LGBTfobia
LGBTfobia

Il calcio femminile in Spagna è molto avanti. Ma due episodi stanno scuotendo il calcio spagnolo.
Un ginecologo ha diagnosticato l’omosessualità come malattia ad una calciatrice della squadra Ciudad de Murcia. La discriminazione è stata denunciata dall’Associazione GALACTYCO di Gay, Lesbiche, Bisessuali e Trans di Cartagena e dintorni. L’Assessore alla Salute della Provincia di Murcia Juan José Pedreño, ha segnalato che si è trattato di un errore nel registro della cartella clinica e che è stato corretto. Ma il Servizio Murciano di Salute verificherà per capire cosa sia successo.
Il medico quindi lo avrebbe inserito per sbaglio nella cartella clinica in una parte in cui non doveva essere inserito. Pedreño ha segnalato che non c’erano stati altri casi nel passato da parte dello stesso medico e che l’Ospedale Reina Sofia e il ginecologo si sono scusati con la paziente.
A subire il trattamento discriminatorio è stata il portiere Alba del Ciudad de Murcia. “dato che per secoli questo errore ha causato un trattamento discriminatorio, violento e denigrante verso tutte le persone il cui orientamento sessuale fosse diverso dall’eterosessualità, da questo collettivo denunciamo pubblicamente l’ignoranza che desidera con valore discriminatorio, porre in relazione orientamento sessuale e malattia.
Per questo motivo il collettivo GALACTYCO ha chiesto di rispettare la legge per l’uguaglianza sociale di lesbiche, gay, bisessuali, transessuali, transgender e intersessuali per dare un trattamento rispettoso a tutti. “Ci sono molti casi di trattamento vessatorio che arrivano alla nostra associazione per l’orientamento sessuale o di genere e consideriamo allarmante, inaccettabile e intollerbile che i professionali ignorino la realtà LGBT” afferma il collettivo.
Negli stessi giorni nella partita del campionato di Primera Nacional del gruppo 2 di calcio femminile tra l’SD Nueva Montaña e la seconda squadra del CA Osasuna, la squadra ospite subiva insulti riprovevoli da parte di almeno 5 ragazzi di cui almeno uno con lo stemma della squadra locale. Pubblichiamo solo una parte di questi insulti: “Ti violentiamo, andiamo a violentare tutta la squadra, alzati la maglietta per farci vedere le t…e e il c..o, ti si vede il tanga, andiamo nello spogliatoio e ti violento, hai la faccia di su…..la bene“.
Tutto è stato messo nel referto arbitrale pubblicato dalla RFEF.
Siamo davvero dispiaciuti che questi episodi si ripropongano nel 2021, quando tante squadre investono nell’educazione e nella parità tra la squadra maschile e femminile.
La mentalità sta cambiando ma ancora tanti sono fermi al secolo scorso e a schemi ormai superati. Il calcio femminile è il futuro, la LGBTfobia e le discriminazioni sono il passato.

Immagine: Jone Rodriguez, Twitter