Sofia Cantore ed suo il graffio dilaniante alla Norvegia, si, proprio una zampata, proprio come quella che le ha permesso di servire la propria compagna di reparto Benedetta Glionna, al fine di siglare un 1-1 contro le nordiche, miccia di un crederci Azzurro divampato poi in vittoria.
Ancora emozionata ed eccitata dal prestigioso e storico traguardo europeo, e con un biglietto per l’Irlanda tra le mani, l’abbiamo intercettata appena tornata a Monza dal lungo tour dell’U19, per un’intervista  che “La Giovane Italia” le ha dedicato in forma di un coinvolgente monologo:

“Abbiamo iniziato al meglio di petto alla Serbia, successo per 0-3. Formazione contro cui dovevamo assolutamente vincere, in quanto la credevamo la squadra cuscinetto, idea, però, rivelatasi poi non concreta, per il posteriore successo balcanico di fronte alla Svezia nell’ultima uscita.
Cariche, contro le giallo-blu abbiamo subito purtroppo una batosta morale, forse troppo larga e netta: la prima rete avversaria è stata un duro colpo e la demoralizzazione ha preso il sopravvento. Nella ripresa, invece, abbiamo cercato di reagire, ma la seconda marcatura svedese è arrivata nel momento meno opportuno.
Forse le nordiche… Non erano poi così qualitativamente distanti da noi, per non parlare sotto il profilo tattico. Proprio per questo si percepiva, nel post partita, veramente un marcato e profondo rammarico comune e diffuso.
A prescindere da tutto, di petto alla Norvegia era divampata in noi la voglia di lottare e crederci, di tentarci, nonostante servisse contemporaneamente una vittoria della Serbia contro la Svezia.
Partite male nei primi quindici minuti, con un gol delle padroni di casa, le abbiamo poi letteralmente schiacciate nella loro metà campo. Quindi, impossessateci del gioco e marcato il pareggio, oltre a sapere della temporanea vittoria balcanica, ci abbiamo creduto: mano in area della centrale norvegese, rigore di Mascarello e gol.
Una gioia incontenibile, un’emozione difficilmente descrivile a parole. Il tricolore sventolava al cielo norvegese e tutte abbiamo festeggiato assieme per lo storico traguardo.
Passati pochi giorni, quindi, posso affermare ancora felicemente: Per noi, per Caruso che si era infortunata, per il nostro capitano Peressotti da lungo tempo indisponibile, per l’Italia… Si vola in Irlanda!”

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