito loro se sono riuscita a tornare a dare il massimo dopo il periodo di inattività. Le giovani in rosa da una parte, con la loro grinta e voglia di giocare, spingono noi più esperte a dare il 110%, dall’altra, a volte, ci costringono a porre loro un freno per aiutarle a capire se e dove stiano sbagliando. Ma è anche a ragazze fantastiche come Jenny Piro, nuovo capitano e anima di questa squadra, e del nostro mister se riusciamo a mantenere una mentalità adulta e vincente.”

Mentre la grandine continua a picchiettare sul tettuccio della panchina, mi raggiunge sorridente Isabella Cardone, fino alla scorsa stagione allenatrice della Pink e ora passata dietro la scrivania. La passione per il campo, comunque, è rimasta intatta: ancora adesso, infatti, preferisce farsi chiamare mister. Con lei parliamo di “un progetto che nasce 15 anni fa sui campi di un oratorio, con l’obiettivo di portare le ragazze di una città come Bari ad uno sport come il calcio femminile, allora quasi assente. Abbiamo cominciato con un numero molto esiguo di tesserate, una decina, tra cui la nostra bandiera Rogazione, fino ad oggi, dove possiamo contare un centinaio di ragazze, delle quali circa una settantina sono under 16”

“Ci piacerebbe”, continua, “fare della Pink Bari una società di riferimento per tutto il movimento calcistico femminile sia in Puglia che nell’intero Meridione: per questo, è fondamentale avere uno staff qualificato, giovane e volenteroso come il nostro, composto interamente da laureati, o in procinto di farlo, in Scienze Motorie. Ma non solo: garantiamo alle nostre giovani ragazze sussidi con lo studio e nell’alimentazione, mettendo a loro disposizione anche una nutrizionista, per farle crescere il più possibile all’interno della nostra società. E i risultati ci danno ragione: la struttura base della Pink Bari è costituita da ragazze del vivaio, con una rosa competitiva che ha necessitato di pochi innesti e che sta riservando soddisfazioni in campionato. Inoltre, siamo molto orgogliose delle ragazze nel giro delle Nazionali giovanili e di aver organizzato, lasciando trasparire l’impronta della Pink, l’amichevole della rappresentativa dell’Italia Under 17 contro la Repubblica Ceca a Bitetto.
La speranza è quella di ritornare in Serie A, dopo la retrocessione dell’anno scorso, e crescere ancora a livello di settore giovanile, con il quale abbiamo storicamente ottenuto i migliori risultati, avvicinandoci al mondo maschile e sviluppando sinergie con esso: da circa tre anni lavoriamo con il Bari condividendo obiettivi e competenze, perché noi possiamo imparare molto da loro e viceversa, ad esempio per quanto riguarda determinazione, dedizione, umiltà e sacrificio che abbiamo messo per cercare di raggiungere i risultati raggiunti.

Intanto, il diluvio non accenna a smettere, tanto da costringere mister D’Erminio a sospendere l’allenamento. Solo in questo momento le ragazze lasciano da parte la professionalità e improvvisano una gara di nuoto sul sintetico (e credetemi, mancava veramente poco affinché quel campo divenisse una piscina), mentre l’allenatore, dopo una rapida doccia, mi parla della sua prima esperienza su una panchina femminile.

“Ho accolto questa sfida con entusiasmo all’inizio della stagione”inizia, “anche se per me era un mondo completamente da scoprire. Adesso posso senz’altro dire che è un’esperienza positiva, che arricchisce il mio patrimonio personale. Gestire un gruppo femminile richiede un approccio diverso rispetto alle squadre maschili, soprattutto dal punto di vista psicologico e della sensibilità, ma questa squadra, dedita al lavoro e ai sacrifici, mi rende soddisfattissimo della decisione presa. Inoltre, la scoperta del calcio ‘in rosa’ e del mondo Pink Bari per me è stata molto lieta: ho accettato la proposta di prendere in mano questa panchina spinto dalla serietà e dalla possibilità di lavorare con uno staff qualificato e con un’organizzazione decisamente migliore rispetto a moltissime squadre maschili. Il progetto giovanile, che permette alla società di operare su vasta area all’interno di una città come Bari, è chiaramente il fiore all’occhiello di questa realtà, al di là di una prima squadra che, comunque, nonostante l’età media bassissima, sta lottando a duello con la Roma, prima a punteggio pieno, per riagguantare la massima serie, il sogno che tutti noi cerchiamo di raggiungere. Non sarà facile, ma vogliamo provarci: per le valutazioni del caso, attenderemo fine stagione

