Si è tenuta sabato pomeriggio, presso il Palazzo della Cultura di Pizzo, la terza edizione del Premio ‘Jole Santelli’, riconoscimento culturale diretto da Mariangela Preta, con il quale ogni anno si ricorda la prima donna Presidente della Regione Calabria, innamorata della sua terra e delle sue radici. Presenti all’evento, condotto da Francesca Russo, Paola e Roberta Santelli, sorelle della compianta Jole; il Ministro per la Famiglia, Natalità e Pari Opportunità Eugenia Roccella; il Sottosegretario di Stato Wanda Ferro.
A ricevere il premio, realizzato da Spadafora Gioielli, sono state donne di cultura e delle istituzioni che si sono particolarmente distinte nel proprio operato. Tra le donne premiate si annovera l’arbitro internazionale Martina Molinaro, della Sezione AIA di Lamezia Terme.
Ad aprire la serata il Sindaco di Pizzo Sergio Pititto, associato della Sezione di Vibo Valentia e osservatore di Serie A, che ha espresso grande soddisfazione nel poter ospitare nella sua città una importante manifestazione culturale con tante premiate d’eccezione.
Tra le autorità presenti alla cerimonia il Prefetto della città di Vibo Valentia Paolo Giovanni Grieco, il Vicepresidente della giunta regionale Filippo Pietropaolo e alte autorità militari e civili. A premiare Martina è stato Sergio Pititto, con questa motivazione: “Ha contribuito allo sport e alla giustizia sportiva, garantendo partite equilibrate e imparziali. La sua dedizione e competenza sono state riconosciute a livello internazionale”.
“Ogni arbitro deve essere imparziale, preparato e responsabile, d’altronde come un buon cittadino. Questo concetto deve essere portato avanti soprattutto da noi calabresi per far fiorire una terra importante e valida come la nostra, così come faceva Jole”, ha detto l’entusiasta Martina, che ha dedicato il Premio alla sua famiglia, alla sua Sezione, “che la sostiene sempre in ogni partita e in ogni ambito”, e alla Calabria, “sempre nel cuore in ogni trasferta”.
Photo Credits: Stefano Petitti - PhotoAgency Calcio Femminile Italiano
Il Lumezzane è entrato per la prima volta nella sua storia nel salotto della SerieB e, in vista dell’ottavagiornata, si trovaall’undicesimo posto (piazzamento condiviso con Hellas Verona, San Marino Academy ed Orobica) con sette punti, un percorsofrutto di due vittorie, un pareggio e quattro sconfitte.
La formazione allenata da Nicoletta Mazzaviene dalla sconfitta rimediata 3-0 in trasferta contro il Parma e, una volta terminata la pausa delle Nazionali, incontrerà il fanalino di coda Vis Mediterranea al “Saleri” di Lumezzane. A parlare con noi in vista della sfida tra le valgobbine e le campane è Maria Grazia Ladu, attaccante classe ’01 che, in passato, ha giocato nella Torres e nel San Marino Academy e ha scelto per questa stagione di indossare la maglia delle lumezzanesi.
Maria, in che modo ti sei innamorata del pallone? «È una passione che mi porto dietro da quando sono nata, ho iniziato a muovere i primi passi già con una palla tra i piedi. Passavo interi pomeriggi a giocare a calcio per strada con i miei vicini di casa e i miei amici, anche mio padre ha sempre giocato e posso dire che mi abbia trasmesso questa grande passione che ci lega».
La tua carriera calcistica è legata agli anni passati con la Torres. Cos’è stato per te giocare in una società che ha fatto la storia del calcio femminile italiano? «Ho passato nove anni alla Torres, dalle giovanili fino ad arrivare in prima squadra dove ho anche potuto fare gli allenamenti con la seria A prima che fallisse. Per me è sempre stata CASA, sono cresciuta e maturata tanto in quegli anni, ho avuto l’onore si indossare la fascia da capitano per diversi anni e sarò sempre grata per questo».
Cosa ti ha spinto, quest’anno, a giocare per il Lumezzane? «Il progetto Lumezzane quest’anno mi ha colpita subito, una squadra neo promossa con le idee e molto chiare e un progetto serio, sapevo che ci sarebbe stato tanto da lavorare soprattutto perché il gruppo era stato rinnovato e per molte sarebbe stato il primo anno in B, mi sono messa subito a disposizione della squadra pronta a dare il mio contributo».
L’avvio di stagione del Lumezzane, che è undicesimo con sette punti, è in linea con le tue aspettative? «L’avvio è stato bello impegnativo, abbiamo affrontato sino ad oggi quasi tutte le top del campionato e portato a casa questi punti ci spinge a continuare a lavorare bene come stiamo facendo perché sappiamo il valore che c’è in questa squadra».
Parliamo della gara persa domenica scorsa contro il Parma: al di là del punteggio finale, che consapevolezza ha lasciato a te e alle tue compagne al termine della partita giocata contro le ducali? «Sapevamo che la gara contro il Parma sarebbe stata difficile, è una squadra di un altro livello in questo campionato ma noi siamo andate lì per fare la nostra gara. Il primo tempo abbiamo giocato un’ottima partita, poi dopo si è vista la differenza com’è giusto che sia, ma siamo uscite dal campo a testa alta consapevoli del nostro valore».
