Per favorire un reale cambiamento è necessaria una modifica di paradigma, prima di tutto personale. Parte da questo assunto il progetto CO.ME, promosso dalla Fondazione Mondo Digitale in partnership con Eni, con l’obiettivo di sostenere tra le nuove generazioni un vero e proprio processo di reframing e investire sulla formazione tecnico-scientifica delle ragazze per aiutarle a progettare il loro contributo per uno sviluppo inclusivo e di valore. Un percorso formativo in ambito STEAM che coinvolge 250 studentesse di 10 scuole superiori dell’area metropolitana di Milano.

L’iniziativa è stata presentata questa mattina, nell’ambito della Milano Digital Week, con uno storylive dal titolo “Scienza in movimento. Nuove energie in rosa per il futuro”. Dalla ricerca alla politica fino allo sport, sono state raccontate storie di donne che in ambiti differenti hanno saputo conciliare stile di vita, professione e valori e raggiungere i propri obiettivi oltre ogni pregiudizio di genere. Le studentesse collegate in videoconferenza hanno potuto ascoltare la testimonianza di Roberta Cocco, assessore alla Trasformazione digitale e Servizi civici del Comune di Milano, e subito dopo quella della Commissaria tecnica della Nazionale Femminile Milena Bertolini, che ha ricordato loro quanto sia importante credere e inseguire i propri sogni. “Ho iniziato a giocare a calcio per portare avanti un desiderio – ha dichiarato la Ct – e, quando tu porti avanti un desiderio, la negatività che hai intorno non la percepisci. Mi sono impegnata tantissimo, ho lavorato duramente per poter diventare prima calciatrice e poi allenatrice. Nella mia testa c’è sempre questa idea: riuscire a dare spazio alle mie passioni”.

Impegno e sacrificio, competenza, tanto studio e nessuna scorciatoia, queste le chiavi per potercela fare. “I giovani sono una grande risorsa, bisogna dare fiducia e coltivare i loro talenti, questo è quello che io faccio con le mie ragazze – ha aggiunto Bertolini – I grandi risultati ottenuti al Mondiale sono arrivati perché si sono messe a disposizione l’una dell’altra. Questo non esclude la propria individualità, se si ragiona in termini di squadra e di gruppo si raggiungono quasi sempre grandi risultati. Hanno capito che il loro talento e la loro individualità si esprimeva al massimo se si metteva a disposizione di tutte. E infatti il noi ha amplificato l’io. E così è arrivato il successo”.

Credit Photo: Arnaldo Cavallotti