Oramai, la mia presenza ha attirato le attenzioni dell’intero ambiente. Sono le ragazze, adesso, a volermi raccontare qualcosa del progetto della Pink: le volontarie sono Francesca Soro e la giovanissima Lucia Strisciuglio, classe ’99.
“Ci impegniamo a portare avanti questo progetto improntato principalmente sulle giovani in una città come Bari, quindi ci mettiamo impegno e fatica” dice la Soro “Bari ci dà comunque un’alta visibilità ed è bello che molti, in città, ci chiedano dei nostri risultati.
“Speriamo di tornare presto su un campo di Serie A” le fa eco la Striscuglio “cercando di non commettere gli errori del passato per far sì di non perdere la massima serie. Siamo un gruppo molto unito, la nostra età non conta e l’apporto del vivaio lo facciamo sentire. Noi ci siamo.”

Tra le file della Pink, inoltre, c’è anche una giocatrice che ha un cognome noto a praticamente tutti gli appassionati di calcio maschile. Debora, classe ’97, di professione difensore, di cognome Novellino. Già, Debora è nipote di Walter, ex tecnico, tra le altre, di Sampdoria e Napoli e adesso ad Avellino.

Il cognome? Non è un peso”, racconta, “né tantomeno un problema. Io faccio la mia carriera e mio zio sta facendo la sua. Un consiglio che mi ha dato, comunque, è quello di rimanere sempre umile e continuare per la mia strada.”

Debora ha anche un’altra particolarità. Infatti, nel gennaio 2016 è stata eletta Prima Miss dell’Anno, titolo che l’ha portata a partecipare alle prefinali nazionali di Miss Italia.
“Conciliare il concorso con la mia attività di giocatrice è stato molto semplice. Ho sempre dato la precedenza al calcio, e se avessi voluto continuare con le selezioni avrei dovuto conciliare gli impegni correlati con gli allenamenti. La società, comunque, mi è stata sempre vicina in questa avventura, così come è attenta nel seguire le esigenze di tutti: sarebbe bello ripagarla con la promozione, e terremo duro per raggiungere l’obiettivo. Mi piacerebbe, inoltre, che i nostri sforzi venissero maggiormente apprezzati portando più gente a seguire le nostre partite, sarebbe molto bello”

Debora sorride. Come prima di lei avevano fatto le sue compagne, il mister D’Erminio e la mister Cardone. Il progetto Pink, visto dal vivo, porta addosso il sorriso sul volto di tantissime altre ragazze che, ogni settimana coltivano i sogni di un mondo che, in Italia, è ancora maschile e maschilista. Ma, si sa, la passione non ha sesso, e i sogni, anche quelli che vedono una sfera di cuoio rotolare dentro una rete, vanno inseguiti sempre.

Marco Montrone, di www.footballpills.com

Simona Bianchi, Lucchese: “Lottiamo per conquistare la vetta”

Classe ’79, nella vita quotidiana lavora per le Poste Italiane ma sul campo è un bomber con il vizio del gol: Simona Bianchi, attaccante della Libertas, gioca a calcio da quando aveva tredici anni ed è una ragazza riservata, disponibile e testarda, che fa della determinazione la sua caratteristica principale.

Da pochi mesi alla Libertas, è già un perno fondamentale del team di Elena Bruno, e domenica scorsa ha rifilato la “manita” al Rinascita Doccia, trascinando la sua squadra ad un successo importante:
“Il risultato fa pensare ad una partita semplice, ma non è stato affatto così; merito della vittoria è stato dato dalla costruzione di gioco fin dai primi minuti e siamo state brave a non concedere praticamente nulla alle avversarie, giocando così una buona partita.”

