Cecilia Salvai, difensore della Juventus Women, è intervenuta in diretta Instagram con Calcioshop. Ecco le sue parole.

RIPRESA SERIE A
«Da giocatrice ti dico che vorrei scendere in campo, però ci sono molte dinamiche diverse sicuramente dal calcio maschile».

TEMPO IN CASA
«Cercando di sfruttare un po’ gli spazi che avevo sia per allenarmi che per studiare. Di cose da fare uno in casa le trova, già il fatto di pulire casa mi porta via mezza giornata».

ALLENAMENTI
«Noi siamo state costantemente monitorate dal club e dal preparatore atletiche, siamo fortunate ad avere persone competenti che lavorano per noi. Videochiamate? Sono state fatte delle videochiamate molto divertenti, un casino senza senso».

CALCIO
«Io sono andata al Real Canavese da quando avevo 15 anni, il mio primo step nel calcio femminile. Ho fatto un anno in primavera ed uno in prima squadra in Serie B. Poi 3 anni al Torino, in cui ho esordito in Serie A. Poi a 19 anni mi sono trasferita a Verona, dove ho vinto il mio primo Scudetto. Poi ho fatto un anno nel Brescia e quando hanno fatto la Juve femminile mi hanno chiamata, non potevo dir di no».

RUOLO
«Il primo a provarmi difensore centrale è stato Antonio Cabrini, per le qualità che ho. Ho iniziato come terzino, soprattutto negli anni al Torino».

NAZIONALE
«Una maglia unica perchè rappresenti il tuo Paese. Poi sono sensazioni che ognuno prova diversamente, è un motivo d’orgoglio e te lo devi guadagnare, e devi tenerti quel posto. Ci sono cose che puoi vincere solo con la Nazionale. Il Mondiale? Sarei bugiarda a dire che non ci sono rimasta male».

IL 23
«Lo lego un po’ al destino. Ho questa foto da piccola con la divisa del Real Madrid di Beckham con il 23. Poi è un numero particolare, diventato stabile all’Europeo nel 2013 in Svezia. Ero la più piccola e alla fine ho giocato titolare e quando hanno assegnato le maglie, io ho scelto per ultima. Quindi ho preso il 23».

Credit Photo: Giancarlo Dalla Riva