Maria Grazia Ladu in azione con la maglia del Lumezzane (Photo Credit: FC Lumezzane)
La Serie B è rimasta ferma per gli impegni delle Nazionali. Quanto è importante, dal tuo punto di vista, avere questa sosta? «Queste soste sono molto importanti secondo me sia per dare fare il punto della situazione e capire quali sono i punti su cui si deve lavorare di più sia per staccare un attimo le batterie e passare un po’ di tempo in famiglia che è molto importante».
Domenica il Lume ospiterà la Vis Mediterranea e l’avversaria, sebbene sia ultima in classifica, non è per nulla da sottovalutare. «Assolutamente, nessuna squadra è da sottovalutare in questo campionato. Queste partite sono fondamentali, ogni squadra deve fare punti e queste sono le partite in cui dobbiamo dimostrare chi siamo».
Cosa pensi della Serie B di quest’anno? «La Serie B cresce di anno in anno, il livello si è alzato ancora di più rispetto all’anno scorso e questa è una bella cosa, il movimento è in crescita. Sicuramente c’è una notevole differenza tra alcune squadre ma tutte, comunque, se la giocano ogni domenica».
Parlando di Serie B, c’è anche il San Marino Academy, dove hai militato per un biennio. Cosa ti ha dato la maglia delle Titane? «San Marino per me è stata un’esperienza che mi porterò dentro per tutta la vita. È stata la prima volta molto lontana da casa e questo mi ha fatta crescere ancora di più e devo ringraziare la società per come mi ha accolta. Ho conosciuto delle persone a cui sono tanto legata, non è stato facile andare via».
L’Italia ha affrontato in amichevole Malta e Spagna: da queste due amichevoli, che indicazioni ha tratto sulle Azzurre in vista degli Europei del prossimo anno? «La Nazionale ha fatto un passo importante ultimamente, credo che sia una squadra che può dimostrare tanto e togliersi molte soddisfazioni. Sono state due amichevoli positive sicuramente, soprattutto il pareggio contro la Spagna che è stata campione del mondo».
Secondo te, cosa deve fare il movimento per stare al passo con le altre nazioni? «Il movimento in Italia sta crescendo sempre di più, ma è ancora lontano da quello delle altre nazioni. Sicuramente il professionismo è stato un salto molto importante che ha dato una svolta».
Com’è la tua vita fuori dal campo? «La mia vita fuori del campo è improntata maggiormente sullo studio. La mattina vado in palestra e poi mi dedico allo studio, in questo momento sto facendo un master in genetica e epigenetica nutrizionale».
Quali sono i sogni che ti piacerebbe realizzare? «Il mio sogno è quello di salire di categoria e di rivestire la maglia della Nazionale».
Cosa vorresti dire alle tue compagne del Lumezzane in vista della sfida di domenica con la Vis Mediterranea? «Dobbiamo affrontare la partita come abbiamo giocato quelle contro Ternana e Parma che sono le squadre più forti del campionato: abbiamo dimostrato di poter giocare bene e di avere le qualità».
La Redazione di Calcio FemminileItaliano ringrazia la FC Lumezzane ed Maria Grazia Ladu per la disponibilità.
Un’altalena di risultati quella sulla quale momentaneamente sembra essersi posata l’Independiente Ivrea: la squadra piemontese, pur volenterosa di rispondere bene alle sollecitazioni del tecnico Pitzalis, sta incontrando non poche difficoltà in un cammino sempre più irto di colpi di scena.
Tra avversarie organizzate alla ricerca di continuità in termini di rendimento, la stessa formazione vuole dimostrare di avere tutti gli strumenti e le capacità per potersi mettere in mostra in un contesto di alto livello e competitività come quello in cui è stata inserita; un girone, quello A, ancora una volta di evidente complessità e di importante appeal.
E mentre le orange si preparano al prossimo scontro atteso tra le mura domestiche, abbiamo avuto il piacere di scambiare quattro chiacchiere con Rebecca Gonnet, pedina di centrocampo classe 2000 della realtà tutta piemontese. Ecco cosa la calciatrice ci ha raccontato.
Benvenuta Rebecca! Quest’anno sei rimasta in Piemonte, confermando la tua presenza a Ivrea dopo qualche anno consistente negli stessi colori ed un passato in maglia Torino. Quali sono le tue sensazioni a campionato ormai inoltrato? Come vedi questa competizione e questo girone?
Il mio percorso a Ivrea è iniziato quattro anni fa, proprio dopo il viaggio precedente col Torino durato sei tra serie B e C; la destinazione arancionero è arrivata un po’ per caso ma le mie sensazioni non hanno sbagliato.
Quello attuale è un campionato difficile e competitivo, ma con meno squadre destinate alla serie B rispetto allo scorso anno. Noi siamo partite col piede giusto, seppur la prima giornata non sia stata eccellente; abbiamo, poi, continuato a fare il nostro fino a queste ultime quattro giornate che, purtroppo, non ho potuto disputare in prima persona per via di una squalifica da scontare. Quattro punti in quattro giornate non sono tanti, ma sappiamo di dover guardare sempre il bicchiere mezzo pieno.
Viene, poi, spontaneo chiedere quali siano gli obiettivi personali e di squadra…
Personalmente intendo dare sempre il massimo; il traguardo dei cinque goal e l’offerta di tanti assist alle mie compagne chiuderebbero al meglio il cerchio delle mie ambizioni. L’obiettivo di gruppo è indubbiamente quello di raggiungere la salvezza e fare più punti possibili, subendo meno reti possibili; semplice, si, ma non scontato!