Dopo la vittoria con il Rinascita Doccia, si potrebbe pensare che la promozione sia già di casa Libertas, ma Simona preferisce tenere i piedi ben saldi per terra:
“Non possiamo ugualmente permetterci di sbagliare, dobbiamo lottare per conquistare la vetta: nel calcio nulla è scontato.”

Sul suo rendimento e su quello della Libertas in questi primi mesi, Simona non ha dubbi:
“Il bilancio è sicuramente positivo! La squadra è principalmente costituita da ragazze giovani che mostrano ottime individualità e ampi margini di miglioramento: i risultati credo siano evidenti guardando la classifica. Per quanto riguarda il mio rendimento personale preferirei che fossero gli altri a “giudicarmi”, ma di sicuro mi impegnerò a dare sempre il massimo in ogni match.”

La rossonera è diventata un punto di riferimento per tutte le giovani calciatrici della Libertas ed essendo una giocatrice esperta, cerca di trasmettere loro quei valori importanti sia nel calcio che nella vita come la determinazione e l’umiltà, “aspetti fondamentali per la crescita di ogni atleta.”

La comunicazione e il marketing hanno fatto sì che il mondo del calcio femminile iniziasse ad assumere un’importanza maggiore in Italia, ma Simona crede che la strada sia ancora lunga:
“Ci sono stati sicuramente dei progressi ma credo si possa e si debba fare ancora molto.”

Alessia Gritti, Mozzanica: “La Nazionale deve lavorare per crescere.”

Una nazionale azzurra, con qualche tinta grigia di troppo, è tornata a casa da Cipro con il magro bottino dell’11° posto conquistato, nel tradizionale trofeo internazionale della Cyprus Cup. Tra le protagoniste della trasferta nel mezzo del Mediterraneo anche due biancocelesti: Daniela Stracchi e Alessia Gritti. Quest’ultima schierata in campo dall’inizio in due delle quattro gare giocate dall’Italia (nell’esordio con la Korea del Nord e nel terzo match con la forte Svizzera) con le quali la n. 1 bergamasca aggiunge due gettoni di presenza con la maglia azzurra, dopo l’esordio brasileiro di Manhaus.

“Due risultati, un pochino bugiardi, in particolare quello con la Svizzera, dove in realtà la squadra non era andata così male. Dobbiamo crescere ancora molto sotto il punto di vista fisico e a livello di squadra. Siamo un gruppo giovane che ha bisogno di giocare insieme più partite per trovare l’equilibrio e il gioco. Abbiamo ancora tre mesi prima dell’Europeo, nei quali ci raduneremo in diverse occasioni per migliorare questi aspetti, in particolare tra giugno e luglio, dove svolgeremo il ritiro di preparazione al torneo, che sarà decisivo e dove dovremo lavorare al massimo per farci trovar pronte.”

Parole chiare e saggiamente dosate da Alessia che a Cipro si è in pratica alternata tra i pali della nazionale con Sabrina Tasselli.
“Con il gruppo mi sto trovando bene, ma come ho già detto per trovare l’intesa migliore tra i reparti c’è ancora del lavoro da fare.”

Tavagnacco, nel 2017 raccolti solo 5 punti

Il momento non è dei migliori. Dopo una prima parte di Campionato quasi impeccabile, il 2017 del Tavagnacco è da media retrocessione. Nelle sette partite disputate nel nuovo anno, le friulane hanno racimolato appena 5 punti, incassando quattro sconfitte e raccogliendo due pareggi e una sola vittoria. Un rollino di marcia decisamente poco incoraggiante. La causa? Certamente i tanti infortuni che hanno limitato al massimo le scelte di mister Amedeo Cassia. A questo si aggiunge il fatto che spesso, chi è subentrato, non ha saputo dare alla squadra quella spinta necessaria per cambiare le partite (e i risultati).

Nonostante tutto la situazione non è ‘drammatica’, visto che il Tavagnacco occupa la sesta posizione in classifica con 24 punti. Ma la zona play out si avvicina, e ormai è distante solo 4 punti (nella serie A femminile retrocedono le ultime quattro: ultima e penultima direttamente, dal 7° al 10° posto ci sono i play out per decretare le altre due retrocessioni. Per la 7° classificata, però, c’è un ulteriore opportunità: nel caso in cui mantenga 7 o più punti di distanza dalla 10°, può salvarsi senza giocare i play out).

