Il prossimo 6 Marzo si deciderà la nuova guida della FIGC tra Carlo Tavecchio e Andrea Abodi. Dai loro programmi, è emerso poco o nulla sul calcio femminile. Lo sviluppo del movimento calcistico femminile italiano necessità piani precisi e programmi chiari. In Italia nessuno sembra essere intenzionato a dare molta importanza a questo aspetto.
All’estero la situazione sembra fortemente diversa. Martedì 21 Febbraio è stato pubblicato un articolo sul Guardian riguardante il piano proposto dalla PFA (Professional Footballers Australia). L’Associazione Australiana dei Calciatori si è lamentata dello scarso sviluppo della Federazione calcistica australiana. Per contrastare questa situazione negativa ha ideato un progetto chiamato “60 at 60”. Si basa sull’obiettivo di avere almeno 60 giocatrici australiane tesserate con uno stipendio di 60.000$. L’aumento del budget destinato ai salari permetterebbe di ingaggiare giocatrici di caratura internazionale. Con il conseguenze sviluppo di tutto il movimento, sia dal punto di vista economico che sportivo. Gli altri due punti principali del progetto solo l’allungamento delle stagioni e la chiarezza nei percorsi sportivi.
Per mettere in pratica il piano sono necessari più interventi. In primis l’aumento degli investimenti da parte della Federazione calcistica australiana. Indicativamente bisognerebbe passare da 50.000$ pro team stagionali a 175.000&. Una cifra irrisoria, se paragonata ai 2,5 milioni di dollari australiani che la federazione concede ai club maschili.
Proprio le società della A-League sarebbero fondamentali nello sviluppo. Infatti l’affiliazione tra club femminili e maschili permetterebbe alle giocatrici di utilizzare strutture mediche e sportive di alto livello. Un esempio di tale affiliazione è il Melbourne City, che ha vinto il campionato femminile due stagioni dopo essere entrati a far parte della società. La PFA ha proposto di trovare i fondi necessari tramite nuovi contratti di sponsorizzazione, per “slegare” in parte il rapporto federazione-società.

L’obiettivo della PFA è molto ambizioso: vincere la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Tokyo 2020 o ai Mondiali del 2023. “La cosa che manca al curriculum dell’Australia come nazione sportiva è un titolo mondiale nello sport mondiale. Il calcio femminile ha la più alta percentuale di iscrizione tra le giovani nel nostro paese”, ha affermato al Guardian il capo della PFA, John Didiluca. All’ Olimpiade di Rio le “Matildas” (soprannome della nazionale femminile) sono state sconfitte dal Brasile solo ai calci di rigore nei Quarti di Finale. Sempre secondo Didiluca: “La nostra nazionale è tra le migliori al mondo e il nostro movimento offre opportunità internazionale come pochi altri. Tuttavia, dobbiamo ancora sfruttare appieno i nostri vantaggi competitivi attraverso l’istituzione di un vero e proprio percorso professionale per le nostre giocatrici d’elite”.
Se il progetto proposto dalla PFA dovesse realizzarsi, potrebbe essere d’esempio per tutto il movimento calcistico mondiale.