Otto gare sono state archiviate: fino ad ora avete raccolto dieci punti tondi per un ottavo posto in classifica, un buon piazzamento per essere solamente in fase iniziale d’andata. Secondo te dove può arrivare questa Ivrea?
Per le potenzialità che abbiamo, sia individualmente che collettivamente, possiamo tranquillamente arrivare tra le prime sei. Sono comunque molteplici i fattori che influiscono sul percorso stagionale: la mister è arrivata l’anno scorso ma ha fatto un grande lavoro che ha incrementato l’unione e la collaborazione di tutto il gruppo, non tralasciando l’aspetto psicologico ed emotivo che spesso e volentieri viene messo da parte. Tra questi vi è il “momento ciclo” che, talvolta, per noi ragazze è motivo di sensibilità a livello fisico e comporta anche un maggior rischio di infortunio; sotto questo punto di vista è stato importantissimo trovare empatia, sostegno e comprensione.
L’imprevedibilità è all’ordine del giorno, ma è necessario dare il massimo e sfoggiare la giusta cattiveria agonistica senza alcuna paura; mettere il cuore in tutto quello che si fa è fondamentale, non solo per una soddisfazione personale ma anche per il gruppo in sé.
Da tre domeniche la vittoria fatica ad arrivare e questo fine settimana avete subito un netto risultato in casa Solbiatese. Come ti spieghi questi risultati? Al momento quali sono le fatiche generali maggiori?
A livello di gioco sta mancando la cattiveria sotto porta: facciamo fatica a fare l’ultimo passaggio. Ad ogni modo fino ad ora i risultati raccolti sono veritieri e rispecchiano quanto fatto in campo, in particolare con Bulé Bellinzago e Baiardo, anche se con quest’ultimo avremmo meritato la vittoria per impegno e sacrificio profusi nonostante gli infortuni subiti da inizio anno.
Contro Lesmo e Solbiatese siamo scese in campo senza quel cinismo che solitamente ci contraddistingue; anche la stanchezza sicuramente ha influito e generalmente lo fa per un discorso di vita al di fuori del rettangolo verde che può compromettere la prestazione: i motivi della sua insorgenza possono essere tanti (vedi studio, lavoro, viaggi per via della distanza tra domicilio e luogo d’allenamento). Sono sicura, però, che riusciremo a fare molto meglio.
Ora ospiterete il Formello: in che modo pensate di approcciare? Sempre avendo sullo sfondo l’obiettivo tre punti…
Le neopromosse sono sempre una grande incognita. Dall’anno precedente eravamo abituate ad un certo tipo di squadre già conosciute (alcune, poi, sono passate ad un altro girone, altre non sono più realtà esistenti), ora sappiamo di dover interfacciarci con opposte che presentano modalità di gioco diverse, difficili da anticipare.
Più che acquisire i tre punti direi che vogliamo acquisire serenità. Vincere aiuta a vincere e faremo di tutto perché questo accada.
Si prospetta un finale d’andata scoppiettante che vi chiamerà all’appello per gli scontri con avversarie come Meda, Tharros, Moncalieri e Spezia. Bene i +3 in termini di punteggio, ma sicuramente anche lasciare una bella impronta per poter ripartire con una buona base in fase di ritorno sarà importante…
Siamo consapevoli di dover affrontare formazioni toste ma dovremo evitare di fermarci dietro la prima vittoria che verrà e di sottovalutare l’avversaria. Il ritorno sarà un altro campionato.
Il progetto d’insieme rimane chiaro e la grinta per perseguire ciò che è stato prefissato anche. Ora, per il futuro più imminente, per te e per la squadra, cosa desideri?
Vivo il presente con la speranza di vestire la maglia dell’Ivrea per tanto tempo ancora e tutto ciò di positivo che verrà sarà ben accetto. Il resto…verrà da sé!
Hai carta bianca per chiudere questa intervista: ci salutiamo così…
Mi rivolgo alle mie compagne: a loro vorrei dire di non mollare e credere in loro stesse. Sono tanti i momenti di difficoltà affrontati e li abbiamo sempre superati; solo restando unite ed andando avanti per la nostra strada potremo fare lo stesso con quello che stiamo affrontando ora: insieme siamo una forza!
Si ringrazia Rebecca Gonnet e la società tutta per la gentile concessione.