Sabato a Tavagnacco arriva il Brescia, seconda forza del Campionato, distante solo 3 punti dalla capolista Fiorentina (sconfitta, dopo 15 vittorie consecutive, nell’ultimo turno). «Spero di poter recuperare alcune giocatriciammette Amedeo Cassia – ma dovremo certamente stringere i denti anche contro il Brescia. Dispiace ma è un’annata particolare, nella quale dobbiamo far fronte davvero a molti infortuni. L’importante – conclude – è che chi scenderà in campo sia pronto a dare tutto».

Le assenze stanno pesando sui risultati anche per Elisa Camporese, che sottolinea come si senta la mancanza di elementi come Tuttino e Zuliani in mezzo al campo. Per Roberta Filippozzi contro il Brescia servirà un atteggiamento diverso rispetto a quello visto con il Cuneo: «A volte siamo un po’ troppo molli – afferma –. Per compensare la mancanza di giocatrici importanti ci vuole il carattere: dovremo lottare su ogni pallone».

Sport Expo: Sabato le gialloblù nello stand Hellas Verona

Emozioni e valori da condividere e preservare, lo sport nella sua essenza più vera. Anche il Verona Femminile, all’interno degli eventi organizzati  dall’Hellas Verona, reciterà una parte da protagonista in Sport Expo, manifestazione patrocinata dall’assessorato allo Sport e tempo libero e dall’Assessore Alberto Bozza, incentrata sull’attività sportiva dedicata a ragazzi e ragazze dai 6 ai 14 anni che avrà luogo a VeronaFiere dal 18 al 20 marzo, che quest’anno arriva alla sua undicesima edizione e ad oggi conta 337.000 partecipanti.

L’Hellas Verona sarà presente al Padiglione 11, offrendo per tutta la durata dell’esposizione diverse attività mirate per i più piccoli, coinvolgendo in prima persona gli allenatori qualificati del Settore Giovanile e tutti i ragazzi e le ragazze della cantera gialloblù, senza dimenticare i partecipanti del Progetto Scuola. Un’occasione per conoscere da vicino il mondo gialloblù, la gioia e la spensieratezza del giocare insieme, divertendosi. Lo scopo di Sport Expo è proprio quello di educare ad uno stile di vita sano, basato sulla pratica sportiva e sulla corretta alimentazione, e diffondere i valori dello sport quali condivisione e spirito di sacrificio. E per scoprire – perché no? – i futuri campioni o campionesse del domani.

Il sabato pomeriggio verrà dedicato all’attività giovanile femminile con mini tornei ed esibizioni delle giovanili e della scuola calcio femminile Hellas Verona. Al termine del match di campionato,  che vedrà impegnate Gabbiadini e compagne allo Stadio Olivieri di via Sogare contro il Chieti, una rappresentanza della squadra sarà presente nell’area dedicata all’Hellas Verona e prenderà parte alle attività con le baby gialloblù.

Alla conferenza stampa di presentazione, avvenuta presso il Centro Congressi di VeronaFiere, a rappresentare l’Hellas Verona erano presenti anche il direttore operativo Francesco Barresi e il difensore gialloblù Michelangelo Albertazzi. Tanti gli sport che ogni anno sono presenti a Sport Expo, dai più tradizionali come il calcio, la pallavolo, il basket, il rugby, il tennis, il tiro con l’arco, il football americano, il ciclismo, la scherma, l’atletica leggera e il tamburello a quelli meno comuni come la canoa kayak, il kite, la danza sportiva, l’arrampicata sportiva, l’hockey su prato, il Kendo, attività subacque, windsurf, pesca sportiva solo per citarne alcuni.

«Partecipiamo con gioia a Sport Expo – ha detto il Direttore Operativo gialloblù organizzando tante attività per i più piccoli, come la Hellas School Cup e i tanti tornei dedicati, forti anche della collaborazione del Verona Calcio Femminile. Il nostro augurio è che i ragazzi si divertano, l’ambiente della Fiera di Verona lo permette agilmente. La bontà di questa manifestazione, che colpisce per l’entusiasmo di bambini e addetti ai lavori, è certificata dalla numerosa partecipazione degli sport coinvolti. Un doveroso grazie alle istituzioni, che grazie al loro supporto rendono possibile tutto questo».