credit photo: Federico Fenzi, photo agency Calcio Femminile Italiano
La Serie C, domenica 3 novembre, scenderà in campo per disputare la nona giornata del campionato Nazionale. Aprirà il turno, sabato 2 novembre, il match Tharros-Real Meda (A) che si giocherà alle ore 15. Calcio d’inizio alle ore 14.30 tranne Moncalieri-Azalee Solbiatese (A) che sarà disputata alle 15.30
SERIE C – 9ª Giornata
Girone A: Tharros-Real Meda (Ercole di Latina), Independiente Ivrea-Formello (Trombello di Como), Moncalieri-Azalee Solbiatese (Cazacu di Nichelino), Spezia-Lesmo (Iacopetti di Portogruaro), Monterosso-Angelo Baiardo (Bortoletto di Treviso), Pro Sesto-Bulè Bellinzago (Moro di Nichelino), Women Torres-Sedriano (Nuckchedy di Caltanissetta) Riposa: Blues Pietrasanta
Girone B: Vicenza-Riccione (Gambirasio di Bergamo), Gatteo a Mare-Chieti (Artini di Firenze), SPAL-Jesina (Attanasio di Milano), Venezia 1985-Sudtirol (Radovanovic di Maniago), Trento-Real Vicenza (Cavalleri di Treviglio), Venezia FC-Ravenna (Cerqua di Trieste), Tavagnacco-Isera (Spina di Barletta) Riposa: Villorba Treviso
Girone C: Grifone Gialloverde-Nitor (Cavacini di Lanciano), Matera Città dei Sassi-Villaricca (Fede di Rossano), Gelbison-Palermo (L’Erario di Formia), Women Lecce-Catania (Teodoli di Aprilia), Frosinone-Siracusa (Rossomando di Salerno), Montespaccato-Giovanile Rocca (Illiano di Napoli), Salernitana-Trastevere (Aureliano di Rossano) Riposa: Roma CF
Photo Credit: Emanuele Colombo - PhotoAgency Calcio Femminile Italiano
Nel week-end torna in campo la Serie A 2024/2025, che vede in programma il suo ottavo turno. Le cinque gare saranno spalmate, come di consueto, tra sabato e domenica. Invariato il format rispetto alle stagioni precedenti con 10 squadre ai nastri di partenza. Le partecipanti si affrontano tra di loro in gare di andata e ritorno. Le prime cinque classificate accedono alla “poule scudetto”, le restanti cinque alla “poule salvezza”. Oltre alla prima anche la seconda la terza classificata avranno il diritto di partecipare alla prossima UEFA Women’s Champions League. A retrocedere, però, sarà solo l’ultima classificata, con la penultima che non effettuerà lo spareggio per mantenere la categoria.
Serie A femminile: un match al sabato, quattro alla domenica Tutte le gare saranno visibili in diretta su DAZN, con una sfida a settimana in chiaro anche sulla RAI. Si parte sabato alle ore 20.30 con l’anticipo dello stadio “Fersini” dove, nella sfida salvezza, la Lazio del tecnico Grassadonia ospiterà il Como Women. Domenica, invece, alle ore 12:30 la sfida del “Piccolo” dove il Napoli Femminile riceverà la Juventus di mister Canzi. In contemporanea, sempre all’ora di pranzo, il big match di giornata con la Fiorentina ad attendere, al “Viola Park”, l’Inter di Gianpiero Piovani. La supersfida sarà visibile sulle reti RAI oltre che su DAZN. A seguire, non, da meno interessare la gara dello “Sciorba” delle 15:00 con la Samp opposta alla Roma di mister Spugna. Chiude, alle 18:00, al “Vismara” il Milan che troverà sulla sua strada il Sassuolo.
Il programma dell’ottavo turno Lazio-Como Women (sabato ore 20:30) Napoli Femminile-Juventus (domenica ore 12:30) Fiorentina-Inter (domenica ore 12:30) Sampdoria-Roma (domenica ore 15:00) Milan-Sassuolo (domenica ore 18:00)
La classifica dopo la settima giornata di Serie A Juventus 19, Fiorentina 18, Inter 15, Roma 12, Milan 10, Como Women 7, Lazio 6, Napoli Femminile 5, Sampdoria 3 , Sassuolo 1.
Credit Photo: Stefania Bisogno - Photo Agency Calcio Femminile Italiano
Ancora una volta tutti insieme sotto lo stesso tetto (quattro categorie per altrettanti titoli nazionali), proprio come era stato per la riuscitissima kermesse di Genova nello scorso aprile 2024. Lo ha stabilito il Consiglio Direttivo della Divisione Calco a 5: le Final Eight di Serie A Fabless e B femminile (per la prima volta nella sua formula ampliata), più la Final Four Under 19 e la finale di Serie C si svolgeranno al Pala “Vinto Pinto” di Mola di Bari, dal 3 al 6 aprile 2025.
Già teatro della gara secca di Supercoppa tra Bitonto e Kick Off della scorsa stagione e della fase regionale della Coppa Italia C maschile, il Pala “Vito Pinto” ospiterà quindi anche il main event della stagione in rosa, che tornerà in Puglia dopo le due straordinarie edizioni di Bisceglie (2021/22 e 2022/23), vinte rispettivamente da Città di Falconara e Bitonto.
Una 4 giorni da non perdere, interamente coperta dai canali ufficiali della Divisione Calcio a 5.
A separare la Scozia dall’ingresso nella fase finale di UEFA Women’s EURO 2025 c’è la doppia sfida con la Finlandia, che tra novembre e dicembre ci dirà chi tra le due (e le altre sei squadre dai rispettivi spareggi) accederà alla fase finale.
Sarà un peccato non poterle avere entrambe, però siamo certi che sarà una sfida più che interessante, tesa e mai banale. Per le scozzesi sono state due sfide impegnative con l’Ungheria, ma si sono risolte con due vittorie senza mai incassare una rete (1-0 e 4-0), importante soprattutto per il morale di una difesa che rischierà quando si troverà davanti calciatrici come Öling, Sällström e Rantala.
Ma la formazione di Martinez Losa può contare su giocatrici del calibro di Martha Thomas, Caroline Weir ed Erin Cuthbert (tutte a segno tra andata e ritorno), che giocano nei migliori campionati europei e che sono tra le più decisive dei loro club. Si pensi quanto ha pesato al Real Madrid l’assenza della propria 10 nella passata stagione (infortunio al crociato). Ma tra di loro vi sono tante altre giocatrici di talento, come le scozzesi del Celtic, quest’anno impegnate in Champions League.
Ed è in quest’ottica che l’esordio di Shannon McGregor, centrocampista delle biancoverdi di Glasgow classe 1999, è un bel segnale. Perché si valuta anche il potenziale del proprio campionato, con giocatrici che l’anno prossimo potranno fare un ulteriore step qualitativo. Per lei in Champions, in soli 135 minuti, 84% di percentuale per la precisione nei passaggi, 2 punizioni e 4 corner battuti (e i piazzati sono decisivi solo se chi va a saltare riceve un pallone perfetto), più 4 tackle e 8 palloni recuperati. Certo, c’è anche lo sfortunato fallo da rigore su Caicedo nell’ultima sfida persa contro il Real, ma parliamo comunque di errori di inesperienza e frustrazione a risultato acquisito. Il mese prossimo ci dirà se la Scozia è pronta per UEFA WEURO 2025.
Credit Photo: Emanuele Ubaldi - Photo Agency Calcio Femminile Italiano
I canali social della FIGC Femminile viaggiano spediti verso i 200mila follower. Una crescita impressionante, che emerge dal report social relativo alla stagione 2023-24 e pubblicato oggi. Se la rilevazione della stagione 2021-22 era stata di 98mila e quella del 2022-23 di 136mila, alla fine della passata stagione il contatore si è fermato a 174mila: segno che sui social il calcio femminile piace, e anche tanto.
All’interno delle 27 pagine del documento consultabili c’è l’analisi di una stagione di attività delle Divisioni Serie A Femminile Professionistica e Serie B Femminile. Sono stati complessivamente oltre 3.986 i contenuti prodotti e disponibili sui vari canali (Facebook, X, Instagram, TikTok e YouTube), per un totale di 24,3 milioni di visualizzazioni e 54,7 milioni di impression.
Instagram si è confermato il motore trainante della community, grazie a contenuti esclusivi e – nel caso del gol di Michela Cambiaghi, attaccante dell’Inter, il reel che ha avuto il maggior numero di visualizzazioni – che hanno visto anche la collaborazione degli account della calciatrice e di DAZN, detentrice dei diritti della Serie A Femminile eBay.
E a proposito di eBay, nel report sono riepilogati i contenuti realizzati con le vincitrici dell’eBay Values Award e attivazioni con partner come Panini (top 11 con le figurine e la partecipazione delle calciatrici al Panini Tour) e Nike, come nel caso del lancio del nuovo pallone.
Foto, video, ma non solo: la stagione 2023-24 è stata quella del lancio di FACES, la rubrica confermata anche per il 2024-25 realizzata in sinergia tra il team digital e l’ufficio comunicazione della FIGC e che ha raccontato con una nuova prospettiva e crossmediale (sito e social) le protagoniste dei campionati di Serie A, Serie B e Primavera: racconti di vita, prima che di calcio giocato.
EVENTI Per la copertura live degli eventi organizzati dalla Divisione Serie A Femminile Professionistica, da registrare il coinvolgimento di talent, personaggi del mondo dello spettacolo e della musica e creator, utilizzati per creare maggiore attenzione sugli eventi in questione. Oltre alla Supercoppa Italiana e alla finale di Coppa Italia, anche la Final Four Primavera ha potuto contare su una copertura totale a livello di narrazione social, sia dentro che fuori dal campo.
Un racconto approfondito e sempre in evoluzione: nelle ultime pagine del report social 2023-24, infatti, c’è un’anteprima delle proposte editoriali e del look&feel scelti per la stagione 2024-25. Per tutte le novità, basterà restare connessi.
Photo Credit: Fabrizio Brioschi - PhotoAgency Calcio Femminile Italiano
La Serie Astapertornare in scena e sabatoilComo, che occupa la sestaposizione con settepunti in sette gare, saràospite della Lazio per l’ottavagiornata di campionato.
La squadra, che è allenata da Stefano Sottili, ha tante giocatrici che sono arrivate quest’anno in terra lariana, soprattutto una che ha esperienza da vendere: stiamo parlando di AliaGuagni, difensore classe ’87 che nel suo percorso ha militato in squadre come ACF Firenze, vincendo un campionato di B nel 2003 e di A2 nel 2006 e 2010, Fiorentina, dove ha conquistato uno scudetto nel 2017, due Coppe Italia e una Supercoppa, Atletico Madrid, ottenendo nel 2022 una Supercopa, e Milan, ma anche un’esperienza negli Stati Uniti col Pali Blues, con cui ha vinto nel 2013 la Evergreen Cup, e al Tacoma. A livello individuale è stata capocannoniere della Serie A2 per due volte (2009 e 2010), due volte calciatrice dell’anno (2017 e 2018) e inserita per un biennio nella squadra dell’anno (2019 e 2020).
La nostra Redazione ha raggiunto Alia, che in Nazionale maggiore vanta 85 presenze e 6 gol, per risponderci ad alcune domande.
Alia, cosa significa per te giocare a pallone? «Significa praticamente tutto: giocare a calcio è la mia vita ed è quello che mi piace fare e che mi riesce meglio, a maggior ragione che adesso è anche per me un lavoro».