«Giusto iniziare a praticare sport fin da piccoli e questa è un’occasione importante per scoprire la propria passione – ha spiegato Albertazzi – Sport Expo dà una concreta possibilità a bambini e famiglie di venire a contatto con tantissimi sport, anche meno conosciuti, e di passare momenti di divertimento con altri ragazzi, aiutandoli a crescere con i valori di rispetto di compagni e avversari».

L’ingresso all’evento è gratuito con registrazione obbligatoria per i maggiorenni (CLICCA QUI) o sul sito dedicato all’evento sportexpoverona.it/.

Storie Biancoscudate: Giorgio e Marta Michielon, padre e figlia in campo con il Padova

Non è “figlia di”, ma sicuramente è “figlia d’arte”. Non hanno le luci dei riflettori puntate addosso, ma possono vantare una storia unica. Papà e figlia in campo con la stessa maglia, a distanza di tre decenni, entrambi in un campionato calcistico nazionale.

Anche il Padova può vantare un grado di successione in rosa, proprio come successo all’Inter con Beppe Baresi e la figlia Regina. Lui, il papà, è Giorgio Michielonstopper biancoscudato a cavallo tra gli anni ’70 e ’80. Lei è la figlia Marta Michielon, 22enne regista del Calcio Padova Femminile. Certo, Michielon e Baresi hanno poco in comune, se non ruolo e generazione calcistica. Ma più per sfortuna che per demerito di Giorgio, il quale, dopo l’esordio in biancoscudato a 17 anni, 29 presenze e 1 gol in 3 stagioni, ha dovuto appendere le scarpe al chiodo giovanissimo, a seguito di un grave infortunio quand’era in prestito al Monselice di Reja.

Chi si sarebbe mai immaginato che quel filo spezzato l’avrebbe riannodato Marta?
«Io no di certo», sorride il papà, «Anzi, ricordo bene il giorno in cui mia figlia, a 5 anni, mi disse che voleva fare la calciatrice. Le risposi: ma come, una femminuccia? Con il sole, il ghiaccio, la pioggia? La consuetudine non vuole che una ragazza giochi a pallone. Almeno questo pensavo prima di toccare con mano lo splendido mondo del calcio femminile. Marta mi ha fatto ricredere. Non nego che, le prime volte che l’ho vista correre con quello scudo sul petto, mi sono rivisto in lei».

Marta, che nella vita studia scienze dell’educazione, ha iniziato con i maschi dell’Abano, prima di passare al vivaio del Padova femminile, di cui adesso è vice capitano della prima squadra. Ma tra i due chi è il più forte? Papà non ha dubbi.
«Sicuramente lei. Io ero un giocatore più fisico, lei invece è molto più tecnica di me».
Marta annuisce:
«Questo complimento me lo fa spesso. Dopo avermi detto che corro poco, sono lenta e devo calare di peso».

Frecciatina, tra le tante che i due si scagliano, nel più classico rapporto di amore-odio tra papà e figlia ventenne. Con lui che dagli spalti urla ad ogni azione, lei che ogni tanto gli fa cenno di star zitto, ma se non viene a vedere qualche gara ne sente subito la mancanza.
«Mi spiace non averlo mai potuto vedere in campo, anche se qualche partita insieme, in spiaggia, l’abbiamo fatta», spiega Marta, che doveva ancora nascere quando il padre festeggiava il più grande trofeo della carriera, la Coppa Italia semi professionisti vinta nel 1980.

«Fui in campo in entrambe le finali», ricorda Michielon, che ha donato alla mostra dei cimeli biancoscudati la medaglia vinta quel giorno. «All’Arechi, purtroppo, causai il rigore che diede il vantaggio alla Salernitana. Finì 3-1 per loro. Ma al ritorno all’Appiani Vitale si scatenò, vincemmo 4-0 e fu una festa memorabile».

Il futuro? Entrambi non hanno dubbi: «Nel 2018 saliamo a braccetto. Padova maschile in serie B e quello femminile in A».

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