Tu sei nel mondo del pallone da più di vent’anni e si è evoluto tanto. In che modo, secondo te, è cambiato il calcio? «Il calcio femminile è cambiato tantissimo: quando avevo iniziato il mio percorso, era praticamente un altro mondo, lo si faceva quasi esclusivamente per passione e c’erano pochissime possibilità, non si vedeva un futuro e il livello era completamente diverso rispetto ad oggi, perché ora sta diventando un calcio qualitativamente molto bello, ma soprattutto ha un futuro bellissimo davanti».
La tua carriera è legata, indissolubilmente, a Firenze: prima all’ACF Firenze, dove il presidente era il tuo papà Andrea, poi alla Fiorentina e in entrambe le squadre hai ottenuto tanti successi. Che cosa è stato per te vestire la maglia della tua città? «L’ACF Firenze è stato il pre-Fiorentina, nel senso che poi dopo si è trasformato in Fiorentina e, quando è successo, è stato il realizzarsi di un sogno a cui stavamo lavorando per poter arrivare a vestire la maglia della Fiorentina e dare questa possibilità a noi è stato veramente un sogno realizzato. Poi, è ovvio che amo Firenze alla follia e penso che, chiunque mi conosca, sa che vestire la maglia della mia città e per me è stato fondamentalmente bellissimo».
Nei 5 anni alla Fiorentina, Alia ha totalizzato 89 presenze e 22 reti con la maglia Viola (Photo Credit: Alessio Boschi – PhotoAgency Calcio Femminile Italiano)
Tuttavia, hai anche avuto due esperienze fuori dall’Italia: la prima negli Stati Uniti col Pali Blues e al Tacoma, la seconda all’Atletico Madrid, Secondo te, quanto ti hanno fatto crescere dal punto di vista calcistico e personale? «L’esperienza in America è arrivata in un periodo in cui non mi stavano chiamando in Nazionale e ho avuto questa opportunità di andare a vivere quei due mesi negli Stati Uniti e conoscere un calcio che già conoscevo, ma che non avevo visto da vicino. Lì ho visto una fisicità che da noi, in quei tempi, era impensabile e soprattutto ho notato quanto in America credessero nel calcio femminile: per un esempio ci sono centri sportivi che, tra l’altro, in Italia difficilmente si possono trovare. L’avventura a Madrid è venuta in un momento completamente diverso, dove ho fatto una scelta di vita difficile per tanti aspetti ma che ho ritenuto fosse il momento giusto per farlo: volevo trasferirmi all’estero, andare a vivere in un paese diverso, imparare una nuova lingua e relazionarmi con persone diverse, dove non ero la “padrona di casa”, bensì dovevo integrarmi in un contesto diverso e quindi è stata un’esperienza di vita assolutamente formativa e bella; calcisticamente però è stato molto difficile, perché venivo dal periodo post Covid e, soprattutto, il calcio femminile italiano era ancora indietro a quei tempi, trovandomi in una realtà molto avanti a quel tempo».
Restando sempre sul tuo passato, non possiamo dimenticare i tuoi tre anni passati al Milan… «La prima idea era tornare Firenze, poi però non si è concretizzata. Perciò ho avuto l’opportunità di andare a giocare nel Milan, che è un top club, giocando in una Serie A che era cresciuta veramente tanto. Mi son trovata ad affrontare in questo nuovo campionato di livello alto, quindi mi son dovuta rimettere subito al passo di questa competizione. Sono stati anni belli ma, calcisticamente, anche un po’ sfortunati in termini di risultati».
Il tuo presente dice Como Women: quali sono i motivi che ti hanno portato ad indossare la divisa lariana? «La società mi ha fortemente voluto e questo fa tanto. Poi, hanno un progetto molto bello e la nuova proprietà (Mercury/13, ndr) punta tutto sul femminile, perché crede nelle donne e questo è un aspetto che sicuramente mi ha convinto a venire qua. Ovviamente come tutte le squadre, siamo un work in progress: c’è da lavorare tanto».
La Serie A ha messo agli archivi sette giornate e il Como Women è sesto a tre lunghezze dal Milan quinto in classifica. Come valuti l’inizio di stagione della tua squadra? «È stato un inizio di stagione non facilissimo, perché come dicevo prima siamo una squadra in costruzione e sono arrivati tanti innesti però, secondo me, giornata dopo giornata stiamo crescendo e stiamo facendo vedere anche un bel calcio, anche se a volte non abbiamo “raccattato” i punti che magari meritavamo».
Parliamo della vittoria ottenuta contro il Sassuolo nell’ultimo turno di campionato prima della pausa. Cosa ti ha lasciato, dal tuo punto di vista, il 4-2 arrivato in casa delle sassolesi? «La partita è stata fondamentale, perché avevamo assoluto bisogno di punti e contro una squadra che, secondo me, non ha un brutto calcio, anche se la classifica dice diversamente. In ogni caso è stata una bella partita, l’abbiamo approcciata bene e, nonostante fossimo andati un attimino in difficoltà, abbiamo giocato con la mentalità giusta da portare a casa il risultato e ci ha fatto capire quello che possiamo fare».
Come abbiamo detto prima, la Serie A è rimasta ferma per gli impegni delle Nazionali e l’Italia ha affrontato sia Malta e Spagna. Come hai visto le Azzurre in queste due amichevoli, soprattutto in ottica Europei 2025? «Secondo me, stanno facendo un buon lavoro: già da qualche partita stanno portando avanti l’innesto delle nuove ragazze e stanno iniziando a dare dei buoni frutti. È ovvio che queste erano due amichevoli, poi ci sarà da vedere nei momenti importanti come reagirà la squadra».
A proposito di Nazionale, dove principalmente sei stata una delle protagoniste del Mondiale 2019, il sogno di vestire la maglia Azzurra è ancora un tuo obiettivo? «Sinceramente credo che sia una porta chiusa ormai da un po’. Però, mai dire mai nella vita».
Ma torniamo al Como, dove in amichevole è arrivato un successo, seppur di misura, sul Parma. Che indicazioni ti hanno lasciato in vista della ripartenza della Serie A? «È stata un’amichevole in cui si è dato spazio a ragazze che giocano poco in campionato, ma anche tante giocatrici della Primavera, però è stato un buon test contro una squadra che Serie B sta facendo molto bene».
Sabato il Como affronterà in trasferta la Lazio che, nonostante sia una neopromossa, è un punto proprio sotto delle lariane e la sfida si preannuncia interessante. «La bellezza di quest’anno è che tutte le squadre di Serie A hanno raggiunto un livello, per cui non c’è una partita dichiarata vinta a tavolino, nel senso che nessuno può sapere il risultato, visto che la competizione è aumentata tanto da parte di tutte le squadre. La Lazio ha fatto degli innesti importanti e la squadra si sta muovendo bene; quindi, l’affronteremo come se avessimo davanti la Juve».
Alia Guagni ha giocato dal 2022 al 2024 con la maglia del Milan, giocando 41 gare e segnando 1 gol (Photo Credit: Emanuele Colombo – PhotoAgency Calcio Femminile Italiano)
Come giudichi il format attuale della Serie A a dieci squadre con le Poule Scudetto e Salvezza? «Questo tipo di format non mi è mai piaciuto molto, perché ti trovi a scontrare sempre le stesse squadre. Secondo me, l’obiettivo sarebbe quello di riuscire ad avere più squadre di livello alto per fare un campionato a più squadre, ovviamente non è facile perché rischi di non avere abbastanza qualità».
Chi può vincere, secondo te, la Serie A di quest’anno? «A guardare la classifica direi la Juve, però non saprei, perché tutte le partite non sono già scritte, quindi bisognerà vedere se continuerà così».
Cosa manca al calcio femminile italiano per essere davvero importante? «Quello che non smetterò mai di dire è che a noi mancano i numeri: sono ancora troppo bassi e quando si hanno così pochi numeri è anche difficile riuscire a tirare fuori il coniglio dal cilindro. Secondo me, bisognerà lavorare ancora di più su tutti i settori giovanili e soprattutto far avvicinare le ragazzine al calcio, perché una volta che si può scegliere su cento ragazzine, probabilmente si riuscirà ad aumentarne la qualità, altrimenti si dovrà sempre cercare ragazze dall’estero che sì possono alzare il livello, ma questo non ti porta ad alzare quello della nostra Nazionale».
Com’è la tua vita fuori dal rettangolo di gioco? «Una vita assolutamente normale: esco con le mie amiche, vado dalla mia famiglia quando riesco e mi piace fare un sacco di cose, come leggere, disegnare e andare al cinema».
Quali sono i sogni che vorresti ancora realizzare sia come calciatrice che come donna? «Come calciatrice mi piacerebbe lasciare qualcosa alle nuove generazioni e al movimento perché il calcio è stata una parte veramente importante della mia vita. Come donna è ancora tutto da scrivere: mi piacerebbe tantissimo avere una famiglia, però è tutto un divenire si vedrà quello che sarà».
Che messaggio vorresti lanciare alle tue compagne del Como Women in vista della ripresa del campionato? «Di ripartire forti, perché abbiamo bisogno di punti: sono partite che dobbiamo assolutamente vincere, quindi “carica a palla”».
Cosa vorresti dire ad Alia Guagni che sta per iniziare il suo percorso nel mondo del calcio? «Di crederci sempre e di continuare a divertirsi perché alla fine riuscirà ad arrivare dove vuole, ma soprattutto di non avere paura di niente e di affrontare tutto sempre a testa alta».
La Redazione di Calcio FemminileItaliano ringrazia il Como Women ed Alia Guagni per la disponibilità.
Un confronto ancora acceso quello tra le formazioni del girone A di serie C che include il Bulé Bellinzago, neopromossa in categoria.
Il gruppo della regione Piemonte sta man mano proseguendo per la propria strada, cercando di disegnare un vestito tattico e d’identità aderente alle qualità avversarie ed al campionato cadetto generale.
Nell’ultimo fine settimana la squadra ha ritrovato la vittoria in campo casalingo contro il Monterosso: un risultato motivo di buonumore che funge da boccata d’ossigeno visti i precedenti punti smarriti, valsi il momentaneo ottavo posto in termini di piazzamento. A percorrere con noi la propria carriera calcistica e rivelare ambizioni e sensazioni sull’attuale viaggio stagionale è stata Greta Masciaga, apporto centrale della compagine novarese. Ecco ciò che la nostra ospite ha raccontato.
Benvenuta Greta! È passato un po’ di tempo dalla vittoria contro il Torino che ha regalato alla squadra la promozione in serie C: in prima persona sei stata testimone di questo traguardo importante, ora ti ritrovi nei medesimi colori dopo un rapporto con la società che dura ormai dal 2022/23. Che progetti hai per questa stagione?
Personalmente intendo mettere al servizio della squadra la mia esperienza, anche per poter aiutare le giovani a crescere. L’obiettivo d’insieme, invece, è quello di acquisire sempre più consapevolezza ed identità per poter dire la nostra in un campionato tortuoso ma nel quale essere importanti; a chiudere la lista la volontà di mantenere la categoria.
Come hai trovato lo spogliatoio, in parte rinnovato?
Siamo sempre state un gruppo molto umile, unito ed affiatato, non solo in campo ma anche fuori. Quest’anno sono arrivate una decina di ragazze che a livello di spogliatoio si sono integrate bene fin da subito; naturalmente le prime partite sono state di rodaggio poiché non è mai facile aggiungere nuove personalità ed esperienze diverse ad una rosa già formata: c’è bisogno di ulteriore tempo per riuscire ad inquadrare reciprocamente il gioco tra compagne stesse.
Ci stiamo conoscendo e stiamo crescendo, quindi sono sicura che andrà sempre meglio!
Nel tuo bagaglio non solo Bellinzago, ma anche un percorso pluriennale in maglia Solbiatese (ora posta nello stesso girone) ed una partenza interna alle Milan Ladies: questi tasselli quanto hanno influito sulla preparazione e formazione della Greta di oggi?
Ogni tappa è stata fondamentale per definire la calciatrice che sono ora: indubbiamente gli anni a Como (dal settore giovanile all’esordio in serie A) sono stati quelli che hanno influito maggiormente sulla mia formazione; le esperienze successive sono state altrettanto significative, in particolar modo quella nelle Azalee durante la quale ho capito il significato della parola “famiglia”, un’ottica che prima osavo scindere da quella inerente alla professione in sé.
Il calcio, invece, quando è diventato una parte insostituibile delle tue giornate e quando hai capito che quello di centrocampo poteva essere il vestito più aderente per te in termini di ruolo?
Il calcio è nel mio DNA ed è sempre stato parte integrante della mia vita. L’istinto di cercare il pallone l’ho avuto fin dall’età di tre anni, un istinto che sfociava nel gioco con l’unico oggetto sferico a disposizione in casa: la testa delle bambole che mi venivano regalate. Superati i primi scetticismi in famiglia, ho proseguito con i maschi fino ai 13 anni, poi l’arrivo delle prime proposte da parte del Como.
Il centrocampo è il mio posto. Negli anni ho sperimentato diversi ruoli, ma quello di centrocampista è quello che più sento cucito addosso, che mi diverte e mi fa sentire parte integrante del gioco.
Il tuo nome figura nella lista dei volti premiati in occasione del Gran Galà, una importante manifestazione organizzata dalla LND Piemonte, Valle d’Aosta, Nazionale e FIGC con lo scopo di valorizzare impegno, inclusione e spirito di gruppo: un premio che rende onore a te in primis ma anche al lavoro della società…ti va di approfondire?
Lo scorso anno è arrivato questo premio importante dopo la scrittura di una lettera con la quale ho voluto veicolare la rabbia per degli insulti provenienti dagli spalti e trasformarli in una vera e propria testimonianza che potesse dar luce ad un problema che esiste in tutti i campi d’Italia. Non avrei mai pensato potesse avere così tanta risonanza da ricevere un riconoscimento per il “Fair play”!
I primi ostacoli di campionato sono stati messi da parte: otto le gare disputate, l’ultima proprio questa domenica tra le mura domestiche per l’ospitata al Monterosso. Quello finale è stato un esito positivo dopo tre sconfitte consecutive: che 90 minuti sono stati e quanto è stato importante dare questo segnale a questo punto del percorso?
È stata una gara che, a causa di un infortunio al ginocchio rimediato, ho potuto vivere solamente da fuori. Nonostante ciò, posso dire che col Monterosso abbiamo dimostrato una crescita collettiva; ci sono state altre partite positive nel nostro cammino ma questa è stata un punto da cui partire dopo tre giornate difficili, fatte anche di malumore.
Risultati a parte, come detto dal mister, è bene saper interpretare la settimana di lavoro e vedere i passi in avanti sotto il punto di vista della crescita individuale e di squadra…
Il momento non è facile anche per via degli stop causati da vari infortuni in rosa che hanno contribuito all’assenza di pedine importanti; rimanere compatte, al di là di tutto, però, è davvero fondamentale e domenica l’abbiamo dimostrato.
In previsione della prossima giocata in trasferta contro la Pro Sesto, in che modo si sta svolgendo la preparazione del team e quali sono le aspettative a tal proposito, consapevoli che ve la vedrete con una compagine già navigata in questo campionato, che, fino ad ora, le ha vinte quasi tutte e, per questo, potrà rendere il tutto più stimolante?
La Pro Sesto è una squadra con giocatrici molto valide e che ha sempre occupato i primi posti della classifica, ma non per questo il nostro agonismo dovrà andare a scendere. Come sempre la stiamo preparando nel migliore dei modi, lavorando su ogni dettaglio, il resto…si vedrà in campo!
Ci salutiamo con l’augurio che senti di rivolgere al club al quale sei momentaneamente legata e con un saluto ai sostenitori del movimento femminile.
Al Bellinzago vorrei dire di continuare a credere in un movimento così pieno di risorse ed in grado di regalare tante soddisfazioni; ai sostenitori invito a continuare a fare lo stesso e li ringrazio perché è anche grazie a loro se andiamo avanti!
Si ringrazia Greta Masciaga e la società tutta per la gentile concessione.